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Febbre di Jonathan Bazzi è il libro dell’anno Fahrenheit 2019

Febbre di Jonathan Bazzi è il libro dell'anno Fahrenheit 2019

Sono davvero contenta per Jonathan Bazzi e per tutti gli amici di Fandango Libri che, da stasera, possono festeggiare l’importante traguardo raggiunto: Febbre è  stato eletto il libro dell’anno 2019 del programma radiofonico Fahrenheit di Radio Tre. Il vincitore oggi è stato svelato nell’ambito della fiera romana dell’editoria Più libri più liberi.

Febbre di Jonathan Bazzi  è il libro dell’anno Fahrenheit 2019

Febbre

Valutazione:
three-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
09/05/2019

Pagine:
328
Genere:
ISBN:
9788860446060
ASIN:
B07RWLZC11
Acquista:

La trama

Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un'infinità di autodiagnosi, pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all'ultimo stadio. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell'HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato. A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l'autore ci accompagna indietro nel tempo, all'origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano - o Rozzangeles il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri, dei tamarri, dei delinquenti, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un pidgin di milanese, siciliano e napoletano. Dai cui confini nessuno esce mai, nessuno studia, al massimo si fanno figli, si spaccia, si fa qualche furto e nel peggiore dei casi si muore. Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e che lo rendono diverso.

Tra i libri finalisti che si sono contesi l’ambito riconoscimento di libro dell’anno avevo già letto e recensito Chilografia di Domitilla Pirro – Effequ (Leggi QUI la mia recensione) , il grande vincitore… Febbre di Jonathan Bazzi  (Leggi QUI la mia recensione) e Quella metà di noi di Paola Cereda (Leggi QUI la mia recensione). Mentre possiedo ma non ho ancora cominciato Nero Ananas di Valerio Aiolli (Leggi QUI l’incontro con l’autore).

Chi erano i dodici finalisti per il libro dell’anno di Fahrenheit

  • Carola Susani, La prima volta di Italo Orlando, Minimum Fax
  • Domitilla Pirro, Chilografia, Effequ
  • Alessio Forgione, Napoli mon amour, NN Editore
  • Simona Baldelli, Vicolo dell’immaginario, Sellerio
  • Adrian Bravi, L’idioma di Casilda Moreira, Exorma
  • Leo Ortolani, Cinzia, Bao Publishing
  • Paola Cereda, Quella metà di noi, Giulio Perrone editore
  • Valerio Aiolli, Nero Ananas, Voland
  • Andrea Olivieri, Una cosa oscura senza pregio, Alegre
  • Matteo Meschiari, L’ora del mondo, Hacca
  • Andrea Zandomeneghi, Il giorno della nutria, Tunuè
  • Jonathan Bazzi, Febbre, Fandango Libri

Alcune note su Jonathan Bazzi

Jonathan Bazzi

Jonathan Bazzi di se stesso dice: “Superstite di un’infanzia trascorsa all’ombra della torre Telecom nella Rozzano degli anni ’90, sono laureato in filosofia e vivo a Milano con Marius e due devon rex nati a san Valentino. Ho il culto di Simone Weil e Elsa Morante, amo gli incipit e l’imbarazzo della scelta”.

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