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RECENSIONE: Mara. Una donna del Novecento (Ritanna Armeni)

Mara una donna del novecento - Ritanna Armeni - Ponte alle Grazie
RECENSIONE: Mara. Una donna del Novecento (Ritanna Armeni)

Mara Una donna del Novecento

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
13/02/2020

Pagine:
297
Genere:
ISBN:
9788833313
ASIN:
B0821L88SF
Acquista:

La trama

Mara è nata nel 1920 e ha 13 anni quando comincia questa storia. Vive vicino a largo di Torre Argentina. Il papà è bottegaio, la mamma casalinga. Ha un'amica del cuore, Nadia, fascista convinta, che la porta a sentire il Duce a piazza Venezia. Le piace leggere e da grande vorrebbe fare la scrittrice o la giornalista. Tanti sogni e tante speranze la attraversano: studiare letteratura latina, diventare bella e indipendente come l'elegante zia Luisa, coi suoi cappellini e il passo deciso e veloce. Il futuro le sembra a portata di mano, sicuro sotto il ritratto del Duce che campeggia nel suo salotto tra le due poltrone. Questo è quello che pensa Mara, e come lei molti altri italiani che accorrono sotto il Suo balcone in piazza Venezia. Fino a che il dubbio comincia a lavorare, a disegnare piccole crepe, ad aprire ferite. Tra il pubblico e il privato la Storia compone tragedie che riscrivono i destini individuali e collettivi, senza eccezioni. Quello che resta è obbedire ai propri desideri: nelle tempeste tengono a galla, e nei cieli azzurri sanno disegnare le strade del domani.

 -Empatia –

Mara. Una donna del Novecento di Ritanna Armeni (Ponte alle Grazie) è la storia di Mara, una tredicenne “innamorata” del Duce, ma è anche il racconto delle donne durante il fascismo in Italia.  C’è chi soffre la fame, chi deve andare a lavorare e badare ai bambini, chi ha perso mariti, figli, speranze.

Mara una donna del novecento - Ritanna Armeni - Ponte alle GrazieLa settimana scorsa ho avuto la possibilità di incontrare Ritanna Armeni proprio nella sede di Ponte alle Grazie, dalla chiacchierata con blogger e giornalisti è emerso il dietro le quinte di Mara Una donna del Novecento. Una protagonista così diversa dall’autrice per età, idee politiche, eppure in un certo senso anche così vicina (LEGGI QUI l’incontro con Armeni).

Ci troviamo a Roma, e anche questa scelta non è casuale, a pochi metri dal famoso balcone di Piazza Venezia. Siamo nel 1933 e Mara, Nadia e Giulio sono dei ragazzini che si ritrovano la sera di fronte alla radio per ascoltare il notiziario. Mara e Nadia adorano Mussolini come fosse un divo del cinema: guardano le sue foto e sospirano, lo ascoltano in piazza e sentono il cuore in gola (come se fossero allo stadio diremmo noi oggi) e sentendo i discorsi alla radio lo appoggiano.

Abbiamo visto il Duce, innanzitutto, che ha pronunciato un discorso magnifico. È straordinario, forte e buono, il suo volto dà fiducia, quando fa il saluto romano strappa un urlo di gioia. Il grido «Duce, Duce» viene proprio dal cuore.

Armeni sta raccontando la storia delle donne “che spesso si incrocia con quella degli uomini ma non coincide con la loro”. Ed è proprio così: da una parte abbiamo due ragazzine innamorate di un ideale, dall’altra un personaggio come Luisa – la zia di Mara  – che abbraccia consapevolmente i valori del fascismo e ci crederà anche alla fine a dispetto di tutto e tutti. In casa di Mara, o meglio in gran parte del condominio, sono tutti fascisti. Il paradosso nella finzione e nella realtà  è sempre lo stesso: le donne proprio sotto dittatura cominciano a sentirsi libere. Il fascismo guarda loro come cittadine che anche se non hanno i pieni diritti degli uomini, si affacciano in società. Possono lavorare (anche se pagate un terzo degli uomini) ricoprendo incarichi maschili, diventano campionesse di sport… possono uscire in calzoncini e partecipare alle sfilate e così via.

Il Duce ha dimostrato ancora una volta di meritare la nostra fiducia e il nostro amore. Sì proprio l’amore. Non si può non avere trasporto e un sentimento intenso di devozione per chi ci protegge, ci guida e ha così a cuore il nostro benessere e la nostra felicità.

Mara una donna del novecento - Ritanna Armeni - Ponte alle GrazieMara e Nadia hanno la freschezza dell’adolescenza, l’entusiasmo di chi è genuino e la sfrontatezza che non ha epoca. Radicalmente diversi gli altri personaggi: Giulio è schivo e spesso silenzioso, i genitori di Mara sono fascisti meno convinti forse… ma come non esserlo abitando così vicini al suo balcone? La nonna di Mara è una “toscanaccia” che odia Mussolini per colpa della Battaglia del grano… Luisa è una donna ferma, decisa, convinta. La classica donna di destra.

Quando conosciamo Mara ha 13 anni e quando la lasciamo beh… in Italia è tempo di referendum. La sua evoluzione non è priva di ostacoli. Mara ha tanti sogni, la zia Luisa le ha promesso che avrebbe pagato gli studi all’università, ama i libri, è brava a scuola e sogna di fare la scrittrice.  La guerra la riporterà presto alla realtà scaraventandola nella vita adulta.

