Marie aspetta Marie
La trama
Chi ha letto "La donna di Gilles" sa che non c'è un'altra scrittrice capace come Madeleine Bourdouxhe di raccontare gli sbigottimenti e le lusinghe dell'amore: senza sbavature né svenevolezze, ma con un'intensità e un'evidenza che hanno qualcosa di lancinante. In questo secondo romanzo della Bourdouxhe (che Jonathan Coe ha definito «una delle più belle scoperte letterarie degli ultimi anni») non siamo più nella grigia e fuligginosa periferia di Liegi, bensì nella "douceur de vivre" della Parigi della fine degli anni Trenta; e se Elisa, la struggente protagonista della Donna di Gilles, viveva nell'attesa, nel dono di sé, nella devozione assoluta per un marito di cui tutto sapeva accogliere e perdonare, Marie (che pure ama profondamente il suo, di marito) scopre la violenza della passione quando, su una spiaggia della Costa Azzurra, incrocia lo sguardo di un ragazzo di vent'anni dalle spalle sottili, i fianchi stretti e le lunghe gambe abbronzate. Un pomeriggio si incontrano, come per caso, su un sentiero che costeggia il mare e, su un pezzetto di carta che lei non getterà, lui scrive un numero di telefono. Che Marie chiamerà, tornata a Parigi, dalla cabina telefonica di un caffè. In una breve Nota all'edizione Gallimard della Donna di Gilles, Madeleine Bourdouxhe aveva scritto: «L'annientamento nell'amore: un po' la storia di tutte le donne», ma qui la prospettiva è cambiata, e il suo sguardo segue con vibrante complicità il percorso di una donna che affronta, con un'audacia che quasi la stupisce, «l'intransigenza del desiderio». E che alla fine del libro, a chi le chiede il suo nome, risponde di chiamarsi Marie «Marie e basta». «Saltando dalle rocce sulla sabbia, il ragazzo tende la mano a Marie per aiutarla. Lei ha già preso lo slancio, convinta che lui si farà da parte per lasciarla saltare. Invece non si muove, la accoglie tra le braccia e la tiene stretta per qualche secondo. «Si siedono sulla sabbia. Potrebbero parlarsi ancora: delle colline lontane che digradano verso il mare, della forma di una villa bianca tra i cipressi. Ma a che serve? Sanno che non c'è niente da dire. Accettano tra loro quel silenzio, la ricchezza, la sincerità di quel grande silenzio. Sanno pure che in quel momento vedono ogni cosa dalla stessa prospettiva e che, per entrambi, quella vela rossa sul mare spicca netta, aspra, crudele come quella cosa che è in loro». Con una nota di Faith Evans.
– Intenso –
[amazon_link asins=’8845932451′ template=’ProductAdDESTRA’ store=’lalettricecon-21′ marketplace=’IT’ link_id=’5c15a301-34ca-11e8-a229-e5615256c3e8′]Marie aspetta Marie di Madeleine Bourdouxhe (Adelphi) è un libro intenso, acuto e curatissimo. E’ il primo che leggo di questa autrice e non potevo aspettarmi di meglio.
La storia è quella di Marie che tradisce il marito Jean, con uno studente universitario più giovane di lei. Qualcuno penserà, cosa c’è di speciale? Di nuovo? Intanto occorre precisare che Bourdouxhe ha scritto due romanzi tra il 1937 e il 1943. La modernità di Marie aspetta Marie è quasi inquietante.
La protagonista parla a se stessa, quindi al lettore, vivendo questo turbinio di emozioni. Sposata da sei anni, ama suo marito ma rimane folgorata dalla visione di un bel giovane in costume che sta per tuffarsi in mare, confrontando i due uomini è Jean ad avere la peggio, sembra così vecchio…
Era suo marito. Da lui non si aspettava nè gioie nè pene d’amore. Ma lo amava di un affetto che non escludeva la carne: desiderava che fosse felice moralmente ma anche nel corpo. Era il suo diletto fratello. Era un amico il cui volto, le braccia, le gambe, le vene, il sangue e tutto ciò che lo faceva vivere erano cose preziose, e potevano essere per lei fonte di dolore. Suo marito avrebbe potuto significare anche: piacere, desiderio, amore; e sarebbe stato infinitamente bello.
Dietro a questa scrittura delicata si nasconde tutta l’intensità della storia, l’inarginabile passione che travolge Marie ne è la prova. Non è una donna infelice, solo che la quotidianità è continuamente scandita dalle stesse abitudini, silenzi confortanti e rituali ripetuti. Difficile per una donna piena di vita, e di energia, accontentarsi. Marie deve rimanere fedele a sè stessa, anche a costo di compiere delle scelte moralmente discutibili.
Non tradisce per vendetta, per punire, per sporcare un’unione. Tradisce perché ama l’amore e le sensazioni che provoca.
Bellezza immutabile di un amore eterno e perfetto? Bellezza tragica di un amore che muore? Bellezza folgorante di un amore che nasce? Vertigine di un mondo nuovo… Sì, conosco… Ma a tutte queste bellezze ne preferisco un’altra. Non è né immutabile, né folgorante né tragica: è più gravosa, più ardua, più vera. È la bellezza non nel momento in cui nasce o in cui muore, ma nel momento in cui vive…
La narrazione di Bourdouxhe ricorda quella di Marcel Proust. Nella protagonista gli oggetti più disparati scatenano ricordi e sensazioni. Quell’irrefrenabile voglia di risentire i sapori e gli odori della propria infanzia quando rientra a casa dei genitori è uno dei passi più toccanti. Marie si lascia trascinare nel passato grazie alla voce confortante della madre.
Libertà e amore vanno di pari passo. La protagonista ama gli esseri umani, la città e persino gli oggetti con un’intensità commuovente. Davanti ai nostri occhi si presenta una Parigi frenetica, in cui è piacevole ritagliarsi un angolino per prendere il sole e osservare uomini e donne che conversano, scappano al lavoro o passeggiano ignari di essere osservati con così tanta cura e… amore.
La storia prende una piega amara quando i due coniugi sono costretti a trasferirsi, per motivi di lavoro, in un’altra città, abbandonando la capitale della Francia. Per la nostra trentenne è una scelta difficile da accettare e il viaggio in treno assomiglia al viaggio verso il patibolo. Il cuore di Marie si trasforma, anche se per poco,in un pezzo di ghiaccio che le fa male al petto.
Ma le prove da affrontare non sono finite, da affrontare e rinsaldare il rapporto con la sorella Claude, che a differenza sua, sembra essersi arresa di fronte alle difficoltà della vita.
Se Dio esiste, pensò Marie, dev’essere con un amore disperato che si offre così, a viso aperto, a coloro che hanno disprezzato la vita che è stata loro donata.
Il vero trionfo di un creatore non proviene da quelli che lo amano nella sua opera?
Le ultime righe del romanzo costituiscono una rivelazione, e così, come folgorati, lasciamo la vita di Marie in punta di piedi, così come siamo entrati.
Marie aspetta Marie è…
Un romanzo sulla libertà e sulla fedeltà nei confronti di sè stessi. E’ un inno all’amore, in ogni forma. Marie aspetta Marie non deluderà gli amanti della scrittura flusso di coscienza (a tratti), non deluderà nemmeno chi ama leggere le storie introspettive dove sembra che non succeda nulla, anche se succede tutto.
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