Il cardellino
La trama
Theo Decker sopravvive, appena tredicenne, all’attentato terroristico che in un istante manda in pezzi la sua vita. Solo, a New York, viene accolto dalla ricca famiglia di un compagno di scuola. Ma nella nuova casa di Park Avenue si sente a disagio, e la nostalgia per la madre lo tormenta. L’unica cosa che riesce a consolarlo è un piccolo quadro dal fascino singolare. Da lì, il suo futuro diventa una rocambolesca girandola di salotti chic, amori e criminalità, in balìa di una pulsione autodistruttiva impossibile da controllare. PREMIO PULITZER 2014
– Capolavoro –
Difficile descrivere un libro che ti è sembrato perfetto, è il caso de Il cardellino, sicuramente uno dei romanzi più belli in cui mi sia mai imbattuta. E’ vero, Tartt accompagna il lettore in un viaggio tra le dipendenze, i vizi e la confusione senza regole.
Ma la storia di Theo è una storia fatta di amore, prima ancora che di sofferenza. Racconto in flashback che si apre con il protagonista trentenne che a ritroso rivive la sua adolescenza, a partire dal trauma più grande.
Avevo “l’aria di cavarmela alla grande”. E magari era anche vero, non saprei. Di sicuro non urlavo di dolore nè prendevo a pugni le finestre, nè facevo alcuna delle cose che uno che si sentiva come me avrebbe potuto fare. Eppure a volte, senza preavviso, il dolore m’investiva a ondate, lasciandomi boccheggiante; e quando la marea si ritirava restavo a fissare un relitto coperto di salsedine, illuminato da una luce così chiara, triste e vuota, che mi pareva impossibile che al mondo fosse mai esistito qualcosa di diverso dalla morte.
[amazon_link asins=’B00XXS7KP4′ template=’ProductAdDESTRA’ store=’lalettricecon-21′ marketplace=’IT’ link_id=’63e2653c-a93d-11e7-8c6e-77c2aa54ce4d’]Theo in un giorno qualunque, si trova al Metropolitan Musem in compagnia della mamma. Lui non lo sa ancora ma sarà il giorno in cui la sua intera esistenza cambierà. La vita del ragazzino viene distrutta e salvata nello stesso giorno. Meno di un secondo e una bomba esplode all’interno del museo. Il ragazzino si trova circondato da macerie, cadaveri e parti di esse. Guardandosi intorno troverà un anziano, gli farà compagnia durante gli ultimi istanti di vita e riceverà in regalo un anello. Quell’anello lo porterà a conoscere un personaggio chiave. Gli oggetti, che non sono mai solamente oggetti in questo libro, sono fondamentali durante tutta la storia. Prima di scappare dal museo Theo riuscirà a portare via Il cardellino, il famoso quadro, filo conduttore di tutta la vicenda. Oltre ottocento pagine costruite con grande maestria. Ogni personaggio ha un posto ben definito nella vita travagliata e a tratti devastata di Decker.
Il grande amore è Pippa, la ragazza che ha fissato pochi secondi prima dell’esplosione.
Per anni era stata la prima cosa a cui pensavo appena sveglio, l’ultima quando andavo a dormire, e durante il giorno ci pensavo di continuo, in modo intrusivo, ossessivo e doloroso.
Un amore che però il protagonista non riusciurà a vivere, troppo tormentato dai pensieri di morte e di dolore, che mai erano usciti dalla sua testa:
Vecchiaia, malattia, morte. Nessuno aveva scampo. Anche i più belli non erano che morbidi frutti sul punto di marcire. Eppure, per qualche strana ragione, la gente continuava a scopare, a riprodursi e a sfornare altro cibo per vermi, mettendo al mondo altri esseri umani destinati alla stessa sofferenza, come se questo fosse uno strumento di redenzione, un’azione giusta o, persino, degna di ammirazione: trascinavano creature innocenti in un gioco senza vincitori. Neonati che si dimenavano, mamme dolci e compiaciute, drogate di ormoni, Ma non è adorabile? Ooohh. Bambini che schiamazzavano e correvano al parco, totalmente ignari dell’inferno che li aspettava: lavori monotoni e mutui esorbitanti e matrimoni sbagliati, calvizie, protesi all’anca, solitarie tazze di caffè in una casa vuota e una sacca per colostomia in ospedale. La maggior parte delle persone sembravano soddisfatte della sottile patina ornamentale e del sapiente gioco di luci che, di tanto in tanto, facevano apparire più misteriosa o meno ripugnante la sostanziale atrocità della condizione umana.
Anche il suo rapporto con il compagno di scuola russo, è travagliato e danza sul confine amicizia e amore, tra salvezza e autodistruzione.
Un viaggio nella condizione umana che non può lasciare indifferenti.
Il Cardellino è…
Il Cardellino è un libro toccante, commuovente e al tempo stesso duro e crudo come solo la vita sa essere. Mi capita spesso di leggere romanzi per dimenticarmi chi sono, per vivere un’altra vita. Qui, tra queste pagine, mi sono imbattuta in me stessa. Tartt ha toccato delle corde che non avrei permesso a nessuno di sfiorare. Consigliatissimo per chi ha voglia di perdersi in una storia impegnata, per chi apprezza la bella scrittura, le descrizioni e i sentimenti.
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Pingback: cardellino libro – BDOCY del 02/10/2017
3 COMMENTI
Laura
3 anni faNon condivido… poteva essere un libro medio con la meta’ delle parole che ha impiegato l’autrice che a volte sembra proprio essere presa dalla compulsione di riempire la pagina vuota, girando e rigirando sui soliti concetti (e non tutti sono Proust ) .
Ho letto tanto, anche testi classici “impegnativi” ma questo Theo non riesce, nonostante tutta la sua sofferenza raccontata a parole, a penetrarmi sotto la pelle. Semplicemente scivola via ,
In verita’ nessun personaggio è riuscito a prendermi,. Sono tutti finti e si sente. L” autrice dipingegli attori di questa storia e le loro avventure con pennellate decisamente stereotipate. Colori scontati.
Non so perche’ mi ha dato solamente l’impressione di una sceneggiatura buttata giu’ con l’intenzione du farci un film “acchiappatutti” con tanto di scaltri effetti speciali , come la parte finale degli scontri fra malavitosi per recuperare il quadro ( che non è neanche la peggiore ) che addirittura sembra essere stata scritta da un’altra mano.
Ma soprattutto il sentire di questo ragazzo non arriva al cuore.
Tante parole studiate bene ma senza anima.
Laura
Claudia
3 anni faÈ un romanzone. .quasi 900 pagine! Troppe. Tutto gira intorno ad un famoso quadro …sottratto da un ragazzino a seguito di una esplosione in un Museo di New York. Tante vicissitudini abbastanza avvincenti…per arrivare al “senso della vita”… per la scrittrice un “non sense”. Lo si può trovare nell’arte..nella bellezza. Ma devono essere legati a qualcosa di profondo….