
Il sorriso di Shoko

La trama
Una ragazza coreana e una giapponese si incontrano grazie a un programma di scambio culturale ai tempi del liceo. Soyu e Shoko non hanno niente in comune, eppure un filo sottile come il sorriso enigmatico di Shoko le terrà unite per molti anni. Una studentessa coreana di geologia e un giovane
veterinario keniota si conoscono in un monastero francese, mentre sono alla ricerca di se stessi. L’amore tra sorelle viene irrimediabilmente compromesso dopo che il marito di una delle due, Soonae, viene accusato di aver collaborato con la Corea del Nord.Choi Eunyoung è considerata una delle voci letterarie più promettenti della sua generazione. Il sorriso di Shoko, sua opera d’esordio, è un coming of age corale che dipinge ritratti intimi della vita di giovani donne in Corea del Sud. Uno studio microscopico, profondissimo ma allo stesso tempo rarefatto, che indaga la scoperta del dolore, della delusione e delle emozioni contraddittorie della giovinezza.
Con uno stile dal ritmo ammaliante e ipnotico, che ricorda la Banana Yoshimoto degli esordi, Choi Eunyoung conferma la sua convinzione che “proprio come alcune persone nascono con occhi o stomaco più deboli, altre hanno menti particolarmente fragili. Voglio aprire umilmente le mie orecchie al dolore insondabile degli altri”.“Il sorriso di Shoko è un’opera davvero notevole raccontata con realismo, sobrietà e integrità morale. Le storie sono dolorose e complesse, ma mai scoraggianti. Mostrano cosa significa essere una persona comune, con un passato difficile e un futuro ignoto, che affronta la vita alla fredda luce del giorno.”THE GUARDIAN
– Malinconia –
Il sorriso di Shoko di Choi Eunyoung (Harper Collins) è una finestra aperta sulla Corea del Sud fatta di voci, ricordi, lettere e traumi. Ho comprato questo libro perché l’ho visto in libreria e sono rimasta colpita dalla descrizione della trama. Ammetto di non aver capito subito che si trattasse di storie così tristi da lasciare l’amaro in bocca dopo la lettura.
L’inizio de Il sorriso di Shoko mi ha conquistato, questa prosa decisa e tagliente, questa storia malinconica e carica di non detti… ma poi a circa metà del libro ho faticato a tenere il filo delle storie e ho terminato a fatica a terminare i sette racconti.
Il sorriso di Shoko è infatti un insieme di storie alcune più malinconiche di altre. Ad avermi convinto di più è probabilmente la prima, quella che ritrae l’amicizia stramba di due ragazze. Stramba perché appartengono a mondi diversi e quando sono insieme non riescono ad esserlo serenamente. A tenerle legate l’amore per il nonno, l’amicizia e il dolore della perdita.
Il sorriso di Shoko è un romanzo pieno di prime volte, le protagoniste fronteggiano le prime perdite e non solo. Attraverso le loro vicende personali vediamo formarsi il quadro della situazione della Corea.
Il sorriso di Shoko dà il titolo al libro perché sarà proprio quel sorriso la spinta dei personaggi che proveranno ad aggrapparsi per andare avanti. Personaggi tutti sofferenti, che combattono una battaglia per rialzarsi. C’è chi cercherà di fare pace con il passato grazie al cinema, chi ha sconfitto il cancro e ancora appunto la storia di un’amicizia tra lettere segreti.
«Sono venuto solo per dirti questo. Non ho intenzione di rubarti altro tempo visto che sei così impegnata.»
Il nonno sapeva che non ero affatto occupata. Ecco perché si era presentato alla mia porta senza preavviso. Doveva essere sicuro che sarei stata a casa alle tre del pomeriggio.
Non lo invitai a restare e lo seguii fuori.
Il mio ombrello pieghevole, l’unico che possedevo, non si apriva. Il nonno era un uomo impaziente e stava già camminando a grandi passi molto avanti rispetto a me. L’ombrello avrebbe dovuto scattare in automatico premendo un pulsan-te, ma era bloccato e non si apriva neanche manualmente.
Cominciarono a scendere grosse gocce di pioggia. Ero arrabbiata con il nonno che non si era portato con sé nemmeno un ombrello nonostante il tempaccio. In fondo al vicolo c’era un minimarket, ma non avevo i soldi per comprargliene uno.
Il nonno rallentò e si voltò indietro, rivolgendomi un saluto e un sorriso imbarazzato. Strinsi l’ombrello rotto e mi precipitai verso di lui. Trattenendo le lacrime, decisa a non piangere davanti a lui, glielo porsi.
«Non ne ho bisogno. Non piove così forte. Ehi, perché stai piangendo?»
Ho lasciato passare qualche giorno prima di scrivere questa recensione e purtroppo devo essere onesta, mi ricordo poco delle storie lette. L’ho letto in giorni decisamente particolari, stavo affrontando un cambio di vita importante e forse ho letto distrattamente… mi dispiace perché sono una grandissima amante dei racconti, e non avevo capito che questa fosse una raccolta, quindi prendete questa recensione con le pinze. Non sono rimasta folgorata dallo stile che rimane per me troppo semplice… ma non sono un’esperta di letteratura coreana.
Il sorriso di Shoko è…
Malinconia. Non mi aspettavo una raccolta così malinconica…la cosa che mi è piaciuta di più de Il sorriso di Shoko è stata la possibilità di intravedere la storia di un Paese che non conosco e mi ha sicuramente lasciato la voglia di approfondire. Non so se leggerò altro di Choi Eunyoung, so che questo è un esordio… il primo racconto mi è piaciuto ma anche in quello non ho percepito grandi picchi e quindi a malincuore, e forse anche a torto, do due stelle e mezzo.
Ci sono libri e momenti giusti, questo non era il nostro. Consigliato per chi è in cerca di una lettura breve, per chi ama gli stili lineari, per chi non resiste alla parola malinconia.
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