Come sapete ormai (sono in ritardo con tutti i post) ho trascorso i giorni del salone lavorando, ma sono riuscita lo stesso a portare a casa un po’ di libri che desideravo, eccoli!
Speranza abbandonata
Mai finora tradotto integralmente in italiano, “Speranza abbandonata” chiude le Memorie di Nadežda Mandel’štam apertesi con “Speranza contro speranza”. Qui, a essere raccontato non è solo un sentimento assoluto, quello per Osip Mandel’štam, il più grande poeta russo del Novecento, uomo e intellettuale stravagante e anticonformista, vero e proprio «esule in patria», ma c’è anche spazio per un incredibile susseguirsi di ritratti di molti protagonisti della vita culturale dell’epoca, da Anna Achmatova a Vja eslav Ivanov e Nikolaj Gumilëv, Aleksandr Blok e Vladimir Majakovskij. E poi Boris Pasternak, Marina Cvetaeva, Jurij Tynjanov. Sullo sfondo di un Paese travolto prima dalla Rivoluzione, dilaniato poi dalla Guerra civile, annientato infine dal Terrore staliniano Nadežda Mandel’štam ci prende per mano in un viaggio che è anche un pellegrinaggio e un intenso dialogo con i fantasmi di una storia grandiosa e terribile. Un memoir che «narra di cosa visse il cuore» al tempo in cui era l’ideologia a battere nel petto dei carnefici. Edizione numerata da 1 a 1000. Introduzione di Paolo Nori ACQUISTA QUI IL LIBRO.
Quando pensiamo alle forze che hanno dato vita al cancro non pensiamo all’evoluzione. In realtà le due cose sono strettamente connesse: il processo storico che ha creato la vita è il medesimo che crea il cancro. Questo saggio torna indietro a milioni di anni fa, al momento in cui le forme unicellulari diventarono organismi multicellulari, e fra quei corpi di cellule cooperanti emersero quelle che utilizzavano troppe risorse e si replicavano senza controllo. L’autrice mostra quanto l’evoluzione abbia spianato il campo per l’ubiquità del cancro, e perché continuerà a esistere finché esisterà la vita multicellulare. Tuttavia questo non significa che dobbiamo rinunciare a curarlo, anzi: l’approccio evoluzionistico può offrire nuove e promettenti opzioni per la prevenzione e i trattamenti della malattia. Grazie a una panoramica interspecie stiamo scoprendo nuovi meccanismi per la soppressione dei tumori, e i molti modi in cui le forme di vita si sono evolute per tenere il cancro sotto controllo. Accettando il fatto che il cancro è parte del nostro presente, passato e futuro biologico, e che non possiamo vincere una guerra contro l’evoluzione, le cure possono diventare più intelligenti ACQUISTA QUI IL LIBRO.
Quella è la porta
Nel quarto episodio di Elettra tre sorelle ruotano attorno a un padre che non le vede davvero ma a cui sono legate perché hanno bisogno di qualcosa: approvazione, soldi, riconoscimento. Nel corso di una giornata speciale cercheranno di ottenere quello che cercano: ognuna è disposta a ignorare i bisogni dell’altra per farlo. Tuttavia vederle, capirle o amarle non è per il padre qualcosa di realizzabile fino in fondo; ma forse è proprio accettando questo che le tre protagonista impareranno a sentirsi più vicine tra loro. ACQUISTA QUI IL LIBRO.
Muori romantica
È da un po’ che Celeste vive da sola, in un palazzone freddo e semivuoto, incapace di provare sentimenti e di comunicarli. Ha ricordi confusi del passato, ha delle brutte cicatrici sulle braccia ed è lì per guarire, le hanno detto. Sta bene solo quando scrive, perché chi la controlla le permette di dimenticare. Celeste scrive, e aspetta il vuoto. Ma non le basta: il palazzo è pieno di persone come lei, rotte, graffiate, distrutte, che non riescono a smettere di cercarsi, di amarsi. Di farsi del male. Una notte si sveglia, e trova nel suo appartamento la creatura: ha un volto, una pelle, ma non ha una voce. I suoi occhi sono neri. Ma chi è, se davvero è, e che cosa cerca da Celeste, da Nikki, da Connor? ACQUISTA QUI IL LIBRO.
