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RECENSIONE: Quella metà di noi (Paola Cereda)

Quella metà di noi - Paola Cereda - Giulio Perrone Editore
RECENSIONE: Quella metà di noi (Paola Cereda)

Quella metà di noi

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
21 febbraio 2019

Pagine:
222
Genere:
ISBN:
9788860044891
ASIN:
B07NPP3PP4
Acquista:

La trama

Alle volte ci si ritrova nel mezzo: di due case, di più lingue. Nel mezzo di più vite, di decisioni ancora da prendere, di bisogni contrastanti. È qui che sta Matilde, maestra in pensione che si reinventa badante, alle prese con una parte di se stessa che credeva di non dover mai affrontare. I segreti sono spazi di intimità da preservare, nascondigli per azioni incoerenti, fughe, ma anche regali senza mittente per le persone che amiamo. Ma cosa resta di autentico nei rapporti quando si omette una parte di sé? Dove si sposta il confine tra sentimento e calcolo? Matilde lo scoprirà nel confronto con sua figlia, con l'ingegnere di cui si prende cura, con gli spaccati di vite sempre in bilico del quartiere di periferia in cui vive: ogni rapporto ci trasforma, in una dimensione di reciprocità che, attraverso l'altro, ci permette di valutare quanto, alla fine, siamo disposti a cedere di quella metà di noi. Dando voce a una coralità di personaggi, Paola Cereda racconta una società frammentata che cambia e fa emergere nuovi bisogni e nuove prospettive, in cui pare necessario inventarsi una nuova modalità per far quadrare i conti con noi stessi e con gli altri. Con una scrittura asciutta e chirurgica, che pure inaugura spazi di autentica poesia, tesse una storia universale, la storia di una donna in grado di restare in piedi quando crolla anche l'ultima illusione.

 – Solitudine – 

Quella metà di noi  di Paola Cereda (Giulio Perrone Editore) è una storia che mi ha stupito. Cereda usa pochi elementi, una storia lineare… e riesce a catturare dalla prima all’ultima riga la nostra attenzione. Nessun colpo di scena, niente  in grado di sconvolgerci, eppure la nostra protagonista Matilde, ci trascina nella sua vita facendoci dimenticare tutto il resto.

Matilde è una maestra in pensione, rimasta vedova presto, ha cresciuto da sola la figlia Emanuela. Ora che potrebbe godersi finalmente il riposo, scegli di fare la badante. Perché? E’ attorno a questa domanda che ruota tutto il libro.

Fare i conti con un nuovo mestiere non è facile, specialmente perché significa rapportarsi con il dolore, l’assenza, la perdita delle illusioni. Matilde si prende cura dell’ingegnere, un uomo ridotto a pelle e ossa con una moglie che prende a male parole la domestica e sembra avere qualche problemino con la mania di controllo. Matilde si inserisce in questo contesto difficile, malinconico. Solleva e aiuta il signore tutti i giorni, nonostante la stanchezza, il mal di schiena e le preoccupazioni. Ha bisogno di quei soldi. Sì ma perché?

Quella metà di noi - Paola Cereda - Giulio Perrone EditoreLa vita di Matilde è tutta in bianco e nero. Torna a casa da sola, vive in un quartiere popolare in cui abitano personaggi pittoreschi, e loro sì che aggiungono colore alla narrazione a all’esistenza: dal signore  di fronte che l’ha vista invecchiare, al giovane studente che ha abbandonato l’università per seguire i sogni. E poi quella cartolina sul frigo… quella dà colore alla vita di Matilde, perché le ricorda quello che era, quello che aveva e ciò che sognava.

Capiamo subito che il rapporto con la figlia è problematico. Se ne è voluta andare via presto di casa, ha scelto di vivere lontano dal quartiere della madre e rinnegare le origini. Emanuela ora ha una nuova famiglia, sono ricchi (più o meno), colti e con la puzza sotto al naso, lei non può che vergognarsi per sua madre. Così modesta, ignorante e ora pure badante. Se il rapporto con la figlia è brusco e carico di tensione, quello con le nipoti è… praticamente inesistente.

