Cerca...
TOP

RECENSIONE: La divoratrice (Anna Giurickovic Dato)

la divoratrice Anna Giurickovic Dato einaudi
RECENSIONE: La divoratrice (Anna Giurickovic Dato)

La divoratrice

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
19/12/2023

Genere:
ISBN:
8858444841
ASIN:
B0CQDFCR8R
Acquista:

La trama

Anna Giurickovic Dato ha scritto un racconto che, attraverso la forma della parabola, riflette con arguzia sui disturbi alimentari, sulle dipendenze e sul controllo delle nostre pulsioni. Perché se il pensiero si fa ondivago (e mentiamo anche a noi stessi) l'istinto non può fare altro che prendere il sopravvento Quando qualcosa non va secondo le nostre previsioni, diciamo che non tutte le ciambelle riescono col buco. Ma se fosse proprio una ciambella a prendere la parola, cosa racconterebbe? Nel suo destino - fin da quando era esposta su un ripiano del supermercato, in una confezione insieme alle sue simili - c'era scritto che sarebbe stata mangiata. Di certo però non poteva immaginare da chi.

 – Spietato –

La divoratrice di Anna Giurickovic Dato (Einaudi editore) è un racconto che mi ha spiazzato e forse proprio per questo mi ha convinto, per il punto di vista insolito, per il tema (che sento molto vicino) e per l’ironia che nonostante la serietà del tema si respira.

Protagonista de La divoratrice è una ciambella. Lo so, suona strano e infatti non è del tutto corretto: al centro del racconto c’è il delicato tema dei disturbi alimentali. Mangiare non è mai solo masticare, ingurgitare e… dimenticare. Chi mangia troppo, chi troppo poco, chi si libera subito dopo con senso di colpa, paura, sofferenza, chi ingurgita qua… è quello che capita alla ragazza che ha comprato la ciambella.

Non è una ragazza grassa, avrebbe importanza se lo fosse? Non credo ma mi sono sentita di specificarlo. Eppure si abbuffa. Compra cibo, riempie un vuoto che non si può colmare e poi lascia spazio al sesso di colpa e le dita si fanno strada nella sua gola: esce tutto quello che è entrato, tranne la sofferenza.

La ciambella osserva tutto da un punto di vista privilegiato:nel suo barattolo insieme alle altre “malcapitate” riesce ad osservare ogni gesto della ragazza e fa diventare il lettore uno spettatore, spesso a disagio. Guardiamo, tocchiamo con mano il dolore di questa ragazza che non riesce a fermarsi e mastica un cibo dietro l’altro senza alcun piacere, senza alcun criterio. Non si mangia solo per piacere, ma anche per disperazione, per incapacità di far uscire quello che abbiamo dentro, per solitudine, per incomprensione e sono convinta che molte di voi potrebbero continuare la lista all’infinito.

La divoratrice è un racconto spietato proprio perché vero. Forse per mostrare cosa siano i disturbi alimentari è necessario prendere una posizione insolita, quella appunto di una ciambella. La ragazza, che ha subito con tutta probabilità delle violenze quando era una bambina,  mangia pasta, biscotti, ciambella, ordina altro cibo… quanto può mangiare una persona disperata?

Finisce il piatto di pasta, ma non ha ancora smesso di cibarsi. Eccola che torna in cucina, sbatte il ginocchio su una sedia, ma neanche ci fa caso. Apre il frigorifero e ne tira fuori un cartone di latte già aperto, lo solleva e lo porta alla bocca come fosse quello il suo bicchiere: un sorso, un suono gutturale, e anche il latte è scomparso. Piú aumenta il vuoto intorno a lei, piú dentro di lei qualcosa cresce: un demone sfavilla nei suoi occhi ogni volta che deglutisce, poi spazza via ogni guizzo e ogni luce, lasciando sbiadire il nero delle pupille in una coltre di stanchezza. Ecco una banana: la sbrana, non si può neanche dire che la mangi. Cerca disperatamente qualcosa, apre tutti i cassetti, esplora tutti gli armadi, finalmente la trova: in un involucro di carta argentata giace, quel che resta, di una tavoletta di cioccolato. La morde, per errore o per disinteresse strappa con i denti anche un pezzo di carta e butta tutto giú, senza masticare, senza godere del sapore, imperturbabile, non è in grado neanche di distinguere cosa, di quel che ingoia, sia commestibile o no. Avrei voluto appartenere a una dea, non a un mostro.

La ciambella sa che verrà mangiata e sente in qualche modo la connessione con chi l’ha scelta. Quando finalmente riuscirà ad entrare dentro di lei allora sì che avrà tutta un’altra prospettiva…  la donna spera di smettere di soffrire mangiando, la ciambella essendo mangiata. Forse si ama solo quello che può ucciderti o forse questa è proprio la prova che non è amore, ma ossessione.


La divoratrice è…

Spietato, originale e accattivante. Lo farei leggere a chi ancora non capisce che alcune persone possono avere un rapporto complicato con il cibo perché non è appunto solo cibo.  Io ho apprezzato tutto, non è un racconto banale e non è eccessivo: pochissime pagine (esiste solo il formato ebook) per aprire e chiudere un capitolo su un mondo che non tutti ancora conoscono.

Consigliato per chi è in cerca di una storia breve e folgorante, per chi non ha paura di guardare in faccia il dolore.

 

 

three-half-stars

Alcune note su Anna Giurickovic Dato

È nata a Catania nel 1989 e vive a Roma. Nel 2012 un suo racconto si è aggiudicato il primo posto al concorso Io, Massenzio in seno al Festival Internazionale delle Letterature di Roma. Nel 2013 è stata finalista al Premio Chiara Giovani. La figlia femmina è il suo primo romanzo.

«

»

1 COMMENTO

  • Fra

    Dopo aver letto la tua recensione ho deciso di acquistare l’eBook. Spero di poterlo iniziare presto.
    Un saluto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segui @lalettricecontrocorrente