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RECENSIONE: La famiglia Aubrey (Rebecca West)

La famiglia Aubrey - Rebecca West - Fazi editore
RECENSIONE: La famiglia Aubrey (Rebecca West)

La famiglia Aubrey

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
06/07/2018

Pagine:
576
Genere:
ISBN:
9788893254526
ASIN:
B07DFKYPSX
Acquista:

La trama

Gli Aubrey sono una famiglia fuori dal comune: una famiglia di artisti. Poveri ma molto uniti, fanno fronte alle difficoltà quotidiane con grande spirito. Si spostano in continuazione a seconda dell’impiego del padre, Piers: giornalista e scrittore molto stimato, vive in un mondo tutto suo, ha un problema con la gestione del denaro e un debole per il gioco d’azzardo. È la madre Clare a tenere le fila: pianista dotatissima, ha rinunciato alla carriera per i figli; logorata ma mai abbattuta, ha trasmesso la sua passione per la musica anche a loro. Le due gemelle Mary e Rose sono due talenti precoci, votate al pianoforte, sveglie e disincantate. Il fratellino minore, Richard, è adorato e coccolato da tutti; e infine c’è Cordelia, la figlia maggiore: molto bella e naturalmente non priva di velleità artistiche, non è dotata come le sorelle ma è troppo ottusa per accorgersene. In questo primo romanzo, che copre un arco di dieci anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, fra vicende più o meno importanti i figli cominciano a prendere ognuno la propria strada e così anche i genitori. Personaggi indimenticabili, un senso dell’umorismo pungente e un grande talento per la narrazione rendono la trilogia della famiglia Aubrey un grande capolavoro da riscoprire.

– Ricco –

La famiglia Aubrey di Rebecca West (Fazi Editore) è un viaggio, lento e cadenzato, alla scoperta di personaggi singolari, fatti inquietanti e rapporti familiari complessi e avvincenti.

Questo è il primo di una trilogia, oltre cinquecento pagine che scorrono senza intoppi e portano verso un finale aperto, apertissimo, proprio perché non è un vero finale.

La famiglia Aubrey - Rebecca West - Fazi editoreSiamo a Londra nell’Ottocento e la famiglia Aubrey è alquanto singolare, lo capiamo subito quando ci viene descritta Clare, una donna, moglie e madre consumata dall’angoscia. Costantemente nervosa e preoccupata per i guai finanziari, non assomiglia alle altre madri, è sempre trasandata e con la testa altrove. La voce narrante è quella di Rose, gemella di Mary e sorella minore di Cordelia. Unico maschio della famiglia, oltre al papà giornalista dalle mani bucate, il piccolo Richard Quin.

La vita di questa povera famiglia ruota attorno al papà che è visto come un eroe nonostante i continui investimenti sbagliati e la gestione scellerata delle entrate famigliari. Clare appassionata pianista, ha trasmesso alla famiglia la passione per la musica: le gemelle sono piccole bambine prodigio per quanto riguarda il piano, Richard Quin non ha ancora trovato il suo strumento e Cordelia, beh Cordelia è la persona che ha l’orecchio musicale assoluto, ma quando si tratta di suonare il violino è tutta un’altra cosa.

Per le bambine le giornate a scuola sono difficili. Non hanno le possibilità economiche dei compagni, non hanno a disposizione vestiti nuovi e denaro per fare regali o comprare merende costose.

Il personaggio che mi è piaciuto meno di tutti, anche se solo alla fine sono riuscita a capirla, è proprio la sorella maggiore, Cordelia.

Cordelia avrebbe potuto rappresentare un problema. Tutti gli insegnanti la amavano, e questo era di cattivo auspicio. Non che Mary e io non amassimo la scuola, ma sapevamo che era il contrario del mondo esterno. Era l’errore più grande degli adulti, poiché immaginavano di preparare i bambini alla vita chiudendoli in un luogo dove tutto avveniva in maniera differente rispetto a qualsiasi altro luogo.

Le bambine sono scaltre e sveglie, come ogni figlio costretto ad affrontare una quotidianità difficile, ragionano come gli adulti e sono abituate a guardare il lato pratico delle cose.