La vicenda si complica quando Emanuela chiede alla mamma un prestito: settantamila euro. Ma Matilde quei soldi non può darglieli, non li ha. Ce l’hai lì, sulla punta della lingua, potrebbe spiegarle dove sono finiti i suoi risparmi, perché deve lavorare, perché non può vendere la casa ma… ormai il suo segreto fa parte di lei.

I segreti sono?
Spazi di intimità da preservare, nascondigli per azioni incoerenti, fughe, sguardi, libertà particolari, il trucco che nasconde l’evidenza, pozzo in cui saltare a piedi scalzi, regali senza mittente, errori, vendette. Persone amate.
Chi non ha qualcosa da nascondere, almeno una verità da raccontare.
E la verità, a volte, è il più grande di tutti segreti.

Le settimane passano e mentre le pagine scorrono, scopriamo che l’altro personaggio femminile che merita attenzione è quello di Laura, la moglie di Giacomo, l’assistito di Matilde.

Laura è una donna molto dura, forte all’apparenza ma anche molto fragile. Vittima delle proprie pulsioni non è più in grado di controllarsi. E noi lo scopriamo attraverso le liti con Dora (la domestica) e le farneticazioni di Giacomo. Sì, quell’uomo ridotto all’ombra di se stesso, che confonde le donne che si affacciano sul suo letto, sarà una delle chiavi per capire Laura.

Con un tuffo nel passato riusciamo a ricostruire la genesi dello sfortunato matrimonio e ci chiediamo: “Perché Laura riesce ad essere affettuosa solamente quando si trovano all’ospedale?”.

Le cattiverie che sopporta Matilde sono tante e cerca di scacciarle via come un pensiero, come il mal di schiena che la perseguita. Ma quella metà di noi, quella fatta di segreti, frustrazioni, desideri, amori finiti, non si può cancellare, solo accettare.

Quella metà di noi è…

Un libro pieno di solitudine. Tutti i personaggi sono soli con un fardello da portare o da lasciar andare. Laura è chiusa nella sua incapacità di comunicare, Dora  è in un paese straniero sola, Giacomo è in un letto con poche forze e il ricordo sbiadito di un amore. Emanuela è prigioniera di una famiglia lontana da lei, Matilde prigioniera di un segreto, di scelte che non ha avuto il coraggio di compiere.

Ho letto il libro in pochissimo tempo. Mi è piaciuta la scrittura di Cereda: pulita e coinvolgente. Da una parte mi sentivo confortata, nonostante tutte le differenze, mi sono calata nei panni di Matilde. Dall’altra parte l’angoscia del segreto, della fatica, dell’incomunicabilità, della freddezza e della solitudine mi hanno turbato.

Amo i libri che riescono a tenere l’attenzione così alta giocando con pochi elementi. Quella metà di noi è un libro intimo, un sussurro, un racconto malinconico.

Consigliato per chi ha voglia di una storia che esce dal coro, per chi cerca le sfumature, per chi ha voglia di farsi sorprendersi e poi solo per questa frase vale la pena leggere tutto il libro:

Mi consideravo la somma logica di un passato ma Amedeo mi diceva sbagli, hai una vita davanti. Non tutta, rispondevo io, solo un pezzo. Che differenza fa, credi forse che ci sia qualcuno così sfortunato da sapere con certezza quanto gli resti per davvero? Il tempo, l’orologio alle tue spalle fermo sulle dodici e venti. ora capisco perché non gli ho cambiato la pila: sta lì, immobile sulla parete, a ricordarmi che dovremmo vivere in base alle intenzioni e non in base al tempo.

three-half-stars

Alcune note su Paola Cereda

Psicologa, è nata in Brianza. Oggi vive a Torino e si occupa di progetti artistici e culturali nel sociale. Per due volte finalista al Premio Calvino (2001, 2009), nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo Della vita di AlfredoCon Piemme ha pubblicato Se chiedi al vento di restare (2014, finalista al Premio Rieti) e Le tre notti dell’abbondanza (2015). Con Confessioni Audaci di un ballerino di liscio (Baldini&Castoldi, 2017) è stata finalista al Premio Rapallo Carige al Premio Asti d’Appello. Ha ricevuto la menzione speciale della Critica al Premio Vigevano 2017Con Quella metà di noi (Perrone)  è entrata nella dozzina del premio Strega.

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