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Libri, gli ultimi arrivati nella mia libreria

libri, i nuovi arrivi nella mia libreria

Non pubblico mai di domenica ma ho deciso di fare un’eccezione! Oggi vi faccio vedere alcuni libri, gli ultimi arrivati nella mia libreria tra fumetti, poesia, romanzi. Balckwater è l’unico che ho letto per ora, e ho già preso anche il secondo!

Vi lascio anche, in fondo, il mio video su TikTok.

Roots. Radici di Bruna Martini (Beccogiallo)

Roots. Radici di Bruna Martini beccogiallo

All’inizio del Novecento un antenato dell’autrice lascia improvvisamente l’Italia per motivazioni misteriose: perché partire così, senza avvisare nessuno? Eldorado, Terra Promessa, Paese di Bengodi? Per chi emigra il distacco dalla Patria equivale spesso a morire, e l’approdo in Sudamerica è la speranza di una rinascita. Più di 100 anni dopo l’autrice, dopo essere lei stessa emigrata in Inghilterra, decide di mettersi in viaggio per l’Argentina per ritrovare le radici dell’albero genealogico della famiglia. E le sue ricerche, grazie alla scoperta di documenti d’archivio inseriti nella narrazione, le permettono di ricostruire a poco a poco un affresco storico e sociale di un fenomeno che ha coinvolto una nazione intera: quella di noi italiane e italiani, popolo di migranti.

Il campo di Gosto  di Anna Luisa Pignatelli (Fazi Editore)

Il campo di Gosto  di Anna Luisa Pignatelli (Fazi Editore) 

Ora che è anziano, le giornate di Agostino, detto Gosto, scorrono l’una uguale all’altra nel podere immerso nella campagna ereditato anni prima. La moglie, cinica e pettegola, lo ha lasciato e l’unica figlia sembra interessata solamente ai soldi. Eppure, Gosto crede ancora nel bene e nella giustizia; conduce una vita appartata, ama la natura e prova a ignorare l’ostilità della gente del paese in cui, da sempre, è considerato un estraneo. Con pazienza, cerca di rimettere in sesto il terreno di sua proprietà anche se i ricordi del passato spesso tornano a tormentarlo. Girando per il borgo, si riconosce nell’intraprendenza del meccanico Nuccio, rivede le promesse dell’amore nella giovane Stella e nutre tutta la sua diffidenza verso il Terzi, un vicino prepotente che ha sempre spadroneggiato nella zona e che non ha mai smesso di vessarlo. Quando Stella lascia improvvisamente il paese e sparisce senza fare ritorno, Gosto è convinto che le sia accaduto qualcosa e che la sua sparizione abbia a che fare con le occhiate piene di disprezzo e di odio che gli lancia il Terzi.
Autrice dalla voce forte e ben riconoscibile, Anna Luisa Pignatelli offre ai lettori un racconto amaro e profondo, che, attraverso brevi ricordi, traccia la parabola esistenziale di un uomo riflettendo allo stesso tempo sull’iniquità e la crudeltà del mondo. Gosto è un vecchio solo, stretto tra il luogo inospitale in cui si trova a vivere e la malvagità dei suoi compaesani, ma è anche il ritratto di chi non ha mai perso la fiducia nel prossimo e ha mantenuto intatto il suo amore per la vita. Con una prosa asciutta e limpida, l’autrice si inserisce nel solco di una tradizione ben consolidata e lo fa con uno stile proprio che, come scrisse Antonio Tabucchi, fa di lei «una voce insolita nella letteratura italiana di oggi: lirica, tagliente e desolata».

Blackwater La piena di Michael McDowell  (Neri Pozza)

Blackwater La piena di Michael McDowell  (Neri Pozza)

1919. Le acque nere e minacciose del fiume sommergono la cittadina di Perdido, Alabama. Come gli altri abitanti, i ricchissimi Caskey, proprietari di boschi e segherie, devono fronteggiare il disastro provocato dalla furia degli elementi. Ma il clan, capeggiato dalla potente matriarca Mary-Love e dal figlio devoto Oscar, dovrà anche fare i conti con un’apparizione sconvolgente. Dalle viscere della città sommersa compare Elinor, donna dai capelli di rame con un passato misterioso e un oscuro disegno: insinuarsi nel cuore dei Caskey.

