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RECENSIONE: La meccanica dei corpi (Paolo Zardi)

La meccanica dei corpi di Paolo Zardi (Neo edizioni)
RECENSIONE: La meccanica dei corpi (Paolo Zardi)

La meccanica dei corpi

Valutazione:
four-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
15/11/2023

Pagine:
180
Genere:
ISBN:
9791280857217
Acquista:

La trama

Cosa regola i corpi che siamo? Le spinte che esercitiamo gli uni sugli altri, le attrazioni, le prevaricazioni? Quale la sostanza delle nostre emozioni? Paolo Zardi elegge la letteratura quale disciplina che meglio racconta la complessità delle scelte che definiscono ogni vita, perché capace di indagarne le dinamiche nascoste e imprevedibili. Le pagine de «La meccanica dei corpi» abitano queste forze e lo fanno in modo inatteso. Una ragazza lavora nella grande città, decisa a smarcarsi dalle origini di provincia. Un uomo che ha raggiunto lo status agognato, decide che alla sua vita manca qualcosa. Un vecchio alla fine dei suoi giorni è visitato dai fantasmi del passato, riceve fax in bianco e telefonate di nessuno. Una donna vede suo marito trasformarsi in uno sconosciuto. Due amici, durante una cena casalinga, attraversano il tempo. Cinque storie che, in un misto di garbo e sfrontatezza, colgono il rumore che gli esseri umani fanno nel loro incessante esistere: una sinfonia di desideri, speranze, attese, di inneschi improvvisi che riscrivono la partitura iniziale.

 – Ipnotico –

La meccanica dei corpi di Paolo Zardi (Neo edizioni) è una raccolta di racconti che ho divorato. Appena Neo ha annunciato la pubblicazione, non ho pensato ad altro. Ho amato alla follia Il giorno che diventammo umani (LEGGI QUI la mia recensione) e mi sono accostata a questo nuovo libro con un po’ di timore e con impazienza. Lo avrei amato come le altre raccolte? Non voglio tenervi sulle spine quindi sì, anche se niente può battere Il giorno che diventammo umani, ne La meccanica dei corpi ho ritrovato alcune atmosfere.

La meccanica dei corpi di Paolo Zardi (Neo edizioni)La meccanica dei corpi è composto da cinque  racconti che avrei voluto centellinare e invece sono qui, già a chiedermi: Quando uscirà il prossimo?  Non voglio raccontarvi la trama di ogni singolo racconto, non avrebbe senso. Quello che però posso dirvi è che il libro è costruito in crescendo, se  L’era della dignità borghese mi ha lasciato un po’ tiepida (temevo che Zardi si fosse ammorbidito un po’ troppo), i successivi mi hanno convinto e diciamolo, anche un po’ scosso.

L’inizio de  L’era della dignità borghese sembra l’incipit di un romanzo distopico. La protagonista ha a che fare con i demoni del mondo del lavoro: competitività ad ogni costo, nessuno scrupolo e crescente senso di incertezza. In più si muove in una società sfuggente in cui regna la legge del più furbo e in cui per respirare un po’ di serenità (finta) si è disposti a fare qualunque cosa, persino rinnegare il proprio credo e le proprie origini.

La città era cresciuta in fretta. Cinquant’anni di espansione inarrestabile, fino a diventare un mostro tentacolare, un minestrone informe sulla cui sommità bollivano i resti confusi di case cadenti, magazzini dismessi, grattacieli e centri commerciali abnormi; nel sottobosco, invece, brulicava un coacervo di uomini incattiviti, cingalesi ai semafori, donne molestate nei vicoli, ragazzini che spacciavano roba ad adulti frustrati. Il caso aveva prevalso sulla morale, sull’estetica, sui piani regolatori; e sul caso, poi, quella specie di aratro che rovescia la terra portando in superficie l’umidità sotterranea e i suoi grassi lombrichi, continuava a prevalere un’avidità famelica, quel tipo di spinta che, in epoche migliori, gli ottimisti alfieri del nuovo mondo chiamavano spirito imprenditoriale.

Zardi va dritto al sodo, sempre, ma non per questo ha lo stile scarno (o asciutto come dicono adesso), io i colori nella sua penna riesco a vederli tutti ed è il motivo per cui dalle sue storie non riesco mai ad uscire completamente. Sono sempre combattuta quando lo leggo, una parte di me vorrebbe continuare a stare in compagnia di quei personaggi talvolta perversi, soli, disperati o mediocri… dall’altra vorrei richiudere quella finestra che si affaccia su un mondo fin troppo reale.

Al centro di tutti i racconti ci sono i rapporti umani. Ci sono certo cause esterne in grado di stravolgere delle vite, come nel caso di  Risvegli: la vita di un uomo cambia quando muore per qualche secondo, di conseguenza anche tutti i rapporti, e persino il proprio nome sono cambiati. Come è possibile rimanere gli stessi dopo la morte? Le distanze diventano abissali, i silenzi interminabili e gli sguardi… forse quelli non ci saranno nemmeno più. E cause interne come i sentimenti che appassiscono o si rianimano, i lutti, le perdite.

