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RECENSIONE: Shantaram (Gregory David Roberts)

Shantaram - Gregory David Roberts
RECENSIONE: Shantaram (Gregory David Roberts)

Shantaram

Valutazione:
four-half-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
23/12/2010

Pagine:
1184
Genere:
ISBN:
9788854504851
ASIN:
B007O23U3Q
Acquista:

La trama

Il bus della scalcagnata Veterans' Bus Service, una compagnia di veterani dell'esercito indiano, è appena arrivato al capolinea di Colaba, la zona di Bombay dove si concentrano gli alberghi a buon mercato. Greg è il primo a mettere piede sul predellino e a farsi largo tra la folla di faccendieri, venditori di droga e trafficanti d'ogni genere in attesa davanti alla portiera. Ha una chitarra a tracolla, un passaporto falso in tasca e un turbinio di pensieri ed emozioni in testa. Nel tragitto dall'aeroporto a Colaba ha pensato di essere sbarcato in una città dopo una catastrofe. Davanti ai suoi occhi si è spalancata una distesa sterminata di miserabili rifugi fatti di stracci, fogli di plastica e carta, stuoie e stecchi di bambù. In preda allo stupore, Greg ha visto donne bellissime avvolte in stoffe azzurre e dorate incedere a piedi nudi in quella rovina, e uomini dai denti candidi e dagli occhi a mandorla, bambini dalle membra incredibilmente aggraziate. Ovunque, poi, aleggiava un odore acre e intenso. Quell'odore in cui, a Bombay, fiuti di colpo l'aroma del mare e il metallo delle macchine, il trambusto, il sonno, la lotta per la vita, i fallimenti e gli amori di milioni di esseri umani. Greg è un uomo in fuga. Dopo la separazione dalla moglie e l'allontanamento dalla sua bambina, la vita si è trasformata per lui in un abisso senza fine. Era un giovane studioso di filosofia e un brillante attivista politico all'università di Melbourne, è diventato «un rivoluzionario che ha soffocato i propri ideali nell'eroina», un «filosofo che ha smarrito l'integrità nel crimine», uno dei «most wanted men» australiani, condannato a 19 anni di carcere per una lunga serie di rapine a mano armata, catturato e scappato dal carcere di massima sicurezza di Pentridge. Eccolo ora a Bombay, nel bizzarro assortimento della sua folla, con i documenti di un certo Linsday in tasca e una strana esilarante gioia nel cuore A Bombay, infatti, il destino ha calato per Greg la sua carta. A Bombay, diventerà uno Shantaram, un «uomo della pace di Dio», allestirà un ospedale per i mendicanti e gli indigenti, reciterà nei film di Bollywood, stringerà relazioni pericolose con la mafia indiana. Da Bombay partirà per due guerre, in Afghanistan e in Pakistan, tra le fila dei combattenti islamici Accolto al suo apparire come un vero e proprio capolavoro letterario, capace di pagine di «inesorabile bellezza» (Kirkus Reviews), Shantaram non è solo «una saga gigantesca e vera» (London Daily Mail), ma anche uno di quei rari romanzi in cui l'ostinata ricerca del bene tocca realmente la mente e il cuore.

 – Magnifico –

Appena ho finito di leggere Shantaram ho dovuto riprendere fiato. Mi sono sentita come alla fine di un viaggio lunghissimo, non solo perché mi ha fatto compagnia per due settimane, ma perché al tempo stesso è risultato brevissimo. Mi sono anche chiesta se sarei stata in grado di scrivere una recensione su un libro così complesso e così ricco di scene, messaggi ed emozioni.

