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RECENSIONE: T (Chetna Maroo)

T di Chetna Maroo Adelphi edizioni
RECENSIONE: T (Chetna Maroo)

T

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
23/04/2024

Pagine:
148
Genere:
ISBN:
8845938581
ASIN:
‎ B0D1Y7PBP5
Acquista:

La trama

Ha solo undici anni, Gopi, quando muore la madre. Per zia Ranjan lei e le due sorelle maggiori non sono che «selvagge». Così ha detto al padre di Gopi: sottintendendo che non rispettano le regole della comunità indiana a cui appartengono. E aggiungendo che per dargli una mano è pronta a prendersi in casa una di loro. Per il momento, però, il padre pensa che le figlie abbiano bisogno di appassionarsi a qualcosa che le accompagni poi «per tutta la vita» – e decide che sarà lo squash. Non funzionerà per tutte: l’unica che diventerà sempre più brava, e continuerà caparbiamente a cercare di scoprire, fra le quattro pareti del campo (ma non solo), che cosa fare dei suoi sentimenti, della sua vita, delle persone che incontra, e a quali traguardi può aspirare, sarà Gopi. Ed è lei stessa a raccontarci quell’anno di lutto e di rinascita – l’anno in cui sperimenta il dolore e l’assenza, ma anche la tenerezza e la determinazione, i cambiamenti del corpo e le sue potenzialità, le regole e la necessità di trasgredirle – con una voce insieme pacata e audace, sommessa e perentoria. In questo suo primo romanzo, con mano insospettabilmente sicura, e con uno stile essenziale, preciso, allusivo, la scrittrice angloindiana Chetna Maroo ci apre le porte di un mondo che ci era ignoto – e non è esattamente questa, come ci ha insegnato Kundera, la funzione del romanzo?

 – Mancanza –

T di Chetna Maroo (Adelphi edizioni) è stata una scoperta bellissima, arrivata al momento giusto. Ormai lo sapete sto leggendo pochissimo eppure T è scivolato via come l’acqua. Ero in cerca di una lettura triste (perché è inutile girarci intorno lo è) ma con quella crepa dalla quale entra la luce.

t i Chetna Maroo ( Adelphi edizioni T di Chetna Maroo è la storia di tre sorelle rimaste senza la mamma. Gopi, Mona e Kush vengono iniziate allo squash dal padre, lo sport diventa un modo per affrontare (superare è tutta un’altra storia) il lutto. Gobi ha solamente undici anni ed è la più portata: determinata, cocciuta e pronta a tutto pur di accontentare il padre finisce per innamorarsi di questa disciplina. Il confine tra amore ed ossessione è molto sottile ma in T di Maroo tutto è sospeso, sfumato. Proprio come nella vita vera i personaggi rimangono in parte inaccessibili.

L’assenza della mamma nella vita dee tre sorelle è così forte da diventare presenza,  i giorni trascorrono lenti mentre il papà si isola sempre di più e le tre sorelle lottano e sopportano le responsabilità della casa.

Qualcosa però in Gopi prende forma, un fuoco comincia ad ardere per lo sport sotto lo sguardo a volte attento a volte assente del papà:

Quando sei in campo, durante una partita, in un certo senso sei solo. Ed è così che dovrebbe essere. Devi trovare una via d’uscita. Devi scegliere i colpi e crearti lo spazio di cui hai bisogno. Devi difendere la T. Nessuno puà aiutarti. Nessuno può concentrarsi per te o aver paura di perdere al tuo posto. Eppure, a volte accade il contrario. In campo, tutto ti sembra di essere fuorché solo.

Ma questo non è un romanzo sullo sport. T di Maroo è un romanzo sull’assenza, sui fantasmi.  Le ragazze si allenano a Londra, con il padre parlano inglese e non conoscono più la loro lingua madre, il gurajati. Ora è tardi per cominciare a farlo, lei non c’è più. Resta solo quel silenzio che opprime e rassicuro tutto.

Non so se siete mai stati al centro di un campo da squash, sulla T, ad ascoltare cosa succede nel campo vicino. Penso al suono della palla colpita da un tiro deciso, pulito. Un suono basso e fulmineo, come uno sparo, seguito da un’eco ravvicinata.

T di Maroo è soprattutto un libro sul dolore e non è urlato, sguaiato. Maroo scrive per sottrazione,  spoglia le frasi di ogni eccesso e ci restituisce un romanzo breve (per me troppo) carico di sentimenti, di non detti, di vita.

So che T non è piaciuto ad alcune lettrici perché appunto molto sfumato. Invece io ho apprezzato, in quei sussurri durante la notte, in quegli sguardi vuoti ho letto l’amore e la difficoltà di andare avanti che abbiamo vissuto in casa. La mia ossessione per un hobby,subito dopo la perdita di mia mamma. è la stessa di Gopi. L’ho trovato uno spaccato di vita vera e mi è piaciuta l’idea di abbandonare i personaggi così come li abbiamo incrociati. Nessuno di noi sa mai fino in fondo cosa accade dietro le porte delle case. Specialmente quelle in cui si consuma la sofferenza per un lutto.


T di Chetna Maroo è…

Mancanza. Mancanza di parole, mancanza della mamma, mancanza per tutti quei dialoghi mancati con il papà e con il resto della famiglia.

Con papà e gli zii parlavamo sempre in inglese, ma con mamma no perché faceva fatica, anche se capiva. E noi il gujarati non lo sapevamo così bene. Ecco perché ascoltavamo mamma con tanta attenzione e non le staccavamo gli occhi di dosso. Ecco, forse, perché le stavamo appiccicate, perché cercavamo continuamente il contatto fisico.

Avrei preferito che venissero approfondite alcune parti, come quella che riguarda il trasferimento della protagonista e avrei voluto che il viaggio con questa famiglia durasse un po’ di più.

Consigliato per chi è in cerca di una storia malinconica, vera e per questo anche ingiusta. ACQUISTA QUI IL LIBRO. link affiliato

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Alcune note su Chetna Maroo

Chetna Maroo

Nata in Kenya, Chetna Maroo vive a Londra.
Alcuni dei suoi racconti sono apparsi sulla « Par-is Review» e la « Dublin Review»; nel 2022 ha ottenuto il Plimpton Prize for Fiction. Pubblicato nel 2023, T è stato finalista del Booker Prize.

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