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RECENSIONE: Rovorosa (Éric Chevillard)

Rovorosa - Eric Chevillard - Prehistorica editore
RECENSIONE: Rovorosa (Éric Chevillard)

Rovorosa

Valutazione:
three-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
20/05/2020

Pagine:
165
Genere:
ISBN:
9788831234023
Acquista:

La trama

Ma anche i colori mi piacciono. Calzano a pennello in maniera incredibile alle cose. Sempre la sfumatura che serviva giustamente e talvolta per di più la luce vi si posa sopra. Non dico questo per vantarmi dato che porto un nome da colore. Così parlerebbe l'arancio, ma io non sono un frutto. Né un fiore, benché il mio nome sia anche un nome da fiore. Né Viola né Fucsia, mi chiamo Rosa io. Ma Mangiaferro per scherzare ogni tanto, quando mi arrampico su di lui, mi chiama Rovo e di colpo è il nome di quel cespuglio spinoso e fiorito a starmi meglio, lo stesso che ho mantenuto, Rovorosa. Se Rovorosa non si premura di chiudere il lucchetto del suo taccuino segreto, lo fa proprio per non lasciarsi alle spalle tutto ciò che contiene. Stando a quanto crediamo di sapere, vi racconta la sua vita felice con Mangiaferro ―il suo speciale papà ― fino al giorno in cui, in seguito a circostanze che implicano un vicino di casa da una gamba sola, una strega, quattro cinciallegre e un pesce d'oro, questo romanzo non diventa il diario di una ricerca disperata. L'alta antichità dell'infanzia, alla maniera di Chevillard.

 – Originale –

Rovorosa di Éric Chevillard (Prehistorica editore) è un libro particolarissimo e non so come farò a raccontarvelo. Rovorosa è una sorta di fiaba ma anche un incubo. Questo è un diario in cui il confine tra realtà e fantasia è quasi inesistente, nessuna cosa è mai come sembra.

A parlare in prima persona è Rovorosa, una bambina che vive con il papà Mangiaferro. Tutto è eccentrico, tutto è inspiegabile nel diario di Rovorosa che annota pensieri, azioni e racconta un’incredibile avventura.

Sempre attraverso le pagine di questo taccuino facciamo la conoscenza di strambi personaggi: una strega, un vicino di casa senza una gamba… Rovorosa ci trascina nel mondo dell’infanzia fatto di colori, sapori, gioie e stranezze:

Ma anche i colori mi piacciono. Calzano a pennello in maniera incredibile alle cose. Sempre la sfumatura che serviva giustamente e talvolta per di più la luce vi si posa sopra. Non dico questo per vantarmi dato che porto il nome di un colore. Così parlerebbe l’arancio, ma io non sono un frutto. Né un ­ore, per quanto il mio nome sia anche il nome di un ­ore. Né Viola né Fucsia, io mi chiamo Rosa. Ma Mangiaferro per scherzare ogni tanto, quando mi arrampico su di lui, mi chiama Rovo ed è di colpo il nome di quel cespuglio spinoso e fiorito a starmi meglio, lo stesso che ho conservato, Rovorosa.

Il mondo fatato di Rovorosa viene turbato dalla scomparsa del padre, comincia così un’affannosa ricerca che fa stringere il cuore, specialmente quando si arriva alle pagine finali.

Rovorosa - Eric Chevillard - Prehistorica editoreCome nelle migliori fiabe, l’avventura di Rovorosa è piena di insidie ma noi confidiamo possa superarle tutte. Parte così alla ricerca dei genitori con un panino in tasca e tre paia di mutandine pulite, il sorriso sulle labbra e la certezza che ritroverà la sua famiglia.

Rovorosa è una bambina speciale, non ha paura della notte o degli sconosciuti, anzi. Si fermerà fingendo di osservare le vetrine nella speranza di scorgere il sorriso del padre e si divertirà un mondo osservando i passanti riflessi, protagonisti di un gioco che ignorano.

In Rovorosa niente è come sembra: c’è un ospedale, ci sono dei pazienti ma dietro c’è la magia. Chevillard mette in scena uno spettacolo in cui tutto è il contrario di tutto. Il papà buono e paziente di Rovorosa è forse un delinquente, questa bambina forse non è una bambina… e la sua fuga non può certo definirsi tale.

In un gioco amaro e anche un po’ crudele Chevillard ci conduce nel mondo fatato dell’infanzia dove tutto e possibile e dove per non perdersi basta tracciare delle frecce per terra.  Eppure, nonostante il gioco avvincente e scorrevole non sono rimasta folgorata. Mi sono trovata più a mio agio con la raccolta Sine die (trovate qui la mia recensione) forse perché in questo periodo di forte stanchezza ho bisogno di un altro tipo di storia, meno fantasiosa.

Resta comunque un vero e proprio piacere leggere Chevillard a cui Prehistorica ha dedicato un’intera collana.


Rovorosa è …

Originale, fiabesco. Si ha come l’impressione di entrare in un mondo a parte, soltanto alla fine si comprende che il mondo di Rovorosa è reale, oscuro e preoccupante. Ma nulla ci impedisce di godere il viaggio in compagnia di questa bambina dall’aria stralunata con i lacci delle scarpe allentati alla ricerca di un papà travestito da poliziotto o da signore che legge il giornale.

Mi è rimasta l’idea che Mangiaferro mi stesse facendo uno scherzo, che si fosse travestito e mi seguisse ovunque. Ho osservato a una a una le persone in piazza eliminando tutti coloro che non avevano nessuna possibilità di essere lui: i bambini, ad esempio, soprattutto uno che sponeva forte sul monopattino perché Mangiaferro non è proprio capace con il monopattino, una signora nera molto piccola, altre due signore troppo magre con i capelli bianchi, una bella ragazza con degli shorts troppo corti per lei ma non per i tre ragazzi che le giravano attorno, un uomo che mangiava un gelato e che aveva il mento più lungo del suo cono.

Consigliato per chi è in cerca di una storia piacevole, coinvolgente e sicuramente ben scritta. Abbiamo bisogno di storie narrate in maniera originale.

 

three-stars

Alcune note su Éric Chevillard

Éric Chevillard

Éric Chevillard è nato nel 1964 a La Roche-sur-Yon e, come recita non senza ironia il suo sito, “ieri il suo biografo è morto di noia”. Si tratta indubbiamente di uno dei massimi scrittori francesi contemporanei, che ha saputo suscitare il vivo interesse di critica e pubblico, anche all’estero. Ideatore del fortunatissimo blog letterario, L’Autofictif, ha nel corso degli anni ottenuto diversi e prestigiosi premi, come il PRIX FÉNÉON, Il PRIX WEPLER, il PRIX ROGER-CAILLOIS, il PRIX VIRILO e il PRIX VIALATTE per l’insieme della sua opera. Molti dei suoi capolavori sono tradotti, in inglese, spagnolo, tedesco, russo, croato, romeno, svedese e cinese. Nel 2013, la traduzione di un suo romanzo, Préhistoire (1994; Prehistoric Times), si è aggiudicata il Best Translated Book Award – premio statunitense assegnato dalla rivista “Open Letters” e dall’università di Rochester. Ha scritto oltre venti opere – volendo menzionare solo i romanzi – pubblicate dalla leggendaria casa editrice francese Les Éditions de Minuit, diventata grande con Samuel Beckett e il Nouveau Roman. Sul riccio è il primo testo in assoluto pubblicato da Prehistorica Editore, ed è a oggi il terzo romanzo dell’autore edito in Italia: tutti sono stati tradotti da Gianmaria Finardi.

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