La vita di chi resta di Matteo. B. Bianchi (Mondadori)

La vita di chi resta di Matteo. B. Bianchi (Mondadori)

“Quando torni io non ci sarò già più.” Sono le ultime parole di S. a Matteo, pronunciate al telefono in un giorno d’autunno del 1998. Sembra una comunicazione di servizio, invece è un addio. S. sta finendo di portare via le sue cose dall’appartamento di Matteo dopo la fine della loro storia d’amore. Quel giorno Matteo torna a casa, la casa in cui hanno vissuto insieme per sette anni, e scopre che S. si è tolto la vita. Mentre chiama inutilmente aiuto, capisce che sta vivendo gli istanti più dolorosi della sua intera esistenza. Da quegli istanti sono passati quasi venticinque anni, durante i quali Matteo B. Bianchi non ha mai smesso di plasmare nella sua testa queste pagine di lancinante bellezza. Nei mesi che seguono la morte di S., Matteo scopre che quelli come lui, parenti o compagni di suicidi, vengono definiti sopravvissuti. Ed è così che si sente: protagonista di un evento raro, di un dolore perversamente speciale. Rabbia, rimpianto, senso di colpa, smarrimento: il suo dolore è un labirinto, una ricerca continua di risposte – perché l’ha fatto? –, di un ordine, o anche solo di un’ora di tregua. Per placarsi tenta di tutto: incontra psichiatri, pranoterapeuti, persino una sensitiva. E intanto, come fa da quando è bambino, cerca conforto nei libri e nella musica. Ma non c’è niente che parli di lui, nessuno che possa comprenderlo. Lentamente, inizia a ripercorrere la sua storia con S. – un amore nato quasi per sfida, tra due uomini diversi in tutto –, a fermare sulla pagina ricordi e sentimenti, senza pudore. Ecco perché oggi pubblica questo libro, perché allora avrebbe avuto bisogno di leggere un libro così, sulla vita di chi resta. Ma c’è anche un altro motivo: “In me convivono due anime” scrive, “la persona e lo scrittore”. La persona vuole salvarsi, lo scrittore vuole guardare dentro l’abisso. Per vent’anni lo scrittore che c’è in Matteo ha cercato la giusta distanza per raccontare quell’abisso. E quando si è trovato nel punto di equilibrio, da lì, da quella posizione miracolosa, ha scritto queste parole, che, seppur lucidissime, sgorgano con la forza e la naturalezza dell’urgenza. Ciò che stiamo consegnando nelle mani di chi legge è un dono, sì, ma un dono di straordinaria gravità. Eppure, ognuna di queste pagine contiene un germe di futuro, la testimonianza di come, persino nelle pieghe di un dolore indicibile, la scrittura possa ancora salvare.

Il tempo è una madre di Ocean Vuong (Guanda)

Il tempo è una madre di Ocean Vuong (Guanda)

In questa raccolta profondamente intima, Ocean Vuong viaggia nella memoria, attraverso il tempo e le esperienze vissute. Il punto di partenza è costituito dalla perdita della madre e dalla dolorosa elaborazione del lutto. Spostandosi fra i ricordi, e in sintonia con i temi del suo romanzo “Brevemente risplendiamo sulla terra”, l’autore ci parla del significato della famiglia, delle sue origini vietnamite, del paradosso di essere il prodotto di una guerra americana pur vivendo in America. Originali e incisive, le poesie di Vuong raccontano non solo del suo complesso rapporto con l’amatissima madre, ma anche delle dipendenze, della discriminazione, di vite contraddittorie e frammentate che tuttavia conservano la loro bellezza e unicità; colpisce l’attenzione riservata al dettaglio, all’oggetto di uso quotidiano, al particolare che ai più sfugge. Nonostante una grande intensità evocativa, i versi non sono privi di ironia, spesso tagliente, e sperimentano sia con il linguaggio che con la forma. Tenero, coraggioso e coinvolgente, l’autore di Cielo notturno con fori d’uscita si appella al potere salvifico della poesia per proiettarsi verso il futuro, verso la vita.

 

@lettricecontrocorrente

I miei nuovi arrivi 📚♥️ fumetti, romanzi e poesie

♬ Flowers – Miley Cyrus

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