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Cinque libri che avrei voluto leggere lo scorso anno

Cinque libri che avrei voluto leggere lo scorso anno

Venerdì, torna l’appuntamento con la rubrica Cinque cose che… questa settimana tocca a Cinque libri che avrei voluto leggere lo scorso anno. Solo cinque? Eh, in realtà per quanto abbia letto tantissimo non sono riuscita ad affrontare tutte le letture in programma. Speriamo che il 2022 possa essere l’anno buono!

Vita e destino di Vasilij Grossman

Vita e destino di Vasilij Grossman adelphi edizioni

Comprato due anni fa è ancora in attesa.

«In quest’epoca tremenda, un’epoca di follie commesse nel nome della gloria di Stati e nazio­ni o del bene universale, e in cui gli uomini non sembrano più uomini ma fremono come rami d’albero e sono come la pietra che frana e trasci­na con sé le altre pietre riempiendo fosse e bur­roni, in quest’epoca di terrore e di follia insensa­ta, la bontà spicciola, granello radioattivo sbri­ciolato nella vita, non è scomparsa».

Gente nel tempo di Massimo Bontempelli

GENTE NEL TEMPO massimo bontempelli utopia editore

Punto questo libro da quando è uscito ma non è ancora arrivato il momento giusto per affrontarlo.

Incipit tra i più incalzanti della letteratura italiana, il romanzo si apre con la morte della Gran Vecchia, donna molto autoritaria che ha plagiato sia il figlio Silvano che la nuora Vittoria. Fiera e severa, la vecchia ammonisce i parenti, avvertendoli che tutta la famiglia morirà giovane. E muore. È il 1900. Nelle settimane successive, Silvano e Vittoria sperimentano la libertà. L’assenza, però, della Gran Vecchia al timone della casa disorienta la famiglia; Vittoria si innamora di un altro uomo, Silvano si dimostra sempre più inetto. Per giunta si ammala. E muore. È il 1905. La vedova, divisa tra il rimorso e la libertà, prova a rifarsi una vita. Gli anni passano, è il 1910. Vittoria si ammala e muore. La gente del paese inizia allora a pensare che la famiglia sia vittima di una maledizione, per cui uno dei membri continuerà a morire ogni cinque anni. A Silvano e Vittoria sopravvivono le due figlie, Dirce e Nora. Le giovani si convincono presto che la maledizione della Gran Vecchia sia ricaduta anche su di loro, con delle conseguenze destabilizzanti per entrambe.

La ragazza di Bube di Carlo Cassola

La ragazza di Bube di Carlo Cassola einaudi

Trovato a una bancarella e portato via per tre euro è ancora in paziente attesa.

Mara è una giovane di Monteguidi, piccolo paese della Val d’Elsa, che all’indomani della Liberazione conosce il partigiano Bube, eroe della Resistenza, e se ne innamora. Questi, tornato alla vita civile imbottito di precetti di violenza e vendetta, ha commesso un delitto e, dopo un periodo alla macchia, viene catturato e condannato a quattordici anni di carcere. Mara, maturata proprio grazie alla forza del sentimento per Bube e divenuta ormai donna, decide di aspettare l’amato con animo fedele e ostinato. Con questo romanzo – pubblicato nel 1960 e seguito nel 1963 da una celebre versione cinematografica interpretata da Claudia Cardinale – Cassola si aggiudica il premio Strega e raggiunge il successo anche internazionale. “La ragazza di Bube” segna una profonda cesura nella narrativa italiana del dopoguerra: benché ispirato a una vicenda realmente accaduta, il romanzo si arricchisce di elementi psicologici e lirici superando le istanze neorealiste, tanto per il linguaggio quanto per il rifiuto dei dogmatismi ideologici. “Il romanzo” sostiene infatti Cassola “viene prima di ogni interpretazione della realtà, è la ricerca continua della verità degli uomini.”

Rebecca la prima moglie di Daphne Du Maurier

Rebecca la prima moglie di Daphne du Maurier  IL SAGGIATORE

Comprato a inizio dell’anno scorso è ancora lì.

Durante un soggiorno a Monte Carlo insieme alla signora cui fa da dama di compagnia, una giovane donna, appena ventenne, conosce il ricco e affascinante vedovo Maxim de Winter. L’uomo inizia a corteggiarla e, dopo due sole settimane, le chiede di sposarlo; lei, innamoratissima, accetta con entusiasmo e lo segue nella sua grande tenuta di famiglia a Manderlay. Sembra l’inizio di una storia da favola, ma i sogni e le aspettative della giovane si scontrano subito con la fredda accoglienza della servitù, in particolare della sinistra governante. Eppure non si tratta solo di questo: c’è qualcosa, in quel luogo, che giorno dopo giorno rende l’ambiente sempre più opprimente; c’è una presenza che pervade ogni stanza della magione e che si stringe attorno ai passi dell’attuale inquilina come una morsa silenziosa. È Rebecca, la defunta signora de Winter, più viva che mai nella memoria di tutti quelli che l’hanno conosciuta e modello inarrivabile per la giovane, che invece si muove impacciata e confusa nella sua nuova esistenza altolocata e mondana. Un fantasma ingombrante che si trasformerà in una vera e propria ossessione per la protagonista, costretta a immergersi nelle ombre del proprio matrimonio e spinta sempre più ai con¬fini della follia, ¬fino a dubitare della propria stessa identità. Fonte di ispirazione dell’omonimo film di Alfred Hitchcock con Laurence Olivier e Joan Fontaine, Rebecca la prima moglie è l’opera più famosa e amata di Daphne du Maurier: un thriller psicologico ricco di suspense e mistero, colpi di scena e ribaltamenti inaspettati, passioni e segreti. Un grandioso romanzo sulla gelosia e sulla memoria, che conduce il lettore tra le pieghe dell’animo umano, là dove si nascondono gli spettri nati dal dolore più atroce e dalle paure più inconfessabili.

Trilogia della città di K. di Agota Kristof

trilogia della città di k. di aguta Kristof

Prima o poi arriverà anche il suo turno. Quando “Il grande quaderno” apparve in Francia a metà degli anni Ottanta, fu una sorpresa. La sconosciuta autrice ungherese rivela un temperamento raro in Occidente: duro, capace di guardare alle tragedie con quieta disperazione. In un Paese occupato dalle armate straniere, due gemelli, Lucas e Klaus, scelgono due destini diversi: Lucas resta in patria, Klaus fugge nel mondo cosiddetto libero. E quando si ritroveranno, dovranno affrontare un Paese di macerie morali. Storia di formazione, la “Trilogia della città di K” ritrae un’epoca che sembra produrre soltanto la deformazione del mondo e degli uomini, e ci costringe a interrogarci su responsabilità storiche ancora oscure.

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