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RECENSIONE: Gioventù (Tove Ditlevsen)

Gioventù - Tove Ditlevsen - Fazi editore
RECENSIONE: Gioventù (Tove Ditlevsen)

Gioventù

Valutazione:
three-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
03/10/2022

Pagine:
176
Genere:
ISBN:
9791259673428
ASIN:
B0B7XQPRND
Acquista:

La trama

Dopo Infanzia, il secondo capitolo della trilogia di Copenaghen, grande classico della letteratura danese oggi riscoperto e acclamato a livello internazionale.
La piccola Tove è cresciuta in fretta: costretta ad abbandonare la scuola molto presto, a quattordici anni compie i primi passi nel mondo del lavoro. Indossato il vestito buono e infilato il grembiule in cartella, di prima mattina si presenta a casa della signora Olfertsen, che l’ha assunta come domestica. Durerà soltanto un giorno, e sarà la prima di una serie di esperienze mortificanti. Lasciata l’abitazione dei genitori, la ragazza si sistema in una stanzetta fatiscente; la notte dorme col cappotto addosso e deve sottostare a una padrona di casa nazista, ma quei pochi metri quadrati sono solo suoi. Insieme all’emancipazione arrivano nuove amicizie, vita notturna, e la scoperta degli uomini, con cui vive degli incontri maldestri e mai veramente desiderati. Lei ha fame d’altro: di poesia, di amore, di vita vera. Mentre l’Europa scivola nella guerra Tove, determinata nel perseguire la sua vocazione poetica, va per la sua strada, lungo il difficile cammino verso l’indipendenza. Uno sguardo sempre più affilato, una personalità sempre più definita: costantemente in bilico tra una libertà appena conquistata e lo spaesamento che questa comporta, comincia a delinearsi il tipo di adulta che diventerà.
Gioventù è il ritratto straordinariamente onesto e coinvolgente di una fase cruciale della vita, e Tove Ditlevsen, ancora una volta, ha un grande merito: nel raccontarci di sé ci rivela qualcosa su tutti noi.

«Prima ancora di Joan Didion e di Annie Ernaux, la scrittrice danese trasforma la propria esistenza in opera d’arte: è a partire dalle vicende personali che Ditlevsen raggiunge l’universale; è raccontando la propria storia che riesce a narrare la vita di ognuno di noi. E lo fa con una lingua perfetta».
Michela Marzano, «TTL – La Stampa»

«Queste memorie scritte in uno stato di trance, quasi di autoipnosi, che anticipano di molti anni l’autofiction, appaiono sorprendentemente fresche».
Livia Manera, «La Lettura– Corriere della Sera»

«Oggi possiamo godere anche noi della trilogia di Copenaghen, in cui Ditlevsen passa in rassegna la sua vita – dalle origini proletarie all’affermazione letteraria fino alla dipendenza dall’alcol – con uno stile asciutto ed evocativo insieme».
Veronica Raimo, «D – la Repubblica»

«Ditlevsen, l’Ernaux danese del Novecento, viene finalmente riscoperta».
Carlotta Vissani, «Il Fatto Quotidiano»

 – Malinconia –

Gioventù - Tove Ditlevsen - Fazi editoreGioventù  di Tove Ditlevsen (Fazi editore) è il secondo volume della Trilogia di Copenaghen. Tove si è lasciata alle spalle l’Infanzia (LEGGI QUI la mia recensione) ed è stata catapultata nel mondo degli adulti. Sullo sfondo, si fa per dire, l’ascesa di Hitler e le preoccupazioni della Guerra. In Gioventù è tutto più cupo, non potrebbe essere altrimenti visto lo scenario storico e le preoccupazioni economiche.

