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RECENSIONE: Terre morte (Núria Bendicho Giró)

Terre morte di Núria Bendicho Giró (Voland edizioni)
RECENSIONE: Terre morte (Núria Bendicho Giró)

Terre morte

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
29/11/2024

Pagine:
168
Genere:
ISBN:
9788862435628
ASIN:
B0D1YFTS7Z
Acquista:

La trama

Dopo un'assenza di tre anni, Joan Capdevila torna a casa e trova la morte. Qualcuno gli spara alla schiena nella masia tra le montagne in cui vive con la famiglia. Isolati da tutti, ferini e aridi come le terre che lavorano, i Capdevila sono convinti che l'assassino sia uno di loro: il ragazzo, cresciuto allo stato brado come un animale storpio; Maria e Pere, bramosi di fuggire anche se solo uno dei due ce la farà; Tomás, il primogenito attaccato come un folle alla famiglia e alla terra; il padre, un uomo debole e sopraffatto dalla tragedia; la madre, irrimediabilmente segnata dall'inferno in cui è cresciuta. Fanno da controcanto gli abitanti del paese: dall'esterno, intuiscono i segreti e gli orrori che scorrono nel sangue dei Capdevila... Tredici personaggi in altrettanti monologhi disseminano tutti gli indizi necessari a far luce sull'omicidio in un noir polifonico che esplora i recessi più oscuri e terribili della natura umana, cancellando la distinzione tra vittima e carnefice, tra salvezza e perdizione.

 – Impietoso –

Con Terre morte di Núria Bendicho Giró (Voland edizioni) è stato un colpo di fulmine. Un colpo di fulmine per una scrittura che no, non definirò asciutta, perché la penna di questa autrice è cruda, feroce e spietata. Terre morte è una fotografia di famiglia, una fotografia che però non faremmo vedere mai a nessuno. 

Terre morte è una storia di famiglia ma anche un giallo da risolvere, è un libro brevissimo quanto intenso. Terre morte incalza come un thriller ma ha le sottigliezze di un noir.  E quando si arriva alla fine, come sottolinea la traduttrice Tiziana Camerani, ci si rende conto che l’autrice aveva seminato tutti gli indizi per risolvere il caso.

In Terre morte si alternano morti e vivi, tutti prendono la parola e lasciano brividi sulla pelle del lettore. Desolazione, morte e solitudine sono protagonisti e sfondo di questo romanzo.

Perché qui, in questo paese, fra queste terre morte, Joan era un bambino – avrebbe continuato a esserlo anche se fosse vissuto ancora uno o due anni – che non aveva mai voluto svegliarsi in mezzo a tanta miseria.

Terre morte comincia con uno sparo, con la morte…Joan Capdevila  torna a casa dopo anni di assenza e ad attenderlo troverà proprio la morte.

Con Terre morte di Núria Bendicho Giró (Voland edizioni)Prima è arrivato lo sparo e poi la morte. O prima lo sparo e poi il dolore che mi ha portato alla morte. Ma soprattutto la morte.
Nei primi giorni c’era confusione. Non solo perché sembrava che nemmeno i vivi sapessero chi mi aveva ucciso, ma perché in quel momento neppure io lo ricordavo. Era come se il mio non-corpo si fosse dimenticato di quello che aveva vissuto perché la mia testa era troppo occupata a decidere se abbandonare la non-morte ed entrare nella non-vita. Siccome avevo ancora le orecchie quando mi hanno seppellito, ho sentito i granelli di terra che cadevano su di me e mi entravano in bocca e poi qualcuno che piangeva e più tardi il peso dell’oblio che mi imprigionava. E poi si è fatto buio e il mio non-corpo ha capito che sarei diventato sempre più morto. Che era inevitabile. Ma forse era così da sempre.

Segreti che mangiano tutto, segreti che cambiano le vite delle famiglie, segreti che uccidono. Chi è stato ad ammazzare Joan?  Tredici monologhi, tredici storie, tredici sofferenze diverse serviranno a comporre il puzzle e risolvere l’enigma.


Terre morte è…

Una fotografia impietosa di un paese, di una famiglia, dell’umanità. Opportunismo, cattiveria e miseria si insinuano e dominano tutti i personaggi, persino la terra diventa arida. Spietata, lucida e decisamente cinica Núria Bendicho Giró ci fa dimenticare l’amore, la gentilezza… e forse per questo non le ho dato quattro stelle. Non mi ha permesso di intravedere la luce, Tutto quello che toccano questi personaggi, persino l’amore, appassisce, si sporca e diventa grottesco.

Non si salva nessuno in Terre morte. Anche il sesso diventa disgustoso, insopportabile. Insopportabile come lo sguardo morboso del lettore che non mette giù il romanzo e arriva fino alla fine con la paura che le pagine si trasformino in specchi. Quella cattiveria no, non può appartenerci, eppure…

Con il passare del tempo ho capito che la cattiveria è come la morfina. All’inizio te ne basta poca, ma poi te ne serve sempre di più per sentirti meglio, specialmente se hai un buon pubblico che non vuoi deludere e che ci va a nozze, con le tue umiliazioni e le battute volgari.

Consigliato per i lettori con gli stomaci forti, come sottolineato dalla traduttrice, per chi è in cerca di storie cupe, senza speranza e incalzanti. Una penna che non scorderò.

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three-half-stars

Alcune note su Núria Bendicho Giró

Núria Bendicho Giró

Núria Bendicho Giró, nata a Barcellona nel 1995, è laureata in Filosofia. Terre morte, suo debutto narrativo, è stato considerato dal quotidiano “La Vanguardia” il miglior romanzo scritto in catalano del 2021. Tradotto in spagnolo e inglese, nel 2023 si è aggiudicato il Premio Memorial Silverio Cañada.

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