Anche qui devo ammettere che ho amato l’approccio di Mara, costretta a mettere da parte il suo quaderno da scrittrice si rimbocca le maniche al Ministero, diventando un ingranaggio fondamentale. Ma non sarà mai più la stessa, a cambiarla in primis una perdita gravissima:

Non c’era più la ragazza fiduciosa che contava su una robusta rete di protezione. I comportamenti, i gesti, le parole di chi era accorso nella stanza si rivolgevano già a un’altra Mara. Gli impercettibili ma concreti equilibri che regolavano i rapporti, i sentimenti, si erano modificati. La morte rimaneva garbata ma produceva cambiamenti veloci.

Ho adorato l’approccio di Mara perchè mi ha ricordato il mio durante le difficoltà: il ricordo dell’amore al fronte e i pensieri felici la cullavano durante il tragitto da casa al lavoro, solo così le giornate diventavano sopportabili. E poi la lettura, la vera spalla su cui piangere, dimenticare se stessi… ritrovarsi.

(…) Poi nella sede del Ministero ho scoperto la biblioteca, grande e meravigliosa come quelle che immaginavo durante la mia adolescenza. Ho cominciato a frequentarla per le ricerche che il professore mi ha affidato e si  rivelata una fonte di felicità. Posso accedere liberamente, prendere i libri che voglio, romanzi, racconti, poesie, mi è consentito anche di portarli a casa. Dumas, Deledda, Simenon, Verga, Dickens si alternano ai miei amati poeti latini e greci.

“A mettere fine al fascismo è la fame”, si potrebbe riassumere così la caduta del velo sopra gli occhi delle donne del Ventennio. La Guerra dura troppo a lungo, le donne sgobbano, svengono, muoiono. Prima lusingate, quando portano le fedi per la patria, poi schiacciate dalla dittatura.  Mara comincia a leggere le lettere dell’amato con un altro spirito e a poco a poco le bugie si sgonfiano lasciando solo amarezza e fame. Qui le strade delle donne del libro e della Storia si dividono: qualcuna imbraccerà il fucile a Salò, qualcun’altra troverà pace continuando a credere al Duce, un’altra capirà che l’incantesimo si è rotto.

Non basterebbero pagine e pagine per parlare di Mara. Una donna del Novecento, ogni personaggio è fondamentale nella storia, ogni donna ha qualcosa che ho amato. Sono rimasta davvero stupita da Armeni e la ringrazio per aver scritto una storia che non vuole stupire a tutti i costi, ma un racconto di normalità, straordinaria nella sua ordinarietà.


Mara. Una donna del Novecento è…

Empatia. Sembra incredibile ma ho provato grandissima empatia per la Mara, e un po’ anche per Nadia, all’inizio del libro. Ho sorriso quando ritagliavano le immagini del Duce e delle donne eroine che stavano facendo la storia del fascismo. Ho compreso la loro esaltazione durante i comizi, ho invidiato la loro sicurezza per le strade. Armeni è stata molto brava a non giudicare mai nessuno dei personaggi. C’è chi cambia strada, chi rimane nel mezzo, chi prende una posizione estrema, ma tutti ci vengono mostrati con grande onestà. Il racconto è spesso interrotto dalle parti in corsivo, qui, Ritanna prende voce, ma mai in contrasto con Mara, aggiunge solo considerazioni al quadro storico, riportandoci alla realtà.

Consigliato per chi ama le storie vere, per chi vuole approfondire la storia, la libertà e le idee delle donne. Questo è un racconto storico ma attualissimo. Amerete tutti i personaggi e come me avrete voglia di recuperare gli altri romanzi della Armeni!

 

three-half-stars

Alcune note su Ritanna Armeni

ritanna armeni

Ritanna Armeni è giornalista e scrittrice. Ha lavorato a il manifesto, Rinascita, Il Mondo, l’Unità, Liberazione. Portavoce di Fausto Bertinotti, è stata per tre anni conduttrice di Otto e mezzo insieme a Giuliano Ferrara. Ha pubblicato, tra gli altri: Di questo amore non si deve sapere (2015, vincitore del Premio Comisso) e Una donna può tutto (2018), entrambi usciti per Ponte alle Grazie

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2 COMMENTI

  • M. Cristina Rubei

    Recensione molto interessante, penso di comprare il libro. Per cortesia una curiosità, di chi è il quadro della copertina? Grazie

  • Filippo

    Ho finito stanotte ( 21.4.2020 ) di leggere Mara, l’ultimo scritto di Ritanna Armeni.
    Al di là della storia molto bella delle due protagoniste Nadia e Mara, ritengo interessante la rievocazione storica del periodo a cui si fa riferimento; Il ruolo delle Donne, la fatica nel gestire ma anche nell’affrontare le situazioni spesso intrecciate con quelle intime e personali dove non si aveva nemmeno il tempo per dare spazio al dolore.
    A prescindere da chi e con chi si è scelto di condividere i propri ideali, se fosse o non la parte giusta o sbagliata, credo che la cosa importante, ciò che prevale dal racconto è la coerenza e l’affidabilità della Donna in quel periodo storico. Partigiani o ausiliari non importa, probabilmente entrambi dalla parte giusta, entrambi colpevoli, ma sempre e comunque in prima linea.
    Avrei preferito un lieto fine tra Mara e Giulio, probabilmente scontato, o forse solo perché ho avuto una Nonna che ha atteso il proprio consorte per 5 lunghi anni senza mai aver avuto notizie…sono stati insieme 60 anni.
    Libro interessante.
    Filippo Torella

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