Fantasmi è il racconto più sussurrato e quello che mi ha commosso.  Guardiamo il protagonista, un uomo anziano, spegnersi insieme al proprio cane. Che vita è la sua? Rimasto solo senza il conforto della moglie e senza l’amore di un figlio che ha perduto anni prima si interroga sul proprio destino, fino a scegliere di lasciarsi morire… ma la vita si divertirà a scombinargli le carte ancora una volta:

Cosa succede a un individuo quando decide di uscire da un percorso di vita definito? E come questa azione modifica le traiettorie delle persone a lui vicine? Per anni non era stato in grado di capire, impegnato nell’ordinaria manutenzione dell’involucro vuoto della sua vita, inconsapevole di quale fosse il suo destino, il motivo per cui ancora vagava tra i vivi.

Questo è anche un racconto che dà speranza, e non tanto per il lieto fine (se arriverà o meno lo scoprirete leggendo) ma per il suo messaggio. Alla fine, che ci crediamo o no, siamo tutti vivi per un motivo. Ed è curioso che io abbia apprezzato proprio questo racconto in palese contraddizione con la mia raccolta preferita “Il giorno che…”, dominata dallo spietato caso. Ma forse anche io ogni tanto ho bisogno di ottimismo.

La storia che “vale tutto il libro” è Il signor Bovary. 

Ma non sapeva più se amava quella donna, o se l’avesse mai amata. La prima volta che le aveva detto «Ti amo» si era eccitato, ma era stato come prestarle dei soldi. Un regalo generoso e magnanimo, e quindi un crudele atto di prevaricazione, perché era talmente sprecato il suo amore per una donna così da rendere nobile, e tremenda, ogni concessione.

Il signor Bovary trova la felicità nel tradimento, gli incontri segreti, l’eccitazione di non mescolare il sesso più sfrenato con l’amore. Ed è qui che ho ritrovato l’autore nella veste più sfrontata con quel pizzico di cinismo che mi ha fatto sorridere amaramente.  Per quanto mi disgusti il protagonista non posso fare a meno di chiedermi se quello che ho in mano sia uno pecchio… quando abbiamo tutto, lavoro, soldi, cerchiamo sempre di avere ancora di più, rischiando poi di perdere tutto.

Il tradimento consuma in fretta le sue risorse: è un fuoco che chiede legna sempre più grande. Il secondo bacio non somiglia al primo, rubato con il cuore in gola: vale già meno. Ci si abitua presto alle regole infrante; e infrangere regole più severe è una continua richiesta di conferma che si rivolge all’altro. Fino a che punto sei disposto a spingerti? Cosa sei disposto a perdere? Così, a ogni passo un nuovo sacrificio: il pudore immolato, il ritegno cancellato, il buonsenso dimenticato. L’amore vuole estendere il suo dominio fino ai limiti del possibile. Non è cattivo: ne va della sua sopravvivenza.


La meccanica dei corpi è…

Ipnotico.  Ci sono pochi autori in grado di catturare la mia attenzione così. Pochissime pagine per costruire, e  a volte distruggere, un mondo perfettamente credibile. Ne La meccanica dei corpi c’è fragilità, malinconia, sarcasmo, in poche parole ci siamo noi, con tutte le nostre imperfezioni e i nostri slanci di affetto o rabbia.

Consigliato per chi è in cerca di storie potenti, affascinanti e sfacciate. Ne La meccanica dei corpi c’è il dinamismo, c’è l’introspezione e quel pizzico di crudeltà tipico della vita.

Mi sembra già di sentirvi: “No i racconti non fanno per me”, ma lo dite solo perché non avete ancora letto Zardi. 

four-stars

Alcune note su Paolo Zardi

Paolo Zardi

Paolo Zardi (Padova 1970), ingegnere, ha esordito nel 2008 con un racconto nell’antologia Giovani cosmetici (Sartorio). Ha pubblicato il romanzo breve Il Signor Bovary (Intermezzi, 2014) e i romanzi La felicità esiste (Alet, 2012), Antropometria(2010), Il giorno che diventammo umani (2013), XXI Secolo (2015), con cui è stato finalista al Premio Strega 2015, e La passione secondo Matteo (2017), tutti pubblicati con Neo Edizioni. Per Feltrinelli ha pubblicato, nella collana digitale Zoom Flash, Il principe piccolo (2015), La nuova bellezza (2016), Le città divise (2018), e il romanzo Tutto male finché dura (2018). È il primo autore italiano a essere stato tradotto e pubblicato dalla rivista “Lunch Ticket” (Università di Antioch, Los Angeles) con il racconto Sei minuti. Cura il blog grafemi.wordpress.com.

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