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I cinque libri che vorrei rileggere

Cinque cose che…

Buon venerdì cari lettori! Torna l’appuntamento con le Cinque cose che… rubrica ideata da Twins Books Lovers. Questa settimana tocca ai libri che vorrei rileggere. E che forse, appena troverò il tempo rileggerò. Leggere un libro già amato, o odiato, ha un sapore rassicurante. E’ come tornare da un vecchio amico  che non si vedeva da tempo e proprio come i vecchi amici, sai che ci sono anche se non li chiami spesso.

La ricerca del tempo perduto

Ho letto questo libro a maggio del 2009. In meno di tre mesi l’ho finito. Ricordo con precisione quando l’ho cominciato perché era il mio ultimo anno di liceo. Marcel Proust mi ha fatto compagnia in quei mesi finali di scuola. Quel periodo che ha il sapore dell’addio e l’eccitazione per un nuovo inizio. Un periodo che ricordo sempre con un sorriso sulle labbra, perché tante di quelle paure che avevo sono riuscita a superarle e a fianco a me  ho quasi tutte le persone di allora.

Un uomo

Nessuna autrice italiana, facendo una particolare eccezione per Elena Ferrante, mi ha scosso come mi scuote Oriana Fallaci. Non importa se il testo che ho in mano è un saggio, o un romanzo, lei riesce ad arrivarmi dritta al cuore. I due generi che tanto amo, giornalismo e narrativa, in lei si fondono. Un uomo è senza dubbio il suo libro più bello, almeno per me. Adoro le lunghe descrizioni, le sensazioni, le prese di posizione della Fallaci, mentre racconta di Alekos Panagulis. Fallaci ci fa vedere l’eroe greco da angolazioni diverse, quelle dell’ammirazione, della preoccupazione e dell’amore. Un capolavoro.

 

Gli occhi gialli dei coccodrilli

Questa è una trilogia molto particolare. Non pensavo assolutamente che fosse nelle mie corde però mi ero fissata comunque. Rapita dal colore della copertina, azzurro acceso, ho comprato quel libro senza neppure immaginare che avrei passato i mesi successivi dando la caccia su ebay ai vari seguiti. La casa editrice originale non stampava più il romanzo di Katherine Pancol, io avevo acquistato una ristampa Rizzoli e per i successivi avrei dovuto aspettare mesi. Impossibile! Ricordo che cenavo in fretta per potermi chiudere in camera e continuare la straordinaria storia di Joséphine e di tutti i personaggi che le ruotavano attorno. Fantastico!

Anna Karenina

Ho un debole per le saghe e per i classici. Ecco perchè nel mio elenco non poteva mancare Anna Karenina di Lev Tolstoj. E’ senza dubbio uno dei miei libri preferiti. L’ho divorato, in treno, quando frequentavo l’univeristà. Ed ammetto che è anche l’unico libro che ho letto di Tolstoj. Mi piacerebbe tornare a salutare Anna, proprio come si fa con una vecchia amica, con lei vorrei tornare a sognare, a sperare nell’amore e a darle una mano nei momenti di sofferenza, anche se so che non li supererà.

Ragazzi di vita

Ed eccolo.. il libro che proprio non mi è andato giù ma rileggerei molto volentieri. Mi piace Pier Paolo Pasolini, alcuni passaggi della mia tesi sono stati dedicati a lui, ho visto i suoi film. Amo il suo modo così crudo, così vero di raccontare e di raccontarsi. Eppure Ragazzi di vita l’ho… eh sì diciamolo pure, odiato. Ci ho messo tantissimo a leggerlo e alla fine non mi è piaciuto neanche un po’. Penso di non averlo capito, forse non era il momento giusto.  Forse dovrei dargli una seconda possibilità.

