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RECENSIONE: L’ultima diva dice addio (Vito Di Battista)

L'ultima diva dice addio - Vito Di Battista
RECENSIONE: L’ultima diva dice addio (Vito Di Battista)

L'ultima diva dice addio

Valutazione:
three-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
2018

Pagine:
213
Genere:
ISBN:
9788893900409
ASIN:
B079P4QM42
Acquista:

La trama

Molly Buck è una diva del cinema. Al culmine del successo e della fama si ritira dalle scene senza dare spiegazioni, senza clamore. Lontana da tutti e da tutto, a Firenze, vive per farsi dimenticare. O quasi. Quando, la notte di capodanno, Molly muore in una clinica privata sulle colline che guardano la città, davanti al cancello d'ingresso è seduto il giovane che l'attrice ha scelto come suo biografo ufficiale. È lui a restituirci la storia della diva. E forse molto di più. Inizia così il racconto degli eventi che hanno portato Molly prima al successo e poi al volontario ritiro dalle scene. Nella casa al terzo piano di una palazzina liberty d'Oltrarno, l'attrice ricorda i personaggi con cui ha condiviso frammenti di vita: la sorella Anne, prostituta per scelta e vittima di una resa dei conti letale; il figlio Philip, partorito a quindici anni in America e cresciuto come figliastro di un'altra sorella, che diventa predicatore battista e vede nella madre l'emblema del peccato. E poi il signor Edward Windmill, un nome che compare spesso tra i sospiri della diva, un uomo misterioso e sfuggente che il protagonista insegue senza tregua. Attraverso la maestosa biografia di un'attrice decaduta, l'esordio letterario di Vito di Battista si misura con il grande della memoria, sempre in bilico tra verità e menzogna.

 – Malinconico – 

L’ultima diva dice addio di Vito Di Battista (Sem) è un libro molto particolare: delicato, malinconico e che lascia un pizzico di inquietudine quando si arriva all’ultima pagina.

Molly Buck è una donna anziana e disillusa ma è anche affascinante, arguta e magnetica. Ci troviamo a Firenze, negli anni Settanta in compagnia della diva che una volta occupava le fantasie degli uomini e suscitava le invidie delle donne. Qualcosa degli anni trascorsi è rimasto, si vede e si sente. A raccontarci emozioni, sensazioni e a far rivivere numerosi ricordi è un giovane scrittore che condivide prima i giorni, poi le notti con l’ex attrice.

Il suo compito è quello di scrivere una biografia ma finisce per rivivere le epifanie di Molly e ne diventa, di fatto ossessionato. Di questo ragazzo con il blocchetto in mano e gli occhi inquieti scopriamo i tormenti e la fine della relazione con Matilde, la ragazza che amava ma che non ha provato a trattenere.

Non riuscivo a sostenere la profondità dei suoi occhi e avevo allora concentrato  lo sguardo sulle mani che si accarezzavano a vicenda, perchè le mani di una donna quando si incartapecoriscono sono di una delicatezza che disarma. Quelle di Molly Buck, con le lunghe dita e le unghie coperte a malapena da uno smalto nude, mi stringevano lo stomaco perché si muovevano per aria con la sicurezza di chi ha visto tanto eppure gode ancora nel sapersi stupire, anche dalla propria eleganza.

Troppo impegnato a trascorrere il tempo con Molly, anche quando non c’è, i suoi pensieri vengono totalmente assorbiti da quella donna giunta ormai alla fine della propria vita. Gli enigmi da risolvere, i misteri della memoria e le riflessioni sull’esistenza e i suoi segreti occupano tutte le pagine, spingendo quasi fuori dal libro Matilde. Se ne è andata perché non poteva condividere un’ossessione, perchè a lei non interessava sapere chi fosse il Signor Edward e quali episodi condividesse con Molly.

Io so solo che quei due credevano di poter vincere la fine insieme, ma la fine, in qualche modo, li aveva vinti per prima, e poi il resto degli anni si era accasciato su se stesso come solo gli anni sanno fare, e tutto si era frammentato in minuscoli dettagli sparsi tra pettegolezzi e lettere piene di confidenze cifrate e difficili da datare.

Molly è l’ultima diva che dice addio perché in realtà è  il simbolo di un’era. Con lei spariscono gli anni d’oro delle feste, delle ascese e dei declini delle star, spariscono i fallimenti sbandierati sulle riviste patinate e l’oblio inghiotte le foto in bianco in nero.

L’ultima diva dice addio è…

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L’ultima diva dice addio è il primo romanzo di Vito Di Battista e nel complesso mi è piaciuto. E’ un libro originale, con personalità e molto piacevole. Il retrogusto amaro, che occupa tutte le pagine, rende il racconto vero e quindi ancora più coinvolgente. Avrei preferito un’opera un po’ più lunga e con qualche dettaglio in più, specialmente sul presente di Molly.

 

 

three-stars

Alcune note su Vito Di Battista

Vito Di Battista

Vito di Battista è nato nel 1986 in un paese d’Abruzzo a trecento gradini sul mare. Ha vissuto a Firenze, dove si è laureato in Italianistica scegliendo una tesi su Romain Gary, Tarjei Vesaas e J.M. Barrie. Si è poi trasferito a Bologna.
Nel 2012, grazie a un suo racconto, è stato selezionato per il Cantiere di Scritture Giovani del Festivaletteratura di Mantova. Collabora con la rivista letteraria «Nuovi Argomenti» e partecipa all’organizzazione del festival letterario Garp Under 30. L’ultima diva dice addio (SEM 2018) è il suo primo romanzo.

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1 COMMENTO

  • Vittorio P.

    Per essere un romanzo d’esordio presenta delle peculiarità interessanti: dai temi principali (la memoria, la deformazione della realtà, i silenzi che nascondono o che rivelano, anche se solo parzialmente) alla connotazione stilistica scelta dal giovane autore.
    Ma è proprio nello stile narrativo che ho trovato, innanzitutto, un punto debole: vi sono delle ricercatezze espressive, talvolta ridondanti e talaltra criptiche, che mi hanno dato spesso (direi quasi sempre) l’impressione di una sorta di autocelebrazione da parte dello scrittore. Autocelebrazione che a tratti assume la forma di pretesa di insegnare la vita, i suoi risvolti e i suoi inganni, a chi legge.
    Da ciò deriva che il vero protagonista del romanzo sembra essere l’autore stesso, non Molly Buck, la cui figura viene perciò in parte oscurata.
    Per giunta la ricostruzione della vita di Molly Buck, già precaria ed evanescente per i motivi esposti, appare confusa. Disorienta e non appaga la naturale curiosità del lettore.
    Vittorio P.

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