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RECENSIONE: L’invenzione degli animali (Paolo Zardi)

L'invenzione degli animali - Paolo Zardi - Chiarelettere
RECENSIONE: L’invenzione degli animali (Paolo Zardi)

L'invenzione degli animali

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
05/09/2019

Pagine:
256
Genere:
ISBN:
9788832962529
ASIN:
B07X3718Q8
Acquista:

La trama

Ascoltami – disse Kapoor –, il segreto è che la morale è solo un altro modo di dire la parola economia. Capito?
«Credo che Zardi ami scrivere come baluardo contro la grettezza che ci circonda.»Valeria Parrella
«Ho sempre avuto una passione per i personaggi capaci di unire una totale assenza di morale a una certa simpatia umana.»
In un’Europa dilaniata dagli scontri e tagliata in due, in una società in cui la democrazia è stata svuotata di ogni significato e ogni cosa è decisa dagli imperativi dell’economia, l’azienda più grande del mondo ha riunito le migliori giovani menti del continente e ha affidato loro il compito di inventare un nuovo futuro. Tra questi promettenti scienziati c’è Lucia Franti che a Parigi lavora su un progetto di ibridazione genetica: l’obiettivo è porre le basi per un allevamento su larga scala di animali donatori di organi. La morte di una delle cavie, tuttavia, svelerà una realtà che nessuno vuole riconoscere e Lucia, suo malgrado, si troverà costretta a prendere decisioni che, in un drammatico crescendo di eventi, metteranno in pericolo la sua stessa vita.Ambientato in un futuro imminente, L’invenzione degli animali ruota attorno ai temi della coscienza degli esseri umani, la relazione tra genetica e mente, la diversità rifiutata, la responsabilità morale dei singoli individui e i rischi legati alla perdita di un’idea etica del mondo. Con una scrittura efficace e asciutta, Zardi costruisce un thriller inaspettato che ha il coraggio di guardare in faccia gli aspetti più oscuri del contemporaneo.

 – Domande –

L’invenzione degli animali di Paolo Zardi (Chiarelettere)  un romanzo che a prima vista potrebbe essere definito distopico. Insomma, il classico libro  ambientato nel futuro che immagina scenari apocalittici, inquietanti e malvagi. In realtà il racconto di Zardi è talmente vicino alla realtà da sembrare solamente “uno scenario possibile” ed è questa angoscia che mi ha accompagnato per tutta la lettura.

L'invenzione degli animali - Paolo Zardi - ChiarelettereNe L’invenzione degli animali Lucia e Patrick sono i principali protagonisti. Non sappiamo molto di loro in realtà perché è come se la loro vita cominciasse con il lavoro alla Ki-Kowy, un’azienda colosso. Accanto a loro anche altri colleghi e fidanzati: Marianne e Tibor.  C’è qualcosa che stona in questo quadretto e lo capiamo subito. I quattro che lavorano tutti per la stessa azienda, vivono in un mondo a sé. Tutto dipende dalla loro vita lavorativa: la casa in cui si abita, la città, le mansioni, tutto viene deciso dalla Ki-Kowy. Chi ci lavora è un privilegiato: intorno c’è un mondo in guerra. Fame e povertà sono all’ordine del giorno e i lavoratori sono dei privilegiati. Il loro stipendio è alto, svolgono delle mansioni molto importanti e soprattutto, come nel caso di Lucia, non sono più poveri.

Lucia e Patrick sono due persone diversissime. Lucia è intelligente, schiva e riesce sempre ad andare oltre alle apparenze. Peccato che per la Ky-Kowy abbia un enorme difetto: anche se conduce esperimenti sugli animali, riesce ad umanizzare i loro comportamenti.

Ma facciamo un passo indietro: dopo l’ennesimo trasferimento Lucia dovrà occuparsi di ingegneria genetica, mentre Patrick di nuove ricerche economiche. Invitati a una festa, faranno la conoscenza di Kappor, quello che ha tutta l’aria di essere “il mega direttore galattico”. In sostanza uno dei capi dell’azienda che svela a Lucia il grande progetto a cui, anche lei sta lavorando: quello della vita eterna.

Sì, nel laboratorio viene ricreato il Pianeta e gli animali, che però contengono tracce del Dna  umano, vengono osservati da telecamere e studiosi, lo scopo è il trapianto degli organi, lo scopo è salvare le persone malate… lo scopo è non far sentire più dolore all’umanità. Lo scopo è… cancellare la morte: “L’immortalità è la fine della storia, la fine di tutto”, così risponde Lucia al capo durante quell’incontro.  Ed è con questa nuova consapevolezza che guardiamo gli esperimenti sul Pianeta. Un brivido di inquietudine si fa strada in noi. Il perché è chiarissimo: a prefiggersi questo nobile scopo è la Ky-Kowy, una superpotenza mondiale che come scopo ha solo quello del profitto. Non esiste nient’altro: non ci sono rapporti umani che tengano, riflessioni, sangue versato. Tutto è calpestabile nel nome del guadagno, del potere.

“Ascoltami – disse Kapoor –, il segreto è che la morale è solo un altro modo di dire la parola economia. Capito?”

