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RECENSIONE: Sete (Amélie Nothomb)

Sete - Amelie Nothomb - Voland edizioni
RECENSIONE: Sete (Amélie Nothomb)

Sete

Valutazione:
four-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
21/02/2020

Pagine:
128
Genere:
ISBN:
978-8862434027
ASIN:
B085S2XPLF
Acquista:

La trama

In prima persona è narrata la Passione di Gesù. La genialità di Amélie si esprime appieno nel linguaggio. Spesso nelle interviste le hanno chiesto il motivo della brevità dei suoi romanzi. È l’estrema cura di ogni parola la risposta. Il Cristo di Sete è umano sopra ogni altra cosa, innamorato di Maria Maddalena, figlio amorevole e sofferente nel corpo. Adesso scoprivo la paura. Non la paura di morire, che è la più universale tra le astrazioni, ma la paura della crocifissione: una paura molto concreta. Un romanzo di passione che è anche una profonda riflessione sull’amore e sulla colpa.

– Sconvolgente –

Sete - Amelie Nothomb - Voland edizioniSete di Amélie Nothomb (Voland) è un libro folle, ricco, originale.

Se un paio di anni fa mi avessero detto: “Ti innamorerai di una bizzarra scrittrice che scrive un libro l’anno”, avrei pensato: “Chissà che porcherie”. Se mi avessero detto: “Adorerai una scrittrice che racconta e capovolge il mondo in un centinaio di pagine”, avrei risposto: “Impossibile, io amo i libri lunghi”. Oggi so che quando si parla di Amèlie Nothomb nulla è impossibile e oggi so che lei è in grado di diventare anche Gesù, un Gesù che non ho mai sentito così vicino come oggi. Amèlie può tutto, non so come ma può e questo è il più bello dei suoi libri (tra quelli che ho letto io, si intende LEGGI QUI le mie recensioni).

Gesù ci parla in prima persona, sta per diventare Cristo e non è come quello dipinto dai Vangeli. Nothomb ci racconta la storia di un uomo innamorato di Maria Maddalena, protettivo nei confronti della madre Maria, e che diventa la guida di discepoli diversi dall’immaginario comune. Narra in prima persona la storia dell’amico che vorremmo avere.

La notte da cui scrivo non esiste. I Vangeli sono categorici. La mia ultima notte di libertà la passo nell’Orto degli Ulivi. Il giorno seguente vengo condannato e la sentenza è immediata.

Di Sete ho sottolineato tantissime frasi. Gesù usa parole semplici e tutte significative. Non c’è un solo passaggio in questo romanzo che sia stato trattato con meno cura rispetto ad un altro. L’ho divorato, anzi dovrei dire bevuto, praticamente in un sorso. Solo dopo sono tornata indietro, ho riletto, pensato… tratto le mie personalissime conclusioni.

Quando Gesù viene chiuso in cella dopo la condanna prende una decisione all’apparenza molto banale: non berrà, vuole affrontare il suo calvario con la compagnia della sete.

Io consiglio di prolungarla. Che l’assetato ritardi il momento di bere. Non indefinitamente, ovvio. Non si tratta di mettere la propria salute in pericolo. Non chiedo di meditare sulla propria sete, chiedo di sentirla a fondo, corpo e anima, prima di estinguerla.

Nothomb, che ha sempre avuto la passione per le Sacre Scritture, non si limita a riscrivere il Vangelo ma ci mostra la versione più umana di Cristo. Un Cristo spaventato dal dolore, amareggiato per le testimonianze contro di lui, contrariato per la presenza di sua madre… Nothomb ci mostra la solitudine del figlio di Dio e la rende accessibile, comprensibile. Come? Partendo dalla sete, dall’appartenenza a un corpo.

Per provare la sete, occorre essere vivi. Io ho vissuto così intensamente da morire assetato. Forse e proprio questa la vita eterna.

Gesù viene spogliato prima di essere impalato sulla croce e l’ironia di certo non gli manca quando constata che la condizione umana potrebbe essere riassunta con la frase: “potrebbe andare peggio”.

E così tra presente e passato, Gesù ripercorre i propri miracoli, mostrandoceli sotto un’altra luce e ci porta con se nel cuore del libro: il percorso verso il Golgota, tra fango, lacrime, silenzi e qualche sorriso. Ma soprattutto Gesù secondo Amélie mostra tutti i limiti di Dio:

Lui non ha corpo e l’amore assoluto  che Maddalena e io stiamo vivendo in questo momento (mentre Cristo è sulla croce ndr) scaturisce dal corpo esattamente come la musica dallo strumento. Verità così profonde  non si apprendono se non avendo sete, amando e morendo: tre attività che necessitano di un corpo. Anche l’anima è indispensabile, certo, ma non può in alcun caso bastare da sola.