Alcune note su Lev Tolstoj

Nato in una famiglia di antica nobiltà, rimasto orfano della madre a due anni e del padre a nove, Lev Tolstoj fu allevato da alcune zie molto religiose; trascorse l’infanzia e l’adolescenza tra Mosca, la grande tenuta familiare di Jasnaja Poljana e Kazan’, dove nel 1844 si iscrisse all’università, frequentando prima la facoltà di studi orientali, poi quella di giurisprudenza, che concluse nel 1850. In questi anni, disordinati e tempestosi ma anche nutriti da intense letture (J.-J. Rousseau, A. Puskin, N. Gogol’, L. Sterne), cominciò a tenere un diario, che continuò poi per quasi tutta la vita. Nel 1851-53 partecipò alla guerra contro il Caucaso, prima come volontario, poi come ufficiale di artiglieria. Il suo debutto letterario (Infanzia, 1852, prima parte di una trilogia autobiografica completata da Adolescenza, 1854, e Giovinezza, 1857) rivelò subito in lui uno scrittore di grande talento. Seguirono alcuni racconti sempre a sfondo autobiografico come L’incursione (1853), storia dell’autentico assalto di un battaglione russo a un villaggio caucasico. Nel 1853, scoppiata la guerra russo-turca, T. chiese di essere trasferito a Sebastopoli, dove in combattimenti cruenti si decideva la sorte della guerra. La guerra di Crimea, violenta e disastrosa per l’esercito russo, diede a T. argomento per alcuni racconti: Il taglio del bosco (1855), La tempesta di neve (1856), I due ussari (1856) e soprattutto il ciclo dei tre Racconti di Sebastopoli (1855-56), la cui pubblicazione, autorizzata con grandi difficoltà dalla censura, suscitò enormi polemiche per la spietata descrizione della guerra, dell’eroico comportamento dei soldati semplici, del molto meno irreprensibile comportamento degli ufficiali. Congedatosi dall’esercito, T. compì un lungo viaggio in Europa (Francia, Svizzera, Germania, Inghilterra), dove conobbe P.-J. Proudhon, A. Herzen, Ch. Dickens e assisté con disperato dolore alla morte del fratello Nikolaj, ammalato di tubercolosi. Nei nove anni che vanno dai Racconti di Sebastopoli alla prima parte di Guerra e pace (1865), T. pubblicò qualche racconto, fra cui I cosacchi (1863), ispirato ai ricordi del Caucaso e segnato dalla nostalgia per la vita a contatto con la natura, lontano dalla civiltà ipocrita e corruttrice. All’inizio degli anni ’60 decise di rifugiarsi nella sua tenuta di Jasnaja Poljana, dedicandosi alla gestione della proprietà, all’istruzione dei figli dei contadini nella scuola da lui stesso fondata, ed elaborando una serie di principi pedagogici (pubblicati nella rivista «Jasnaja Poljana», il cui primo numero uscì nel 1862, in alcuni saggi come Sull’importanza dell’istruzione popolare, 1862, e in opere letterarie come I quattro libri di lettura, 1873), che costituiscono ancor oggi materia di interesse e di studio. Si sposò nel 1862 con Sof’ja Bers, da cui ebbe tredici figli (di cui cinque morti in giovanissima età).