Maeve
A Los Angeles i bambini costringono i genitori a fare ore di fila per sedersi qualche minuto sulle ginocchia di Maeve, la regina di ghiaccio, il personaggio più amato del parco divertimenti. Non sanno che Maeve uccide, e che di notte corre sulla Sunset Strip a bordo di una Mustang rosa del ’67, immersa nel paesaggio narcotico delle luci al neon. Poche cose, oltre al lavoro, contano davvero per lei: la sua migliore amica Kate e il corpo malato di sua nonna Tallulah, ex diva del cinema, venerato come un idolo pagano. Maeve non è una vittima dell’ambiente che la circonda; la sua voce è una vertigine infuocata, e il suo red carpet è una scia di distruzione stesa lungo i cocktail bar di Hollywood. Quando Gideon, il fratello di Kate, entra nella sua vita a sconvolgere un equilibrio precario, Maeve sente riaprirsi vecchie ferite, e nuovo sangue comincia a scorrere. Come in un American Psycho contemporaneo, Maeve è una riappropriazione della violenza femminile, un agguato al nostro pudore, e ci trascina in un viaggio dove musica e letteratura sono le compagne maliziose di una delle protagoniste più estreme degli ultimi anni, attraversando una storia d’amore e di potere che è un patto di sangue con le proprie pulsioni più spaventose: perché ora che la soglia è stata oltrepassata, il desiderio conta più di ogni altra cosa ACQUISTA QUI IL LIBRO.
La profezia di Cazotte
Alla vigilia della Rivoluzione, una compagnia varia, gente di corte, di lettere, di diritto, con il relativo contorno di «grandes dames» amanti del pettegolezzo filosofico, è riunita a Parigi nel salotto di un membro dell’Académie française. Si brinda, si scherza, si applaude alle idee di libertà che il Secolo dei Lumi ha portato con sé, ci si appassiona a pensare come sarà la Francia una volta che la Ragione avrà inaugurato il suo regno. Solo uno dei partecipanti non si lascia contagiare dall’entusiasmo: il suo nome è Jacques Cazotte, scrittore famoso per il suo “Diavolo innamorato”, figura nota anche per la sua vena mistica ed esoterica, nonché per quelle che qualcuno ama definire virtù divinatorie. Così, quando finalmente Cazotte prende la parola, lo si ascolta con interesse all’inizio, con incredulità poi, con sdegno infine, perché il futuro della Francia da lui descritto non è altro che orrore e sangue. Raccontata da Jean-François de La Harpe, uno dei presenti a quella riunione filosofico-mondana, “La profezia di Cazotte” è fra i testi famosi sulla Rivoluzione francese: in esso c’è un corteo di morti illustri, Condorcet, Malesherbes, Chamfort, de Gramont, e la messa in discussione degli «immortali princìpi» che erano stati alla base del 1789. Una profezia di distruzione che però e purmolto vale anche per chi l’ha pronunciata, come un secolo e mezzo dopo scriverà Paul Morand nel suo “Il pasto finale di Cazotte”, dove l’anziano scrittore attende con tranquilla fermezza che arrivi il suo tempo e intanto dialoga con il giovane collega inglese Matthew G. Lewis, che gli ha portato il manoscritto del suo romanzo gotico, “Il monaco”, per averne un giudizio: «Il diabolismo, signore, non è serio. Questo romanzo nero, potete viverlo qui in piena luce senza che ci sia bisogno dei vostri lugubri castelli. Si chiama la Rivoluzione, per il momento francese». ACQUISTA QUI IL LIBRO.
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