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RECENSIONE: L’ora e l’ombra (Pierre Jourde)

L'ora e l'ombra - Pierre Jourde - Prehistorica editore
RECENSIONE: L’ora e l’ombra (Pierre Jourde)

L'ora e l'ombra

Valutazione:
four-half-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
09/09/2021

Pagine:
240
Genere:
ISBN:
9788831234122
ASIN:
8831234129
Acquista:

La trama

Saint-Savin… Per quest'uomo che tenta di srotolare il filo dei propri ricordi, il nome di questa piccola località balneare della costa atlantica sembra concentrare tutti i sapori dell'esistenza. Quello del mistero, dell'amicizia, e dell'amore per Sylvie, infine, la ragazzina sognata diventata giovane donna ideale, il cui fascino suscita un intenso bisogno di superamento di sé.

 – Nostalgia –

L’ora e l’ombra di Pierre Jourde (Prehistorica editore) è un libro che ho avuto la fortuna di leggere in anteprima e ho fatto molta fatica a tenere le impressioni per me. Sono tanti i temi che qui dentro mi stanno a cuore, a partire dal “ricordo”.

In L’ora e l’ombra il ricordo è il motore della storia che si sviluppa poi in altre ricche sfumature: il doppio, l’amore, l’ossessione, la gelosia. Ancora una volta il punto forte del romanzo di Prehistorica è la lingua,  anche se  la trama non è da meno.

L'ora e l'ombra - Pierre Jourde - Prehistorica editoreLeggendo L’ora e l’ombra si ha l’impressione di essere su una barca. Il lettore abbandonato alla corrente si lascia guidare dalle onde che diventano i ricordi che colpiscono, cullano, feriscono e ci tramortiscono.  Ogni volta in cui mi sono sentita vicino a una svolta, quando ho provato a immaginare il capitolo successivo della storia, mi sono sbagliata. Jourde sembra divertirsi mentre ci porta fuori strada. Ma è bellissimo perdersi in queste pagine ed essere sempre, o quasi, presi in contropiede.

Cos’è quindi L’ora e l’ombra? A quale categoria appartiene? All’inizio sembra un romanzo giallo, poi una storia dalle sfumature noir e poi ancora si trasforma in un racconto d’amore e di mistero.

Il nostro protagonista quasi per caso torna in un luogo d’infanzia, Saint-Savin,  e dopo anni di oblio, almeno apparente, spunta l’ombra di Silvie, una bambina con cui ha trascorso le estati e di cui era innamorato. La paura di rincontrarla si tramuterà in urgenza, necessità. Ha una storia da raccontarle: improbabile e grottesca ma di più non posso dirvi.

Lei era stata un’illusione, una spirituale e brillante illusione, dissipata, dimenticata. E poi anche noi, come fossimo ombre, siamo stati dissipati dalla luce del giorno, con i simulacri e le idee e sensazioni che per qualche ora ci avevano dato la carica.
In seguito, l’ho rivista, sempre a delle feste. Compariva ad ore sfilacciate quando ormai tutti stavano andando via, o passava brevemente all’inizio, quando io ero appena arrivato. Non sono mai riuscito a vivere alla sua stessa ora, come se le nostre esistente procedessero in due tempi diversi. Era sempre troppo tardi, o troppo presto.

Ed ecco un altro tema fondamentale: il tempo. Dilatato, infinito ma anche brevissimo, infinitesimale. Il modo di concepire e vivere il tempo divide o unisce i nostri personaggi.

Se parlo di tempo, e so che lo state pensando anche voi, non posso non pensare a Proust ,e infatti L’ora e l’ombra è un omaggio al grandissimo scrittore francese (nel 2022 ricorreranno i cento anni dalla morte). Lo dimostra il valore del ricordo nel romanzo, il tempo che fugge o che viene manipolato a seconda dei casi  anche da noi (sì noi,  perché anche voi osserverete Silvie sulla spiaggia con la gelosia furente nel cuore) e la brama di possedere non solo l’amata, ma anche il tempo e lo spazio di quella donna.

Nessuno l’avrebbe mai potuta possedere come la possedeva il mare in quel momento, con quella precisione totale e disinteressata, nessuno si sarebbe mai mostrato capace di riceverla con un amore così schietto. Tutto il mare che accoglieva il suo corpo ne era adesso l’impronta invisibile. Tutto il mare era il sesso di Sylvie, i suoi seni. Guardarlo, in un punto qualunque, equivaleva a contemplare il corpo nudo di Sylvie, che pure vi si era nascosto.