I GRANDI ROMANZI. In sette anni T. portò a termine il suo più vasto romanzo, Guerra e pace (1863-69): partito dal progetto di narrare la rivolta dei decabristi del 1825, spostò poi il suo interesse sul periodo 1803-13, dove secondo T. si erano condensati i problemi sociali e politici dei decenni successivi. Il romanzo è delimitato da due date: il 1805, anno della prima sfortunata campagna contro Napoleone, chiusa dalla sconfitta di Austerlitz, e il 1812, anno della travolgente guerra patria che vide insorgere tutto il popolo russo in difesa della propria terra. Sullo sfondo delle due campagne si intrecciano le vicende dei membri di due famiglie dell’alta nobiltà, i Bolkonskij e i Rostov, portatori di valori genuini, contrapposti al corrotto clan dei Kuragin, depravati e disonesti. Tre sono i protagonisti: Natasa Rostova, creatura forte e purissima, di una straordinaria, immediata poesia, simbolo di quell’«armonia del mondo» che l’autore andava inseguendo. Accanto a lei, due figure maschili di grande statura morale: il principe Andrej Bolkonskij, che, in polemica con la fatua società pietroburghese, affronta l’esperienza della guerra, della prigionia e dell’infelice amore per Natasa, raggiungendo con la morte una purificazione spirituale nella fede cristiana; e Pierre Bezuchov, attratto inizialmente dai falsi valori impersonati dalla bella e vanitosa Hélène Kuragina, ma in realtà dominato da una profonda, ansiosa ricerca spirituale, che culmina nell’incontro con il soldato-contadino Platon Karataev, l’uomo giusto per eccellenza, simbolo dell’incontaminata purezza del popolo russo. È proprio da lui che Pierre assorbe il messaggio di fede, fatto non di riti o parole, ma di partecipazione profonda e autentica alla sofferenza, all’esistenza collettiva. Nel romanzo T. condensò il suo pensiero sulla storia, fatta secondo lui non dai grandi condottieri, ma dalla volontà delle masse, dal loro slancio e dalle loro segrete convinzioni, di cui i capi sono soltanto interpreti più (Kutuzov) o meno (Napoleone) attenti.
Il romanzo successivo, Anna Karenina (1873-77), nacque come storia di un adulterio, consumato nel¬ l’ambito dell’alta società. Anna, moglie del noioso e rigido avvocato Karenin, si innamora del bell’ufficiale Vronskij: va a vivere con lui, con un gesto ribelle alle convenzioni che crea scandalo. Divorata da una passione senza sollievo, da una gelosia ingiustificata, messa al bando dal proprio ambiente, Anna si suicida, mettendo così sotto accusa soprattutto l’atteggiamento gretto, conformista, puritano della società del suo tempo che troppo facilmente condanna e respinge chi non si adegua ai suoi rigidi canoni. Nel romanzo c’è un altro personaggio significativo, il proprietario Levin, dedito alla conduzione delle proprie terre: egli è alla costante ricerca di una via spirituale su cui costruire la propria vita e la trova nelle parole di un vecchio contadino, che lo spinge, come Pierre in Guerra e pace, a trovare il bene nella comunione di vita e di fatiche con il popolo.