E nulla sembra andare per il verso giusto: in casa c’è la zia materna che si sta lentamente spegnendo e il papà della nostra protagonista sia che abbia un lavoro oppure no, trascorre gran parte del tempo sul divano a dormire. Tove sogna soltanto una stanza tutta per sé:

Vorrei tanto avere un posto dove esercitarmi a comporre poesie vere. Mi piacerebbe una stanza con quattro mura e una porta chiusa. Una stanza con un letto, un tavolino e una sedia, una macchina per scrivere – oppure un blocco e una matita – nulla più. Anzi, sì: una porta da poter chiudere a chiave. Cose che non potrò avere finché non compirò diciott’anni e sarò andata a vivere da sola.

Perché i lavori cambiano e cambiano persino le amiche, ma non l’esigenza della ragazza di scrivere. Mentre le altre sognano matrimoni, regali e serate alla moda, Tove non vede l’ora di ritornare in casa per scrivere le sue poesie.

Gioventù - Tove Ditlevsen - Fazi editoreC’è qualcosa di glaciale in lei, gli amori vanno e vengono e raramente suscitano reazioni in questa ragazza che guarda la vita passare… non ha altre passioni: non ama il proprio lavoro, non ama il fidanzato, non le interessa mangiare o bere bene…insomma a me è sembrata una ragazza quasi apatica. Ed è forse anche per questo che Gioventù mi ha convinto meno di Infanzia.

Non so se è lo sguardo disilluso dell’autrice che contamina il racconto e lo ammanta di una freddezza inaspettata, oppure semplicemente Tove è stata questo: una ragazza remissiva con la sola ambizione di scrivere. Ma io credo che lei sia stata molto di più di questo e certo qualcuno dirà che è determinata, decisa… ma io leggendo l’ho percepita poco interessata a tutto il resto. E con tutto il resto intendo le altre relazioni umane e mi è dispiaciuto.

Il ritmo di Gioventù si alza verso la fine del volume, l’incontro fortuito con un poeta cambierà la sua vita e i suoi occhi brilleranno nonostante tutto:

La giovinezza è provvisoria, fragile e incostante. È fatta per lasciarsela alle spalle, non ha altro scopo che questo.

Tove oltre ad essere malinconia è anche frustrata: la sua infanzia è pesante e il posto dal quale viene ancora di più. Il suo desiderio di affrancarsi ricorda un po’ quello di chi viene da una città o un paese che rinnega. Il bisogno di rottura di Tove è stato anche il mio e per questo la comprendo.


Gioventù è…

Malinconico. Lo stile di Ditlevsen cominciamo  a conoscerlo: diretta, senza grossi fronzoli e senza grandi picchi nella scrittura. Ma la narrazione non è mai noiosa o macchinosa anzi, Ditlevsen riesce a mantenere sempre alta l’attenzione del lettore che, al di là della curiosità che nutre per la storia è ammaliato dal modo di raccontarla. Dietro a queste parole pacate, distaccate, si nasconde un mondo pieno di poesia. E immagino sia così anche per la nostra protagonista che ha ricominciato a convincermi soltanto nel finale.

Una sera, rincasando, trovo sul tavolino un grosso pacchetto e lo lacero con mani tremanti. Il mio libro! Lo prendo in mano e sento una felicità solenne, che non somiglia a nessuna emozione mai provata prima. “Tove Ditlevsen. Anima di fanciulla”. Non si può più ritirare. È irrevocabile. Il libro esisterà per sempre, indipendentemente dalla piega che prenderà il mio destino.

three-stars

Alcune note su Tove Ditlevsen

Tove Ditlevsen

Tove Ditlevsen è stata una celebrata poetessa e romanziera danese. I suoi libri autobiografici, Infanzia, Gioventù e Dipendenza, compongono la trilogia di Copenaghen. In queste pagine, con una chiarezza e una sincerità cristalline, l’autrice racconta la sua vita tormentata: eterna outsider del mondo letterario, quattro matrimoni e quattro divorzi alle spalle, per tutta la sua vita adulta ha avuto problemi di dipendenza da alcol e droghe ed è morta suicida nel 1976.

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