L'ora e l'ombra - Pierre Jourde - Prehistorica editoreE questo passaggio è nulla in confronto alla gelosia che lo consuma (ho sottolineato due pagine intere).

Progressivamente, senza che me ne rendessi conto, l’indifferenza iniziale per la sua vita passata si era trasformata in tortura. Quando mi parlava dei suoi viaggi, dei posti in cui aveva abitato, delle persone che aveva incontrato, o peggio ancora amato, mi sembrava che mi venissero strappate le viscere. Un grande vuoto ghiacciato prendeva il loro posto dentro di me. Sentivo, fisicamente, il freddo gelarmi le mani e i piedi. Tremavo.  Sylvie lo vedeva. Proponeva che lasciassimo la spiaggia per andare a prendere qualcosa al bar. Io la guardavo raccogliere l’asciugamano. Adoravo il suo asciugamano, e lo odiavo perché condivideva più di me un aspetto dell’intimità di Sylvie. Se anche fossi diventato un eroe, un principe azzurro, un amante idolatrato, nessuna magia mi avrebbe dato la capacità assorbente di un telo da bagno. Di quel semplice telo da bagno con cui lei si asciugava le gambe,  con un gesto la cui grazia mi sconvolgeva, e quasi mi spaventava.

In questa storia d’amore sui generis e tormentata torna, che vi ho anticipato,  il tema del doppio che incontriamo all’inizio con Martin e Gilles. A contendersi le attenzioni di Sylvie c’è anche Julien, alterego e rivale del nostro protagonista. Scrive poesie in riva al mare, ammira quella donna e a un certo punto ha addirittura il coraggio di fare un passo indietro… Rapidamente si arriva alla fine: i passaggi sulle case di riposo sono struggenti e tragicamente veri e ancora una volta ci portano un po’ fuori strada e non saprei dirvi se il finale è lieto oppure no.  In fondo, durante la lettura de L’ora e l’ombra, certezze non ce ne sono.


L’ora e l’ombra è…

Nostalgia. All’inizio non è stato facilissimo viaggiare in compagnia di una coppia così stramba mentre ascoltavo una storia così inquietante. Ma dopo, quando Saint Savin è apparsa nei ricordi con i tipici odori e timori dell’infanzia e dell’adolescenza, allora sì che è stato facile abbandonarsi. Una casa che diventa il simbolo del tempo andato e del tempo che ci illudiamo di recuperare tornandoci. E ancora il doppio che divide e unisce, ci costringe a specchiarci, giudicarci o assolverci a seconda dei casi.

Jourde ha creato un romanzo che si potrebbe definire rosa perché si parla di amore ma vi è bastato leggere gli stralci per capire che qui dentro c’è un mondo, un mondo che ognuno di voi interpreterà in un modo diverso. Non ho dato cinque stelle perché avrei preferito un finale diverso, segnalo anche che la traduzione è stata affidata a Gabriella Bosco che ha tradotto anche un altro libro che amo molto: Tutti i bambini tranne uno di Philippe Forrest (LEGGI QUI la mia recensione).

L’ora e l’ombra è consigliato per chi vuole perdersi in una storia appassionante, originale e ricchissima e per chi insegue le atmosfere proustiane, dove tutto è (im)possibile.

four-half-stars

Alcune note su Pierre Jourde

Pierre Jourde

Pierre Jourde è nato nel 1955 a Créteil, ma da bambino usava passare le vacanze nella casa di famiglia, situata nella remota regione dell’Auvergne, fra le montagne di cui narra Paese perduto. Nel panorama letterario francese è una delle voci più autorevoli, probabilmente la più schietta e coraggiosa in assoluto. Autore del fortunato blog letterario Confitures de culture, Pierre Jourde si è sempre distinto per la sorprendente varietà di ispirazione, che gli ha permesso di spaziare dal romanzo al racconto, per arrivare all’autobiografia, alla poesia, al saggio filosofico e alla critica letteraria. Nel corso degli anni ha ottenuto numerosi premi, tra cui spiccano il RENAUDOT DES LYCÉENS, il GRAND PRIX THYDE MONNIER DE LA SGDL, il PRIX VALÉRY LARBAUD, il PRIX VIRILO, il PRIX VIALATTE e il prestigiosissimo GRAND PRIX DE L’ACADÉMIE FRANCAISE; questo testo in particolare gli è valso il PRIX GÉNÉRATION DU ROMAN. Fondatore della rivista culturale “Hespéris”, è docente di letteratura francese presso l’Università di Grenoble III. In Francia, è attualmente pubblicato dalla celeberrima casa editrice Gallimard. Paese perduto è la prima opera di Pierre Jourde pubblicata in Italia.

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