LA CRISI SPIRITUALE. Concluso Anna Karenina, che ebbe un successo clamoroso, T. attraversò un periodo di profonda crisi spirituale, che coinvolse tutta la sua esistenza e i suoi valori: così, nella prima metà degli anni ’80, si dedicò a opere di carattere morale e religioso, volte a chiarire a sé stesso prima che al lettore le radici del proprio tormento (Confessione, 1879-80; In che cosa consiste la mia fede, 1882-84; Saggio di teologia dogmatica, 1879-80; traduzione dei Vangeli, 1880-81). Alcune di queste opere vennero considerate dannose dalla censura ecclesiastica, sempre più in polemica con lo scrittore (fece fra l’altro vietare la rappresentazione del dramma La potenza delle tenebre, che venne presentato solo all’estero); nel 1901 il sinodo della chiesa ortodossa decise di scomunicarlo. Vennero delineandosi in questi anni le teorie della non resistenza al male (che attirò il giovane Gandhi, di cui esiste una corrispondenza sull’argomento con T.), del rifiuto di ogni forma di violenza, dell’aiuto a chi soffre ingiustamente (i contadini oppressi, le vittime di carestie, i seguaci di sette perseguitate come i molokany e i duchoborcy, alla cui emigrazione in Canada egli collaborò offrendo i diritti di autore di Resurrezione). L’inquietudine e la ricerca morale di T. ebbero riflessi mirabili in una serie di racconti di assoluta perfezione stilistica e contenutistica, come La morte di Ivan Il’ic (1887-89), sul senso che l’uomo cerca di dare alla propria vita attraverso l’esperienza della morte imminente; La sonata a Kreutzer (1889-90), contro l’educazione sessuale nella società moderna; i drammi La potenza delle tenebre (1886), I frutti dell’istruzione (1886-89) e l’ultimo romanzo, Resurrezione (1889-99), in cui il protagonista Nechljudov è giurato al processo dove viene condannata la donna da lui un tempo sedotta; divorato dal rimorso, abbandona la sua vita di agiato possidente per seguirla e salvarla dall’ergastolo: respinto da lei, si rifugia nella parola evangelica e nella certezza di una vita morale migliore. L’ultimo decennio vede allinearsi altri capolavori, come Chadzi-Murat (1896-1904, pubblicato nel 1912), La cedola falsa (1902-04, pubblicato nel 1911), Padre Sergio (1890-98, pubblicato nel 1912), Appunti postumi dello starec Fëdor Kuz’mic (1905, pubblicato nel 1912), Dopo il ballo (1903, pubblicato nel 1911), dove gli assilli etici dell’autore si intrecciano con violenti atti d’accusa alla società del suo tempo. Accanto a queste opere di straordinaria forza artistica, negli ultimi anni T. scrisse racconti che rispecchiano le problematiche a lui vicine, come i racconti «popolari», dove nella rassegnata morale dell’uomo dei campi T. indicò un esempio di grandezza e di sublime tolleranza (Padrone e servo, 1894-95; Iljas, 1885; Il cero, 1885; Di che vivono gli uomini, 1881; Alesa Gorsok, 1896; Se trascurerai il fuoco non lo spegnerai, 1897-98); o altri, dove prese coraggiosamente posizione su scottanti problemi politici di attualità (Ha bisogno di molta terra l’uomo?, 1904; Divino e umano, 1905; La schiavitù del nostro tempo, 1900; Perché?, 1906; Chi sono gli assassini, 1908-09; Non posso tacere, 1908, in difesa dei rivoluzionari del 1905).
Nel 1897 portò a termine un saggio, destinato a suscitare polemiche accese, nel quale raccolse le proprie idee sull’arte: Che cos’è l’arte, in cui sostenne che il valore di un artista si misura sulla maggiore o minore rispondenza al sentimento e alla coscienza religiosa del suo tempo e di tutto il suo popolo e non di un ristretto gruppo di privilegiati o eletti. Se l’arte non è accessibile e comprensibile agli uomini più semplici, non è arte ma strumento di corruzione e sintomo di decadenza. In vecchiaia T. venne fatto oggetto di autentica venerazione: Jasnaja Poljana era meta di un pellegrinaggio ininterrotto di scrittori, scienziati, politici, religiosi, uomini comuni, giovani da tutte le parti del mondo, attirati dall’inestinguibile attività intellettuale del grande vecchio. Ma, accanto alla fama, cresceva il doloroso conflitto familiare: la moglie non condivideva il suo desiderio di rompere con un’esistenza che contraddiceva i principi da lui propugnati, il suo desiderio di non trasformare l’arte in professione, di non ricevere vantaggi materiali, di non possedere alcunché, la sua rinuncia ai diritti d’autore per aiutare i contadini di Jasnaja Poljana a riscattare la terra, a rendersi indipendenti. Dopo aver più volte meditato la fuga per sottrarsi ai ricatti e alle minacce della famiglia, il 28 ottobre 1910 T. abbandonò la sua casa, ma, ammalato, il 31 fu costretto a fermarsi alla stazione di Astapovo, dove morì il 7 novembre. I suoi funerali ebbero un’enorme partecipazione popolare, nonostante i tentativi delle autorità di limitarla.

Fonte: Enciclopedia della Letteratura, Garzanti 2007

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28 COMMENTI

  • Chiara Ropolo

    Ciao, hai scelto dei titoli impegnativi. Ho amato molto la Fallaci

    • Alessandra - La lettrice controcorrente
      AUTHOR

      Anche io 😉

  • Ciao, bellissimi titoli, rileggerei molto volentieri Anna Karenina !