Lucia è ambiziosa come tutti gli altri lavoratori della Ky, ma  ha qualcosa che la fa distinguere: il senso critico, l’umanità e soprattutto gli innumerevoli dubbi. Proprio durante le osservazioni sul Pianeta, gli scienziati si accorgono che qualcosa non va, ed è questo il cuore del libro. Non tutto si può prevedere e infatti i cervelloni non sono riusciti a fermare gli animali. Fermare in che senso?  Settimane e mesi passano e gli abitanti del Pianeta cominciano ad organizzarsi: dividono il lavoro, piangono i morti, lavorano le pietre. Perché?  Uno si comporta da “sovrano illuminato” e sarà proprio questa definizione a costare parecchio a Lucia. Vietate le metafore e vietate le similitudini. Nel pianeta ci sono bestie, non uomini.  Perché è così importante questa distinzione? Perché è l’uomo il centro del mondo.

«Gli orsetti di peluche con cui giocavamo da piccoli – te li ricordi? – avevano occhi grandi per risvegliare il nostro senso di tenerezza: li scambiavamo per bambini, e per questo ci prendevamo cura di loro. Si trattava di una finzione basata su un fraintendimento, un inganno che sfruttava la nostra tendenza innata a vedere esseri umani ovunque. C’è gente che adora delle montagne con gli occhi o che si inginocchia quando vede comparire nuvole a forma di faccia. È più forte di noi».

(…) «È un approccio potenzialmente pericoloso. La traslazione di genere, di specie, il credere che un peluche sia un essere vivente o che un gatto capisca quello che gli stiamo dicendo, si realizza in modo impercettibile; e una volta che è successo è irreversibile.  Gli animali che seguiamo» con una mano incava i monitor lungo le pareti dell’ufficio, mentre con l’altra stringeva uno dei suoi famosi telescopi sono animai. «Non è un giudizio, ma una semplice constatazione.»

L'invenzione degli animali - Paolo Zardi - ChiarelettereLa cocciutaggine di Lucia la porterà per forza di cose a scontrarsi con l’intero sistema, perché vuole davvero cambiare il mondo. Come? Ponendoci delle domande, quelle potranno salvarci sempre. La cieca obbedienza al potere che da una parte spersonalizza e dall’altra cuce il costume dell’uomo sopra ogni cosa, ci porterà verso l’autodistruzione? La risposta nell’invenzione degli animali non può che essere “sì”. I temi sono così tanti e così profondi che a un certo punto ci dimentichiamo di un aspetto che all’inizio del libro – o almeno leggendo il titolo – avremmo ritenuto fondamentale: come sono fatti gli animali? Non lo sappiamo e non ci importa perché la nostra mente è impegnata in ragionamenti e parallelismi. Qui, attraverso la scienza si controllano menti, interessi, religioni  (probabilmente scomparse e sostituite dall’uomo onnisciente e onnipotente), oggetti, animali o persone. Qui, qui dove? Nel mondo zardiano o nel nostro?

L’invenzione degli animali è…

Un libro pieno di domande. Quando l’ho cominciato credevo che mi sarei trovata di fronte a una sorte di thriller, credevo che l’ansia, l’inquietudine, la smania di sapere, sarebbero scaturite dalle scene descritte da Zardi. Sono rimasta stupita perché il ritmo incalzante proviene dalla riflessione continua. Ancora una volta l’autore ci dà l’impressione di collaborare prendendo parte alla storia: non tutto viene descritto, non tutto viene spiegato ed è qui che entra in gioco il lettore che costruisce, suppone, conclude.  Zardi prende i grandi interrogativi dell’umanità e li semina con delicatezza durante il racconto: ritmo e intensità vengono decisi da chi legge. Lucia, e non solo lei, ha una grande responsabilità morale, riuscirà da sola a salvare l’etica del mondo?

Il finale di  è aperto e delicato, ancora una volta mi è piaciuto immaginare uno scenario per Lucia, non pienamente felice ma nemmeno completamente triste.

L’invenzione degli animali è consigliato per chi ha voglia di un romanzo diverso dai soliti distopici, consigliato per chi non smette di farsi domande, per chi indaga e si sposta sul confine sottile tra genetica ed etica , progresso e involuzione (e tanto altro ancora). I coraggiosi apriranno la porta e ci troveranno alcuni preoccupanti tratti del mondo di oggi,

three-half-stars

Alcune note su Paolo Zardi

Paolo Zardi

Paolo Zardi (Padova 1970), ingegnere, ha esordito nel 2008 con un racconto nell’antologia Giovani cosmetici (Sartorio). Ha pubblicato il romanzo breve Il Signor Bovary (Intermezzi, 2014) e i romanzi La felicità esiste (Alet, 2012), Antropometria(2010), Il giorno che diventammo umani (2013), XXI Secolo (2015), con cui è stato finalista al Premio Strega 2015, e La passione secondo Matteo (2017), tutti pubblicati con Neo Edizioni. Per Feltrinelli ha pubblicato, nella collana digitale Zoom Flash, Il principe piccolo (2015), La nuova bellezza (2016), Le città divise (2018), e il romanzo Tutto male finché dura (2018). È il primo autore italiano a essere stato tradotto e pubblicato dalla rivista “Lunch Ticket” (Università di Antioch, Los Angeles) con il racconto Sei minuti. Cura il blog grafemi.wordpress.com.

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