Sono pochi gli avvenimenti ma tutti importanti per il prosieguo della storia. Ci si stringe il cuore quando leggiamo del Natale trascorso in quella vecchia casa coloniale che rischia di cadere a pezzi. Un Natale ricchissimo di emozioni, sorrisi, sentimenti (e anche un colpo di scena) ma poverissimo di denaro.

Rose denuda i membri della sua famiglia e ci mostra le loro fragilità attraverso i propri occhi di bambina, costretta continuamente a trasferirsi per il lavoro di papà, un uomo così ambiguo.

In quei momenti un estraneo l’avrebbe considerato un eccentrico trasandato che aveva fallito nella vita e stava per rimanere senza denaro, e avrebbe avuto pietà per la mamma, e anche per i suoi bambini, perché dovevamo vivere con lui. Ma era in quei momenti che era più simile alla mamma nella sua vigorosa determinazione; perché ogni volta significava che stava scrivendo qualcosa di meno effimero dei suoi soliti articoli, un pamplhet o un saggio da includere in un libro.

Una svolta nella storia si ha quando entra Rosamunde, figlia della cugina di Clare. Le due bambine diventeranno amiche e ancora una volta Rose si sentirà più fortunata, nonostante tutto, di altre bambine.

Sullo sfondo ci sono vicende politiche, che seguiamo indirettamente, assisteremo addirittura ad un omicidio e a una sparizione. Come fare a rialzarsi? Grazie a quell’insieme di segni, suoni e emozioni che scaldano il cuore.

Devi sempre essere convinta che la vita sia straordinaria esattamente come ti viene detto dalla musica.

La famiglia Aubrey è…

Un libro raffinato e ricco. Ammetto di aver cominciato la famiglia Aubrey sperando di ritrovare le atmosfere della Saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard, non fate questo errore, rimarrete delusi. Non sono storie paragonabili.

Nei libri della Howard ho trovato  ricchezza nella trama, per la quantità di personaggi, di sviluppi e per i magnifici intrecci che hanno dato vita a un’opera che è entrata di diritto tra le mie preferite.  Rebecca West è una penna molto diversa, la ricchezza è tutta nella scrittura. Gli avvenimenti (spalmati su 570 pagine) non sono poi così tanti, ma sono tutti a loro modo fondamentali. Le frasi sono ricche di citazioni, letterarie e  filosofiche ed è lì il vero talento di West.

Il numero di pagine non deve spaventare e nemmeno il ritmo del romanzo. E’ una storia lunga, piena di riflessioni e dialoghi. Il lettore deve soltanto immergersi e capitolo dopo capitolo perderà remore e pregiudizi (persino quello del confronto con i Cazalet).

E’ un libro consigliato per gli amanti delle saghe familiari, quelle in cui i protagonisti sono i rapporti, la scrittura dettagliata e l’epoca ottocentesca.

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La storia della famiglia Aubrey continua con “Nel cuore della notte“, che è ancora più bello del primo volume! QUI trovate la mia recensione.

three-half-stars

Alcune note su Rebecca West

Rebecca West

Nata Cicely Isabel Fairfield a Londra, prese il suo pseudonimo dall’omonimo personaggio di Ibsen, un’eroina ribelle. Nel corso della sua lunga vita travagliata e romanzesca è stata scrittrice, giornalista, critica letteraria, instancabile viaggiatrice, femminista ante litteram e politicamente impegnata. Amica di Virginia Woolf e amante di H.G. Wells, Rebecca West viene considerata una delle più raffinate prosatrici del ventesimo secolo. La trilogia degli Aubrey, ispirata alla storia familiare dell’autrice, è stata indicata da Alessandro Baricco in risposta alla domanda «Quale libro ti porteresti su un’isola deserta?».

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2 COMMENTI

  • federica

    Io amo molto le saghe familiari ma questo libro mi ha un po’ annoiata: l’ho trovato un po’ troppo lento

  • Stefania

    Bellissima recensione, coinvolgente e convincente….grazie

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