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RECENSIONE: Vite congetturali (Fleur Jaeggy)

Vite congetturali - Fleur Jaeggy - Adelphi
RECENSIONE: Vite congetturali (Fleur Jaeggy)

Vite congetturali

Valutazione:
three-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
09/04/2015

Pagine:
52
Genere:
ISBN:
9788845976469
ASIN:
B00VTPOUH4
Acquista:

La trama

Le esistenze di De Quincey, Keats e Schwob raccontate come tre minuscoli romanzi.

 – Curiosità – 

Vite congetturali di Fleur Jaeggy (Adelphi) è un mini libro che racconta le vite di tre artisti. Fa parte della biblioteca minima di Adelphi, ha in totale una cinquantina di pagine che scorrono via senza intoppi. Ad avermi colpito è stata la descrizione: “Le esistenze di De Quincey, Keats e Schwob raccontate come tre minuscoli romanzi”. E se ci pensate è una descrizione strana per una mini, mini opera ma in effetti è proprio così: Jaeggy ci racconta nello spazio di pochissime righe le esistenze di queste tre personalità e noi abbiamo l’impressione di leggere un racconto di fantasia.

Thomas De Quincey è il primo protagonista di Vite congetturali. E’ uno scrittore dell’Ottocento e il suo romanzo autobiograficò destò parecchio scandalo. In Le confessioni di un mangiatore di oppio infatti, l’autore racconta la sua dipendenza dalla droga.

Thomas De Quincey divenne visionario nel 1791, all’età di sei anni. Il fratello maggiore William cercava il modo di camminare sul soffitto a testa in giù come le mosche; Richard, detto Pink, si imbarcò su una baleniera e fu preso dei pirati;  gli altri erano dei melanconici. Thomas sfoglia sonoramente le pagine della Lampada di Aladino ogni mattina.

Entriamo in punta di piedi nella breve vita di John Keats, poeta romantico come Byron e Shelley, è morto di tubercolosi a soli 25 anni. Anche lui artista dell’Ottocento aveva scelto di fare il medico ma poi il richiamo della poesia è stato troppo forte.

Un anno prima di lasciare Enfield, scuola di stile georgiano che fu trasformata in seguito in stazione ferroviaria e poi distrutta, John Keats scoprì il Libro. Gli apparve sotto le spoglie degli Incas, nei viaggi del Capitano Cook, di Robinson Crusoe. Andò all’arrembaggio del dizionario mitologico di Lemprière, tra le riproduzioni di antichi marmi e sculture, negli archivi delle favole greche, tra le braccia delle dee.

Ultimo, ma non certo per importanza, arriva Marcel Schwob scrittore simbolista parigino, è stato anche traduttore delle opere di Oscar Wilde. Aveva smania di viaggiare, conoscere il mondo e forse scappare chissà da cosa o da chi.

Durante la malattia, costretto a letto con le persiane chiuse, Marcel continuava a partire per lunghi viaggi. Era leggermente rachitico e sognava di attraversare la Manica. Al suo arrivo c’era Juels Verne che lo abbracciava. Un altro amico con cui parlava, appena aveva cacciato via il precettore tedesco, era Edgar Allan Poe.

Vite congetturali è…

Come abbia fatto Fleur Jaeggy a riportare con maestria e poesia, episodi e descrizioni  di questi personaggi… per me rimane un mistero. Quello che posso dire è che Vite congetturali è un libro piacevole, interessante e stimolante. Per me è stato meraviglioso ritrovare Keats, avevo una vera e propria fissazione per lui da ragazzina, e mi è piaciuto conoscere e scoprire De Quincey e Schwomb. Avrei voluto fosse più lungo, il momento della morte arriva troppo in fretta, ma ora ho una grande voglia di conoscere gli altri due scrittori, Jaeggy ha fatto delle presentazioni magnifiche e addosso mi è rimasta una grandissima curiosità (Ve l’avevo già detto???!). Ho anche voglia di scoprire di più su Jaeggy e poter leggere qualcosa di suo.

Consigliato per chi ha voglia di conoscere (in breve) le vite di tre autori, per chi ama le biografie, le vicende di persone realmente esistite e questa volta aggiungo anche un motivo pratico. Adatto infatti per chi deve andare in vacanza e non può portarsi grossi pesi, per chi deve fare “un salto in posta” e per chi magari fatica a concentrarsi su una lettura lunga, o non trova mai il tempo per leggere qualcosa.

Della biblioteca minima  Adelphi ho letto anche  A Calais di Emmanuel Carrère  (Qui trovate la recensione) e La pazza di Itteville di Georges Simenon (Qui trovate la recensione).

three-stars

Alcune note su Fleur Jaeggy

Fleur Jaeggy

Fleur Jaeggy è nata a Zurigo e vive a Milano. Ha pubblicato, sempre presso Adelphi, Il dito in bocca (1968), L’angelo custode (1971), Le statue d’acqua (1980), I beati anni del castigo (1989), La paura del cielo (1994) e Proleterka (2001).

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