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RECENSIONE: Quel prodigio di Harriet Hume (Rebecca West)

Quel prodigio di Harriet Hume - Rebecca West - Fazi editore
RECENSIONE: Quel prodigio di Harriet Hume (Rebecca West)

Quel prodigio di Harriet Hume

Valutazione:
three-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
12/11/2020

Pagine:
272
Genere:
ISBN:
9788893258791
ASIN:
B08LLJ51GD
Acquista:

La trama

Un romanzo inedito di Rebecca West, autrice della trilogia degli Aubrey.
Harriet Hume, affascinante pianista squattrinata, mistica e stravagante, è l’essenza della femminilità; Arnold Condorex, spregiudicato uomo politico imbrigliato in un matrimonio di convenienza con la figlia di un membro del Parlamento, è un ambizioso calcolatore senza scrupoli. I due si amano: sono opposti che si attraggono, e nel corso degli anni si incontrano e si respingono, in varie stagioni e in vari luoghi di Londra, come legati da un filo sottile che non si spezza mai. La loro relazione si dipana tra il realismo dell’ambientazione cittadina e l’incanto magico della fiaba: le doti musicali di Harriet sconfinano in una stregoneria allegra e un po’ pasticciona, che le permette di leggere nel pensiero dell’amato. Quando Arnold se ne rende conto, diventa ostaggio di questo dono sovrannaturale, grazie al quale Harriet può svelare le macchinazioni politiche alle quali lui è ricorso per anni – e che ancora continuerebbe volentieri a imbastire – per fare carriera. La donna costringe l’amante a fare i conti con se stesso: Harriet è la coscienza di Arnold, la sua parte migliore; è l’integrità, il rifiuto di ogni compromesso, è tutto ciò che Arnold non può manipolare, come ha fatto con la politica e con il matrimonio.Quel prodigio di Harriet Hume racconta la vittoria dell’amore e della bellezza sull’eterna esigenza maschile di dominio, con uno stile tanto poetico quanto la Londra che celebra, e l’aggiunta di una componente fantastica che dona a queste pagine un tocco magico. La penna di Rebecca West al suo meglio: il brio, la finezza psicologica e il lirismo descrittivo dell’autrice concentrati in un romanzo delizioso.
«Non immagini quanto mi dia gioia sentire che la tua mente si è avventurata lungo gli stessi percorsi che anche la mia ha provato a imboccare (tu hai capito più di chiunque altro quello che volevo dire nel mio romanzo!), espandendoli, comprendendoli e rendendoli dieci volte più importanti di quanto non apparissero prima».Virginia Woolf, Lettera all’autrice

 -Magia –

Quel prodigio di Harriet Hume di Rebecca West (Fazi editore) è la storia di un’affascinante e stravagante donna dalle umili origini, innamorata di Arnold Condorex un politico dalla dubbia moralità.

Quando Fazi mi ha proposto il titolo, non ho avuto dubbi. Ho amato così tanto La famiglia Aubrey, anche se non ho ancora finito la trilogia (LEGGI QUI la mia recensione) volevo incontrare ancora Rebecca.

Quel prodigio di Harriet Hume - Rebecca West - Fazi editoreNon ho amato Quel prodigio di Harriet Hume come gli altri romanzi ma ho potuto abbandonarmi alla penna di West e godermi questa storia d’amore sui generis.

Quando i due protagonisti si conoscono Harriet è una giovane pianista che vive della sua arte mentre Arnold vuole diventare un politico di successo, a qualunque costo.

Non potrebbero essere più diversi, eppure come spesso accade, gli opposti si attraggono e non riescono a star lontani. Almeno finché Arnold non si allontanerà vigliaccamente dall’amata per inseguire il suo sogno ambizioso.

Ma al destino non si sfugge e i due si rincontreranno nel corso degli anni diverse volte. La trama è tutta qui, custodita in queste poche righe. Ancora una volta West, seppur con un registro più frizzante rispetto a quello usato per La famiglia Aubrey, non ha bisogno di grossi elementi per costruire una storia interessante.

Arnold è affascinato da Harriet e dalle sue capacità, per lui è una figura eterea, esattamente il suo opposto.

Di tutte le donne che aveva conosciuto lei era la più eterea. Amarla era come avvolgersi in una lunga sciarpa di puro spirito. E tuttavia, per quel che concerne l’amare, com’era umana!

In realtà l’elemento stravagante c’è: un pomeriggio, precisamente quello in cui Arnold e Harriet si lasceranno, succede qualcosa di inspiegabile: lei riesce a leggere i pensieri dell’amato. Inspiegabile, inquietante e sicuramente spaventoso, Arnold non potrà che abbandonare la casa e il giardino fiorito di Harriet.

Nonostante conoscesse Harriet molto bene e gli ci fosse voluto un periodo di tempo non trascurabile per arrivare a quella conoscenza, non sapeva quasi nulla di lei, nemmeno il luogo, nel senso più ampio, il luogo in cui era nata.

Dopo sei anni i due si rincontrano quasi casualmente e ancora una volta Harriet sarà in grado di leggere nella mente di quell’uomo che negli ultimi anni ha riempito le cronache dei giornali. Peccato però che tra i piani di Arnold, non tutti siano per aiutare il prossimo. Questo turba Harriet e crea un’altra frattura tra i due.

Ma un uomo deve farsi strada nel mondo! Santo cielo, lei non lo capiva! Un uomo deve farsi strada nel mondo!

Rebecca West in questa Londra degli anni Venti mette in scena intrighi e ipocrisie di una classe che dovrebbe occuparsi degli altri, e non di solo del proprio tornaconto. Ma fa qualcosa di ancora più importante: mostra la ribellione di Harriet. Una donna che vive del sua arte (diventata professione) e non vuole incasellarsi nel ruolo di madre e moglie.


Quel prodigio di Harriet Hume è…

Una storia d’amore raccontata con un pizzico di magia. Non vi ho detto molto perché durante il romanzo succedono poche cose e il vero viaggio lo si fa gustandosi la penna di West che ci trascina  nella mente e nel cuore di due personaggi destinati, nonostante tutto, ad amarsi per sempre.

Oh, Harriet, Harriet, ammetti che tra noi c’è un legame così forte che nel Giorno del Giudizio, se dovessi essere spedito all’inferno, tu ti sdraierai a pancia in giù dal bordo del pavimento del paradiso e stenderai verso il basso il braccio, che per un miracolo si protenderà ben oltre la sua lunghezza perfetta, e mi solleverai di peso accanto a te.

Consigliato per gli amanti delle storie d’amore per chi predilige i racconti introspettivi, per chi forse conosce già la penna di West. Io partirei comunque da La famiglia Aubrey.

three-stars

Alcune note su Rebecca West

Rebecca West

Nata Cicely Isabel Fairfield a Londra, prese il suo pseudonimo dall’omonimo personaggio di Ibsen, un’eroina ribelle. Nel corso della sua lunga vita travagliata e romanzesca è stata scrittrice, giornalista, critica letteraria, instancabile viaggiatrice, femminista ante litteram e politicamente impegnata. Amica di Virginia Woolf e amante di H.G. Wells, Rebecca West viene considerata una delle più raffinate prosatrici del ventesimo secolo. La trilogia degli Aubrey, ispirata alla storia familiare dell’autrice, è stata indicata da Alessandro Baricco in risposta alla domanda «Quale libro ti porteresti su un’isola deserta?».

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