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RECENSIONE: Delitto Neruda (Roberto Ippolito)

Delitto Neruda - Roberto Ippolito - Chiarelettere
RECENSIONE: Delitto Neruda (Roberto Ippolito)

Delitto Neruda

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
06/02/2020

Pagine:
256
Genere:
ISBN:
9788832963281
ASIN:
B084GWDY66
Acquista:

La trama

Il poeta premio Nobel ucciso dal golpe di Pinochet
– Cerchi pure, capitano! Qui c’è una sola cosapericolosa per voi.– Cosa?– La poesia!Pablo Neruda a un ufficiale durante la perquisizionea Isla Negra, tre giorni dopo il colpo di stato del 1973
“Chi uccide un poeta uccide la libertà.Roberto Ippolito firma un’inchiesta stringente eappassionante sulla misteriosa morte di Pablo Neruda.”Giancarlo De Cataldo
“Ippolito raccoglie i fatti e li processa,li ricompone, li inchioda.Sembra di essere davanti a una fedele applicazionedel principio pasoliniano del sapere fondato sulla ricercaintellettuale. Solo che qui ci sono anche le prove.”Diego De Silva
Cile, 11 settembre 1973, l’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, la fine di un sogno. Le case di Pablo Neruda devastate, i suoi libri incendiati nei falò per le strade. Ovunque terrore e morte. Anche la poesia è considerata sovversiva. A dodici giorni dal golpe che depone l’amico Allende, il premio Nobel per la letteratura 1971, il poeta dell’amore e dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clínica Santa Maríadi Santiago. La stessa in cui, anni dopo, morirà avvelenato anche l’ex presidente Frei Montalva, oppositore del regime. Il decesso di Neruda avviene alla vigilia della sua partenza per il Messico, ufficialmente per un cancro alla prostata. Ma la cartella clinica è scomparsa, manca l’autopsia, il certificato di morte è sicuramente falso.Ippolito ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il movente della fine non naturale di Neruda, sulla scorta dell’inchiesta giudiziaria volta ad accertare l’ipotesi di omicidio, e per questo contrastata in ogni modo da nostalgici e negazionisti. Per la sua drammatica ricostruzione, l’autore si è avvalso di una vasta documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e online, radio, televisioni, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia.Il libro è scritto con il rigore dell’inchiesta e lo stile di un thriller mozzafiato. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la libertà, non solo in Cile, vittima al pari di García Lorca, suo grande amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista.

– Dettagli –

Delitto Neruda di Roberto Ippolito (Chiarelettere)  è l’avvincente storia della misteriosa morte del poeta simbolo di un popolo. Anche se in realtà storia è un termine riduttivo perché quella di Ippolito in realtà è un’inchiesta, una minuziosa ricerca della verità con il ritmo incalzante di un romanzo dalle sfumature noir.

Non sono un’amante della poesia e anzi, diciamolo, mi spaventa molto. Ma Neruda è un icona, chi non ha mai visto la sua immagine? Chi non ha mai ascoltato uno dei suoi versi? Per questo quando l’ho visto nell’elenco delle uscite di febbraio non ho resistito. Non sapevo cosa aspettarmi perché avevo il timore, specialmente dopo aver sfogliato Delitto Neruda, di trovarmi di fronte a un testo che non avrei compreso.  Mi sono sbagliata. Le note presenti praticamente in ogni pagina, non devono spaventarvi, sono la dimostrazione della ricerca di Ippolito. Nomi e citazioni sono classificati e conferiscono valore al testo.  L’indagine dell’autore, che ha consultato archivi, perizie, giornali dell’epoca e non solo (poi lo vedremo nel dettaglio), ci conduce verso un inevitabile conclusione: Neruda è stato assassinato.

Ippolito ripercorre i momenti salienti della vita e della morte del famoso poeta, facendoceli rileggere alla luce del sospetto – che diventa certezza ben prima della fine del libro – di omicidio. Ma la storia di Neruda non sarebbe la stessa separata da quella del suo paese.

L’11 settembre del 1973 Pinochet prende il potere e rovescia il governo democratico di Allende, lo stesso anno il poeta, malato di cancro alla prostata e ricoverato in ospedale,  morirà ufficialmente per cachessia ma i misteri sulla sua dipartita sono troppi e gli indizi cominciano a diventare prove, anche se sono passati più di quarant’anni dalla morte.

Nel mese di maggio 2013 infatti alcuni giornali cominciano a ripubblicare le foto di Evandro Texeira, che ritraggono il corpo senza vita di Neruda a seguito della riapertura dell’inchiesta. Sulla copertina del settimanale cileno Cambio 21 compare proprio la foto del poeta all’obitorio con il titolo “Impressionante”.