Sete è…

Sete - Amelie Nothomb - Voland edizioniSconvolgente. Io lo so cosa state pensando. Pensate che Amélie abbia voluto scandalizzare il lettore, giocare con l’inavvicinabile, creare scalpore. Ma posso assicurarvi che non è così: Sete è un vero e proprio inno all’amore nei confronti del nostro corpo. Attraverso di esso compiamo azioni e proviamo sensazioni straordinarie e questo Dio, così uomo ai nostri occhi non fa altro che ricordarcelo. Certo, l’autrice non fa sconti a nessuno, tantomeno al figlio di Dio che non è calmo e pacifico come dipinto nel Vangelo. Vacilla, dubita, prova paura. Il Gesù più laico di sempre eppure il più vicino alla fede che abbia mai visto.

Il viaggio verso il Golgota è il punto più alto di Sete ma la conclusione non è da meno. Amélie è in grado di riscrivere anche il significato dell’assenza dei defunti e di un bisogno semplice, come quello della sete.

Ci sono uomini che pensano di non essere dei mistici. Sbagliano. Basta essere stati sul punto di morire di sete, anche solo per un attimo, per avere pieno diritto a questo appellativo. L’istante ineffabile in cui l’assetato porta alle labbra un bicchiere d’acqua è Dio.

L’augurio che faccio a tutti è che la sete non passi mai.

Consigliato per chi ha il coraggio di andare al di là dei pregiudizi, per chi è in costante sfida con i paradossi. Chi ha il coraggio di specchiarsi e misurarsi con Gesù?

four-stars

Alcune note su Amélie Nothomb

Amélie Nothomb

Nata nel 1967 a Kobe, Giappone, trascorre l’infanzia e la giovinezza in vari paesi dell’Asia e dell’America, seguendo il padre diplomatico nei suoi cambiamenti di sede. A 21 anni torna in Giappone e lavora per un anno in una grande impresa giapponese, con esiti disastrosi e ironicamente raccontati in Stupore e tremori. Rientrata in Francia, propone un suo manoscritto a una solida e storica casa editrice, Albin Michel. Igiene dell’assassino esce il 1° settembre del ’92 e conquista subito molti lettori. Da allora pubblica un libro l’anno, scalando a ogni nuova uscita le classifiche di vendita. Ha ottenuto numerosissimi premi letterari tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo ‒ da cui nel 2015 è stato tratto il film Il fascino indiscreto dell’amore di Stefan Liberski ‒ e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Oggi vive tra Parigi e Bruxelles.

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4 COMMENTI

  • Alessandra

    Io ho ascoltato ” sete ” e l’ho trovato abbastanza originale. Mi ha colpito proprio la figura di questo Gesù più laico, e pur essendo molto cattolica e avendo da poco conosciuto questa scrittrice, posso dire che rileggerei altri suoi libri proprio per questo suo modo di scrivere alternativo.

  • Maria Dolci

    Io non credo che ci sia bisogno di riscrivere i Vangeli e di attribuire a Cristo sentimenti ed aspettative dell’uomo comune. Questo libro non mi è piaciuto per niente e sono stupita che abbia preso tanti premi e che la sua recensione sia così entusiasta. Perché mai i miracolati avrebbero dovuto avere dei risentimenti verso Gesù? Non ho mai sentito un miracolato lamentarsi! Giuda è un soggetto da psicanalista. Gesù si domanda ad un certo punto chi gliel’abbia fatto fare di dare ascolto a papà (Dio) di subire tutta quella sofferenza? La risposta è perché odia se stesso. È tutto surreale, come l’innamoramento della Veronica seduta stante e perché? Perché è bella, così come Maddalena. Siamo non un banale romanzo rosa.

  • Marlène

    Prima di tutto un ringraziamento per la lettrice contro corrente che recensisce magistralmente libri che incontrano il mio gusto letterario.
    Ho letto parecchi libri di Amelie Nothomb tutti con grande soddisfazione perché è una scrittrice di concreta originalità, che sa stupire e accompagnare dentro noi stessi con spunti di riflessione non indifferenti

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