La storia di Shantaram, il soprannome del protagonista, è il viaggio più intenso che abbia mai letto. Una continua ricerca verso la pace, che tiene in sospeso fino all’ultima pagina. Il libro si apre a Bombay, bastano due righe per venire catturati dai rumori, gli odori e le stranezze di una città così complessa. Lin è un personaggio dalle mille sfaccettature, è un fuggiasco. Scappato da un carcere di massima sicurezza in Nuova Zelanda, ha lasciato dall’altra parte del mondo moglie e figlia. Anarchico, fermamente convinto delle qualità dell’uomo in grado di vivere anche senza regole, ha cominciato a commettere rapine e a rimanere vittima dell’eroina. Quando arriva a Bombay è un uomo con davanti infinite possibilità. “Tu sei quello che decidi di essere” e Lin vuole essere una persona “buona” e soprattutto, vuole lasciarsi alle spalle il  passato.

La prima persona che incontra è Prabakar, una guida indiana che si occupa appositamente dei forestieri. Inutile dire che tra i due nascerà una profonda amicizia. Greg, sul passaporto Lin, andrà ad abitare nello slum, in mezzo alle persone che non hanno più niente e si occuperà di loro facendo il medico. Comprerà medicine al mercato dei lebbrosi e si prenderà cura di queste persone senza chiedere in cambio nulla. Verrà presto soprannominato “Shantaram”, uomo della pace.

Lin suscita emozioni contrastanti, non è un protagonista come tutti gli altri. Questo libro a metà tra letteratura e autobiografia è unico. Shantaram si innamora, sbaglia, si droga, commette reati ma… non si può fare a meno di “tifare” per lui, stare in pena per la sua sorte, piangere insieme a lui.  Perché? Perché è un personaggio reale.

 «La verità è che non esistono uomini buoni o cattivi» rispose. «Sono le azioni a essere buone o cattive. Gli uomini sono soltanto uomini: è quello che fanno o evitano di fare che li guida al bene o al male. La verità è che un istante di amore autentico, nel cuore di qualsiasi persona – il più nobile o il più malvagio degli uomini – possiede lo stesso fine, la stessa evoluzione e lo stesso significato, ed è come una gemma fra i petali di loto della sua passione».

Ci sono passaggi così crudi, come quando Lin si chiude in uno scantinato per giorni distruggendosi con l’eroina, o quando viene picchiato a sangue in prigione. Momenti in cui sembra realmente di vedere quella siringa, di sentire il rumore dei colpi che spaccano le ossa e incrinano il cuore del lettore.

Chi pensa che 1174 pagine potrebbero essere noiose o pesanti si sbaglia di grosso. Le ultime trecento sono un crescendo. Lin, ormai entrato nella mafia guidata da Abdel Khader Khan, deciderà di partire per la guerra in Afghanistan. Anche in questo caso, la vita non gli risparmierà nulla. Vedrà amici morire, soffrirà la fame e…l’autore dà il meglio di sé con dettagli vividi e fondamentali.

Udii un urlo terribile, spaventoso. Poi mi resi conto che ero io  a urlare, ma non riuscii a smettere. E guardai gli altri, gli uomini coraggiosi e splendidi al mio fianco, che correvano sparando con i fucili in mano, e….Dio mi aiuti perché pensai davvero una cosa del genere, e mi perdoni perchè la dico… era meraviglioso, bellissimo. Una splendida, estatica esaltazione. Era ciò che sarebbe l’amore, se l’amore fosse peccato. Era ciò che sarebbe la musica, se la musica potesse ucciderti.

Quando si termina questo libro, non si è più la stessa persona che l’ha iniziato. Sono decine i messaggi sulla volontà, sul futuro e sull’amore, che rimangono scolpite nella mente.

Avevo sempre pensato che il fato fosse immutabile: determinato al momento della nascita e fisso come le orbite delle stelle. All’improvviso compresi che la vita è molto più bella e più complessa. La verità è che fortuna e sfortuna non contano, e non importa ciò che stai facendo: puoi cambiare completamente la tua vita con un solo pensiero, con un solo gesto d’amore.