Il poeta che giace ha il viso pieno, non è affatto malnutrito o deperito. Le immagini smentiscono il certificado de defuncion e il certificado médico de defuncion che indicano come causa di morte la cachessia.
Rodolfo Reyes adesso non si meraviglia. E’ già rimasto sorpreso diversi anni prima, quando per la prima volta ha tenuto nelle sue mani il lavoro del fotografo brasiliano. Che considera prezioso per l’inchiesta:«Ho il libro» che Teixeira «pubblicò anni fa con le fotografie scattate a poche ore dalla morte dello zio Pablo Neruda, durante la camera ardente e il suo successivo funerale, ritengo che sono state e saranno di grande apporto in questa indagine, dato che soltanyo vedendole si smentisce la pretesa “cachessia” o denutrizione indicata come la sua causa di morte».

Delitto Neruda - Roberto Ippolito - Chiarelettere

Nelle immagini c’è infatti un uomo probabilmente in sovrappeso e certamente non denutrito.  Chi e che cosa l’ha ucciso? Se sul chi non ci sono molti dubbi, Neruda è una vittima del regime, il cosa è un po’ più complicato da capire ma anche in questo caso  Ippolito ricorre alle testimonianze.

Fondamentale quella dell’autista Manuel Araya, mandato misteriosamente a cercare un farmaco perché l’ospedale non ne era in possesso e viene catturato e poi torturato.  Alle interviste si affiancano le analisi sul corpo che viene riesumato per ben due volte.  E tra aneddoti inquientati su souvenir macabri e analisi su cintura e ossa, per la prima volta un documento dello stato ammette la possibilità di omicidio:

Tutto indica, insomma, che sebbene Pablo Neruda abbia sofferto di cancro, sia morto con il cancro, non necessariamente è morto a causa del cancro, poiché al momento del decesso non sono stati effettuati i procedimenti medici e forensi di rigore per stabilire la causa della morte.
Dai fatti accreditati nel fascicolo, risulta chiaramente possibile e altamente probabile l’intervento di terzi nella morte di Pablo Neruda.

La cartella clinica è sparita e l’ipotesi della siringa con il veleno diventa sempre più accreditata…

Ma Ippolito  non riporta oggettivamente soltanto delle prove ma mostra anche la sensibilità di un popolo che dà vita a un corteo per rendere omaggio al poeta defunto; la famiglia che si raccoglie attorno alla salma; fa scoprire la sensibilità del poeta che nel 1937 perde l’amico Garcia Lorca  e comincia a capire che l’impegno politico è necesseraio. E ancora la speranza, quella che nonostante tutto non muore:

Io ho dinnanzi a me solo sementi,
sviluppi radiosi e una gran dolcezza.


Delitto Neruda è…

Un libro ricco di dettagli. Per me è stato difficile scrivere una recensione perché non ci troviamo di fronte a un romanzo e mi sono trovata nella condizione di scegliere cosa svelare e cosa no, consapevole di aver già fornito troppi dettagli per chi come me non conosceva questa pagina di cronaca. Per chi invece è ferratto… beh, godetevi tutti i dettagli sviscerati da Ippolito.

Ci sono passaggi commoventi e che fanno indignare allo stesso tempo come quello della perquisizione a Isla Negra. Neruda dirà ai soldati che in casa troveranno soltanto una cosa pericolosa: la poesia.

Ippolito mostra con chiarezza il valore della figura del poeta e la scia di sangue della dittatura.  Una lettura imperdibile per chi ama questa figura e per chi invece vuole approfondirla partendo dai fatti oggettivi. Divorerete le pagine e vi ritroverete a fare il tifo della verità,  anche dopo tutti questi anni, perché la verità viene sempre a galla, e forse è l’unica consolazione che abbiamo.

three-half-stars

Alcune note su Roberto Ippolito

Roberto Ippolito

Roberto Ippolito, scrittore e giornalista, conoscitore del mondo letterario, organizza eventi che portano la cultura fra la gente nei luoghi più vari: centri commerciali, mondiali di nuoto, navi, aeroporti, scuole, pullman (per il giro a tappe conPasolini), musei, siti Unesco.
Ha curato a lungo l’economia per il quotidiano “La Stampa”, con attenzione ai grandi fatti globali. È stato editor del Festival dell’economia di Trento. Ha dato vita al “Tour del brutto dell’Appia Antica”. È stato direttore della comunicazione di Confindustria e direttore delle relazioni esterne dell’Università Luiss di Roma, dove ha insegnato alla Scuola superiore di giornalismo. Autore di libri d’inchiesta di successo, ha pubblicato “Evasori” (Bompiani 2008), “Il Bel Paese maltrattato” (Bompiani 2010) e, con Chiarelettere, “Ignoranti” (2013), “Abusivi” (2014) ed “Eurosprechi” (2016).

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