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RECENSIONE: Bianco è il colore del danno (Francesca Mannocchi)

Bianco è il colore del danno - Francesca Mannocchi - Einaudi editore
RECENSIONE: Bianco è il colore del danno (Francesca Mannocchi)

Bianco è il colore del danno

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
02/02/2021

Pagine:
216
Genere:
ISBN:
9788858435533
ASIN:
B08V8B7MXZ
Acquista:

La trama

Il corpo di una scrittrice, in apparenza integro eppure danneggiato, diventa lo specchio della fragilità umana e insieme della nostra inarrestabile pulsione di vita. Francesca Mannocchi guarda il mondo attraverso la lente della malattia per rivelare, con una voce letteraria nuda, luminosa, incandescente, tutto ciò che è inconfessabile.
Quattro anni fa Francesca Mannocchi scopre di avere una patologia cronica per la quale non esiste cura. È una giornalista che lavora anche in zone di guerra, viaggia in luoghi dove morte e sofferenza sono all'ordine del giorno, ma questa nuova, personale convivenza con l'imponderabile cambia il suo modo di essere madre, figlia, compagna, cittadina. La spinge a indagare sé stessa e gli altri, a scavare nelle pieghe delle relazioni piú intime, dei non detti piú dolorosi, e a confrontarsi con un corpo diventato d'un tratto nemico. La spinge a domandarsi come crescere suo figlio correndo il rischio di diventare disabile all'improvviso e non potersi quindi occupare di lui come prima. Essere malata l'ha costretta a conoscere il Paese attraverso le maglie della sanità pubblica, e ad abitare una vergogna privata e collettiva che solo attraverso l'onestà senza sconti della letteratura lei ha trovato il coraggio di raccontare.
«La vergogna è questa cosa qui. Ci rivela cosa siamo per gli altri, quanto valiamo nel catalogo dei vivi, ora che siamo guasti».

 – Diario – 

Bianco è il colore del danno di Francesca Mannocchi (Einaudi) è un libro che si divora ma fa male, malissimo.

Una volta terminata la lettura il mio cuore si è accartocciato. Quella di Mannocchi è una storia vera, e come tutti i racconti di vita reale, è spesso ingiusto.

Non lo sapevo, quel giorno sotto le luci al neon, nel seminterrato della clinica privata romana, ma ora so che ho un danno, che il mio danno è di colore bianco e che il condizionale è un modo miserabile.

Bianco è il colore del danno - Francesca Mannocchi - Einaudi editoreLa nostra protagonista è una giornalista di successo, ha un compagno e un figlio. La sua vita all’apparenza è come tante altre, finché un giorno non riesce ad alzarsi dal letto: la parte destra del corpo è paralizzata.

Lei è abituata a muoversi nel pericolo: corrispondente (anche) dalle zone di guerra, ha visto l’orrore in faccia più di una volta. Forse si credeva pronta a tutto, persino di fronte alla maternità ma la sentenza di una malattia degenerativa cambierà tutto il suo mondo e quello di chi le sta intorno.

Io so che le mie fratture, le mi placche attive, la dimostrazione della velocità di conduzione dei miei segnali elettrici neuronali corrispondono alla possibilità che io possa svegliarmi e non vederci da un occhio o forse due, non riuscire a deglutire, non muovere una gamba. Nessuno ti avverte, con queste parole, che possa accadere.

Nessuno ti allarma, è vero. Ma nessuno, nemmeno, ti prepara.

Non ve lo nascondo, è molto difficile raccontare Bianco è il colore del danno perché i temi sul piatto sono tantissimi. Con una scrittura intima e (anche se sembra paradossale) rassicurante, Mannocchi ci porta nella sua vita e non nasconde nulla.

Bianco è il colore del danno - Francesca Mannocchi - Einaudi editoreSi ha l’impressione di un leggere un diario e questa è la cosa che ho amato più di tutte.

Non c’è una narrazione lineare. Francesca racconta i primi sintomi della malattia, la gravidanza felice in cui il corpo cura una malattia che lei stessa non sa ancora di avere… il rapporto con il figlio (senza di lui la malattia si sarebbe presentata?) e quello con i genitori. Complicato come tutti i rapporti.

Un padre che si tappa gli occhi di fronte alla malattia, una madre che la ama e ancora una volta fa una rinuncia che ci fa sorridere… Mannocchi non nasconde nulla: l’incertezza per il futuro, la lista di cose da voler fare che si allunga a dismisura, l’amarezza nel constatare che il figlio quando ha bisogno “chiama il genitore sano”.

Il corpo danneggiato che tradisce, condiziona pensieri e azioni. Mannocchi scava nei non detti dei rapporti e la difficoltà che affronta un malato nella sanità pubblica.

Mannocchi si interroga e porta alla luce domande scomode: “il malato è cattivo?”, per mesi si esercita ad individuare i danneggiati dallo sguardo:

È per gli altri che vogliamo essere perfetti, bellissimi, desiderabili. È dagli altri che cerchiamo approvazione. È l’altro che ci vede e vedendoci ci racconta, è l’altro a suggerirci chi siamo. È lo sguardo, dunque, la gabbia? Da quando ho la sclerosi multipla questo interrogativo combina la storia del mio corpo fin qui.


Bianco è il colore del danno è…

Un diario, una confessione, un’indagine. Come cambia il nostro rapporto con un corpo che ci tradisce? Come è possibile ancora ascoltare le lamentele degli altri quando su di noi pende una spada di Damocle  così imponente?

Non lo so, non lo sa nemmeno Mannocchi che in questo libro si spoglia e dona se stessa al lettore che tra dubbi e sofferenze arriva alla fine in un battibaleno.

Il pensiero tanto è sempre lo stesso: “Fa che non succeda a me”.

Bianco è il colore del danno è una lettura impegnativa, dal punto di vista emotivo Mannocchi ci costringe a guardare realtà che non vorremmo conoscere. A questo serve la letteratura.

Consigliato per chi è in cerca di una storia vera, non ci sono sconti o consolazioni. Solo tanta, tantissima verità.

three-half-stars

Alcune note su Francesca Mannocchi

francesca mannocchi

Francesca Mannocchi scrive per «L’Espresso» e collabora da anni con numerose testate, italiane e internazionali, e televisioni. Ha realizzato reportage da Iraq, Libia, Libano, Siria, Tunisia, Egitto, Afghanistan. Ha vinto vari premi giornalistici tra cui il Premio Ischia, il Premio Giustolisi e il Premiolino 2016. Ha diretto con il fotografo Alessio Romenzi il documentario Isis, Tomorrowpresentato alla 75a Mostra internazionale del Cinema di Venezia. Per Einaudi ha pubblicato nel 2019 Io Khaled vendo uomini e sono innocente, con cui ha vinto il Premio Estense, e nel 2021 Bianco è il colore del danno.

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1 COMMENTO

  • Monica

    Una malattia. È lei la protagonista con il suo incedere lento ma progressivo. La vita è satellite; nel magnetismo di una risonanza si trova improvvisamente capovolta, schiava. La malattia impone domande alle quali la vita non può rispondere. A volte succede il contrario. Tutti i perché? i quando? sono domande orfane di una risposta che non arriva. La malattia impone di ri-guardarsi, di avere cioè cura di sé ma anche di guardarsi diversamente, nuovi. E così si indaga un corpo ma anche un’anima, perché anche lei rivela le sue zone bianche.

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