    • Alessandra - La lettrice controcorrente
      AUTHOR

      Grazie che bello!

  • Elena Perini

    Condivido il tuo pensiero su Oriana Fallaci *_*

    • Alessandra - La lettrice controcorrente
      AUTHOR

      Da piccola volevo essere come lei.. e nel mio piccolo ci provo 😉

  • Eleonora

    Adoro la Pancol! Li ho letti quasi tutti <3 Vorrei tantissimo approcciarmi a Proust ma non ne ho ancora trovato il "coraggio" 🙁

    • Alessandra - La lettrice controcorrente
      AUTHOR

      Che bello! Ho trovato qualcuno che adora Pancol come me!! Io ho letto tutto!

  • Manuela

    Io non ho letto nessuno dei tuoi suggerimenti, ma alcuni mi incuriosiscono

    • Alessandra - La lettrice controcorrente
      AUTHOR

      Grazie 😉

  • Virginia

    Bellissime scelte Ale, mi intriga Un uomo 🙂 un bacio

    • Alessandra - La lettrice controcorrente
      AUTHOR

      Bellissimo.. una lettura che tutti i giornalisti dovrebbero fare 😉 baci

  • Dolci Carloni

    Non ho letto nessuno dei tuoi libri.

  • Ciao, non ho letto nessuno di questi libri ma Anna Karenina è in lista da tempo e anche gli altri spero di recuperarli prima o poi 🙂

    Kia

    • Alessandra - La lettrice controcorrente
      AUTHOR

      C’è il momento giusto per tutto!

  • Anima in penna

    Tra questi ho letto solo Anna Karenina, ma non mi aveva entusiasmata troppo…

    • Alessandra - La lettrice controcorrente
      AUTHOR

      A volte fa tanto anche il momento in cui si legge un libro! Oppure non è proprio adatto a te 😉

  • Non ho letto niente dei libri che hai menzionato. Anna Karenina però è sempre stato un titolo che mi ha incuriosito molto.
    Se ti fa piacere passare ti lascio il link alla mia lista ”5 libri che vorrei rileggere”

    • Alessandra - La lettrice controcorrente
      AUTHOR

      Vale la pena leggerlo, passata! Che bello conoscere i gusti degli altri!

  • Che bello conoscere nuovi blog attraverso le rubriche 🙂 Hai citato dei libri importanti…
    Se ti va di passare questo è il link alla Rubrica 5 COSE CHE…

  • Benedetta

    Ciao, ammetto di non averne letto neanche uno dei tuoi, ma spero di riuscire a rimediare prima o poi! Qui i miei 5… http://ioamoilibrieleserietv.blogspot.com/2017/11/5-cose-che-3-5-libri-che-vorrei.html

  • Erica Libri al caffè

    Ciao! Non ho mai letto questi libri anche se Anna karenina è uno di quei classici che mi attira

    • Alessandra - La lettrice controcorrente
      AUTHOR

      E merita, davvero!

  • Giorgia Blabla

    Hai citato dei libri splendidi! Pasolini e la Fallaci sono letture dure ma immense. La trilogia della Pancol la sto recuperando e non vedo l’ora di leggerla.
    Proust e Tolstoj voglio affrontarli in futuro, ma sto cercando il momento giusto 🙂

    • Alessandra - La lettrice controcorrente
      AUTHOR

      Grazie.. dimmi quando comincerai la Pancol.. non sono ancora riuscita a confrontarmi con nessuno! Io l’ho adorata!

  • Deb

    Ciao, mamma mia che libri.tutti interessanti. Di questi io vorrei aver modo di riuscire a leggere Anna Karenina, uno di quei classici che mi manca

    • Alessandra - La lettrice controcorrente
      AUTHOR

      Anna karenina merita e non è così impegnativo come potrebbe sembrare!

  • Giorgia Blabla

    Hai citato dei libri splendidi!
    Pasolini e la Fallaci sono letture dure ma immense! La trilogia della Pancol la sto

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