Vorrei che fossi qui
La trama
La vita di Diana O'Toole scorre su binari sicuri: si sposerà entro i trent'anni, avrà figli entro i trentacinque e dalla caotica New York si trasferirà in una tranquilla villetta nei sobborghi, il tutto facendo carriera nello spietato mondo delle aste d'arte. È sicura che il suo fidanzato Finn, specializzando in Chirurgia, le farà la proposta di matrimonio durante la fuga romantica alle Galápagos che hanno organizzato, pochi giorni prima del suo trentesimo compleanno. Giusto in tempo. Ma un virus che sembrava lontanissimo compare all'improvviso in città e, alla vigilia della partenza, Finn le dà una brutta notizia: non può assentarsi dall'ospedale. Così, a malincuore, Diana decide di partire senza di lui: chi rinuncerebbe alla prospettiva di una spiaggia assolata su un'isola esotica? Ben presto, però, si ritrova in completa solitudine in un luogo remoto, e quella che doveva essere una vacanza da sogno si trasforma in un incubo. Ma a volte c'è bisogno che vada tutto storto perché alla fine tutto si risolva nel migliore dei modi...
Vorrei che fossi qui di Jodi Picoult (Fazi editore) è un libro che mi ha preso in contropiede. Pensavo di essere pronta e di poter rivivere i tempi bui dell’emergenza sanitaria e mi sono sbagliata. La premessa è che ho letto Vorrei che fossi qui proprio mentre avevo il covid, e sicuramente questo ha contribuito ad impressionarmi ancora di più.
Diana vive insieme al compagno nella frenetica New York. Loro due non hanno sogni ma solo obiettivi: fare carriera, sposarsi avere due figli. Ma i loro piani, lei lavora nel mondo dell’arte e si occupa di vendere le opere, lui è un medico, vengono stravolti dall’arrivo del coronavirus.
Mentre in Europa alcuni stati come l’Italia cominciavano a chiudere attività a a ridurre al minimo gli spostamenti consentiti delle persone, negli Stati Uniti la situazione sembrava più gestibile. Così Diana decide di partire per le vacanze da sola, Finn sarà più tranquillo a saperla lontana… e così Diana intraprende un viaggio che le cambierà la vita per sempre.
Arrivata alle Galápagos però le cose sono più difficili del previsto.
Porto Villamil è una città fantasma. I bar, i ristoranti, gli hostal e i negozi sono ancora tutti chiusi e al buio. Davanti all’ingresso dell’ufficio postale c’è un cancello inchiavardato.
Nessuno può laccare l’isola e Diana non ha un posto dove stare, non riesce a comunicare con Finn perché la connessione è inesistente. Il paradiso della trentenne si è trasformato in un incubo. Almeno fino a quando non ha imparato a guardare le cose da un’altra prospettiva.
Da turista sprovveduta diventa membro di una famiglia che l’ha “adottata”. Le settimane trascorrono felici per Diana, concitate e disperate per Finn.
Diana comincia a guardare la sua vita sotto un’altra luce e a riscoprire passioni che credeva perdute. Le cose importanti delle vita improvvisamente vengono viste con chiarezza dalla nostra protagonista: avere accanto le persone che si amano ed essere in buona salute.
Vorrei che fossi qui è un romanzo carico di speranza, un libro coccola che ricorda che anche nei momenti più bui si può vedere la luce.
Vorrei che fossi qui è…
Una coccola. Mentre leggevo ero convinta che il lieto fine sarebbe arrivato ma non avrei immaginato un finale così ad effetto. Questo è il primo libro che leggo di questa autrice e sono contenta di averla scoperta. Mi ha fatto compagnia quando non stavo bene e quando non riuscivo a concentrarmi.
Forse non è ancora il momento per tutti di riaffrontare l’angoscia di quei giorni: le mascherine mancanti, le persone attaccate ai respiratori, le strade vuote… eppure credo che valga la pena leggerlo per il messaggio più importante di tutti: la vita può anche scombinare i piani ma ogni difficoltà può trasformarsi in un’opportunità.
Consigliato per chi è in cerca di un romanzo appassionante e coinvolgente, perfetto per staccare la testa per qualche ora. I paesaggi delle Galapagos non si dimenticano tanto facilmente.
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