Shantarm è…

Un racconto magnifico. Non è stato facile scegliere le citazioni, non è stato facile riassumere in così poco spazio tutto il racconto. E soprattutto non volevo svelare troppo, perché è un libro pieno di colpi di scena. Lo stile non è pretenzioso e arriva dritto al cuore. Con tutta probabilità non l’avrei mai letto se non mi fosse stato consigliato. E ogni volta che mi consigliano qualcosa io mi ci butto a capofitto e a scatola chiusa. Questa volta la sorpresa non poteva essere più bella.

Consigliatissimo per chi ha voglia di una lettura impegnativa, d’azione, di introspezione… insomma questo libro accontenta un po’ tutti e il numero di pagine non deve spaventare.

four-half-stars

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7 COMMENTI

  • lucia

    ciao
    io ho amato moltissimo questo libro e non nego che e’ proprio cosi’: quando finisci di leggerlo non sei piu’ la stessa persona. Ma non e’ un libro ne’ per tutti i momenti: e’ necessaria la persona giusta, e soprattutto che sia il momento adatto. per Shantaram bisogna essere pronti.

  • Ho cominciato a leggerlo. Bello, bellissimo. Troppa roba dentro? Magari. E’ vita, e capisco che certe vite minuscole, come anche la mia, fatichino a concepire tanto respiro.

  • Maria Elena

    Ciao Alessandra,
    Ho trovato il tuo sito per caso, cercando chi avesse letto Shantaram. Un ringraziamento di cuore per il tuo lavoro e per il tuo sito che, personalmente, trovo molto utile e ben fatto. Cordialmente, Maria Elena

  • Francesco

    Ciao,
    pur non condividendo completamente l’entusiasmo di questa recensione, devo riconoscere a questo romanzo alcuni pregi che alla fine me ne hanno reso complessivamente appagante la lettura.
    Prima di tutto è scritto molto bene, con uno stile vivace e ricco. Inoltre, l’ambientazione è senz’altro suggestiva e presenta molti lati interessanti; per me che non conoscevo molto approfonditamente il mondo indiano (o comunque, in senso piu’ ampio, quell’area del mondo, includendo Afghanistan e Pakistan) e/o certe vicende storiche (la resistenza in Afghanistan contro l’esercito russo, la morte di Indira Ghandi etc), la possibilità di respirare e toccare certe ambientazioni e certe vicende è stata senz’altro apprezzabile (anzi, devo dire che avrei gradito ce ne fosse ancora di più…).
    Infine, è un romanzo permeato da buoni sentimenti e risulta, quindi, una lettura emotivamente edificante.
    Veniamo ai punti dolenti: c’è davvero troppa, TROPPA roba dentro. Da questo punto di vista e’ un pò un “mappazzone”, ed alcuni filoni narrativi mi sono risultati indigesti, e tutto sommato superflui (es. quelli su Madame Zhou e su Sapna, per citarne due su tutti).
    L’altra cosa che mi ha lasciato un pò così è che in molti punti l’intreccio finisce per suscitarmi una certa sensazione alla Forrest Gump: sembra quasi che qualunque cosa succeda a Bombay (una città di 15 milioni di abitanti) lui ci si ritrovi in mezzo o finisca per avere un ruolo centrale. Il tutto suona, pertanto, un pò forzato e a tratti davvero pesante.
    Quindi, mio giudizio complessivo: 3 stelle e mezzo.
    Un’opera notevole sotto molti punti di vista, che paga forse una sorta di eccesso di generosità dell’autore nel buttarci dentro davvero di tutto. Fosse stata calibrata e messa a fuoco un pò meglio, poteva essere un 4 pieno.

    • Maria Elena

      Ciao Francesco, concordo pienamente con quello che hai scritto. Ti chiederei per favore, se ti sarà possibile, di darmi qualche titolo della lista che Alessandra ha recensito, ma anche altri eventualmente, ai quali daresti almeno quattro/cinque stelle. Grazie in anticipo. Maria Elena

      • Maria Elena

        Errata corrige – al quale –

  • Ale

    Ciao bella recensione, comunque penso sia fuggito da un carcere australiano e non della Nuova Zelanda!! Saluti

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