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RECENSIONE: Dura mater (Ada Sirente)

Dura mater - Ada Sirente - Miraggi edizioni
RECENSIONE: Dura mater (Ada Sirente)

Dura mater

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
22/06/2022

Pagine:
144
Genere:
ISBN:
9788833862064
ASIN:
B0B4TYJNKT
Acquista:

La trama

Mariella è nel letto numero 5 della terapia intensiva. Una cicatrice demarca il confine tra un limbo di visioni e la realtà che le sfugge. È in coma farmacologico: crede di aver tentato il suicidio per amore, ma l’hanno operata al cervello per una malattia rara che non sapeva di avere.
Mariella dubita di sé, non riesce a ricostruire gli eventi; ma sarà quella della scienza, alla fine, la sola verità della consapevolezza ritrovata.
Una cicatrice separa anche i due luoghi di Mariella: Roma, un fondale di carta, e l’Abruzzo, la sua terra antropologica, dove sopravvive la memoria della zia Elda e dove talvolta la natura, offesa, porta morte e desolazione.
Una cicatrice segna infine le due lingue di dura mater: l’affilato gergo medico e improvvisi tratti lirici con radici antiche. Alla fine, la strada da percorrere è una sola: quella del capetiempe dei contadini abruzzesi, il ripartire sempre da capo insieme al volgere delle stagioni, superando il dolore delle sciagure, sia quelle individuali che collettive delle frane e dei terremoti.

 – Pensiero –

Dura mater - Ada Sirente - Miraggi edizioniDura mater di Ada Sirente (Miraggi edizioni) è un libro che si muove sul filo, costantemente in bilico tra sogno e realtà. Con una scrittura precisa e ricca di contrasti, Sirente ci porta non solo nel letto di una terapia intensiva in compagnia di Mariella, ma fa molto di più. Ci trascina nel dolore, in un ambiente a tratti claustrofobico, a tratti ammaliante.

Dura mater è una storia difficile da raccontate. L’ho letto subito dopo Malapace di Veltri perché ero curiosa di capire perché fossero stati candidati allo Strega. Due libri diversissimi ma che condividono la qualità della scrittura.

Mariella è ricoverata e sospesa in un limbo. Durante i giorni del coma abita un mondo che non esiste eppure sente, percepisce, le ingerenze di quello esterno, reale. Convinta di trovarsi in ospedale perché ha tentato di suicidarsi dopo una rottura, in realtà  è ricoverata per una malattia (ereditaria) che ha rischiato di ucciderla.

Forse non capirò mai quello che mi sta accadendo.
Il perché continuerà a sfuggirmi di mano come fa il fiore di tarassaco in primavera, quello bianco che se ne vola quando ci soffi sopra, quello che se ne frega di restare fiore se può volare altrove e diventare qualche altra cosa, per trasformarsi in una risposta, persino, in una sorta di spiegazione, una scusa. Il più piccolo dei pistilli appartiene a qualche fiore molto più grande, che non è dato comprendere a nessuno e di certo non a me.

Dura mater - Ada Sirente - Miraggi edizioniComincia così un viaggio nella vita di Mariella, frammentato e doloroso. Scopriamo tutto di lei, gli amori, la violenza della vita, le paure.

La storia di Mariella e della sua cicatrice è solo all’apparenza distante da noi. Sul piatto di Dura mater c’è il rapporto con il padre, l’Abruzzo, le storie d’amore finite male e persino il senso della vita.

Ammetto di aver letto Dura mater con il freno a mano tirato. Non volevo immedesimami, abbandonarmi a quella narrazione con il dolore e la rinascita. Non era il momento giusto. Sì perché dopo un’operazione o un evento catastrofico, dopo il buio c’è sempre una possibilità di luce e forse questo libro è proprio questo: luce che si fa strada, nonostante tutto.

Non ho mai pensato ai luoghi come a porzioni circoscritte dello spazio. Se lo fossero, sarebbero solo dei loculi in cui rintanare corpi. Invece un luogo è altro dallo spazio che riempie, è quello che diventa dopo essere stato riempito dai viventi, si spinge negli anfratti più angusti della memoria e li dilata fino a farli confliggere con la durezza della realtà, mescolandosi con essa, rendendola appartenenza. Una specie di clessidra del tempo impossibile che diventa l’unico tempo che si possa far esistere per davvero. I luoghi hanno piuttosto a che fare con una mappatura interiore che, certo, non può prescindere dalla cuticola del reale, ma lo ricolloca continuamente nella topografia emozionale del dentro-fuori delle esistenze.
Questo vale per tutti e, quindi, anche per me.


Dura mater è…

Pensiero, il protagonista vero di questo libro.  Mariella segue un flusso di coscienza a volte lentissimo, altre imprendibile. Le scene cambiano, si sovrappongono. A volte sono ricche di dettagli, altre sono sfumate, accavallate tra allucinazione e realtà. Tra amori finiti e altri all’orizzonte, la vita di Mariella riprende a scorrere fino all’epilogo commovente e disperato. I pensieri sono il motore della storia e noi proviamo ad afferrarli.

Consigliato per chi è in cerca di una storia commovente e spietata. Mariella cade e si rialza, come succede a noi quando crediamo di non farcela di più.

La letteratura italiana vive e Miraggi Edizioni la scova sempre.

 

 

 

three-half-stars

Alcune note su Ada Sirente

ada sirente

Ada Sirente (Roma, 1978) è abruzzese e vive vicino a Roma, in campagna. Ha scritto Collevero, piccolo libro in prosa poetica (Di Felice Edizioni, 2013) e le sillogi L’ampiezza dello spettro (collana Croma K, Oèdipus, 2016), Le strade, gl’inferi, la madre, il cane (Italic, 2018), Dopo l’ultimo incendio (collana I poeti di Smerilliana, The writer, 2020). Suoi testi sono apparsi in antologia e su alcune riviste, tra cui «Smerilliana», «Atti Impuri», «Alfabeta2». Il racconto La stella di Barnard è stato tradotto da Philippe Di Meo e pubblicato in Francia sulla rivista «Espace(s)» numero 10, progetto letterario nato in seno allo Cnes (Centre Nationale d’Études Spatiales). Dal testo Sei Aprile, inserito nel Calendario Utopico 2015 (Sartoria Utopia, Milano), è stato tratto il brano musicale omonimo del cantautore Umberto Maria Giardini (Protestantesima, 2015).

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