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RECENSIONE: Americane avventurose (Cristina De Stefano)

Americane avventurose - Cristina De Stefano - Adelphi
RECENSIONE: Americane avventurose (Cristina De Stefano)

Americane avventurose

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
2007

Pagine:
197
Genere:
ISBN:
9788845922107
Acquista:

La trama

Venti ritratti di altrettante donne che hanno segnato il secolo americano: venti "americane avventurose" che, anche nel dolore che attraversano, e nelle battaglie che devono combattere, anche nei momenti più oscuri delle loro esistenze, mantengono uno stile che ha la grazia della leggerezza e una certa affascinante insolenza nel dichiararsi. Cristina De Stefano ricostruisce le loro vite turbolente: grazie a lei il lettore scopre l'attrice nera Dorothy Dandridge e la poetessa Hilda Doolittle, primo amore di Ezra Pound; la leader del movimento per il controllo delle nascite Margaret Sanger e Dorothy Parker; Slim Keith, che inventò un certo tipo di eleganza, e Lee Miller, che fu modella e poi fotografa; e ancora Amelia Earhart, donna pilota, incarnazione perfetta dell'eroina americana, e Anne Sexton, poetessa, e Kay Swift, musa e collaboratrice di George Gershwin; infine, Mae West.

 – Istruttivo – 

Americane avventurose di Cristina De Stefano (Adelphi) è un libro che mi ha permesso di scoprire personaggi che non conoscevo e soprattutto approfondire (seppur brevemente) tratti della vita di altre donne che per me, erano solo un nome e un cognome.

Geniali, tormentate, bellissime, sensuali e… tremendamente infelici. Ogni donna è diversa dall’altra, in comune hanno solo la nazionalità e il sesso. Ma tutte a loro modo, hanno segnato il XX secolo.

Sono venti biografie, ognuna con la foto della protagonista all’inizio. Mi è piaciuta molto l’idea di poter guardare in faccia queste donne mentre entravo nelle loro vite. Ad avermi colpito subito è stata Ruth Benedict (1887 – 1948), allieva, amante e amica di Margaret Mead. De Stefano racconta che Benedict è stata una delle grandi antropologhe americane, peccato che il suo nome sia stato oscurato da Mead. Benedict è un’insegnante dall’aria sommessa e timida… almeno finchè Mead non vede qualcosa di eccezionale in lei. Insieme daranno vita alle ricerche che cambieranno il mondo dell’antropologia e delle scienze sociali.

Cambiando completamente campo, sono rimasta affascinata anche da Nancy Gross  o meglio Slim Keith (1916 – 1990).

Si chiamava Nancy Gross, ma tutti la chiamavano Slim, sottiletta, per il suo fisico alto e filiforme. Hemingway, che l’adorava e non faceva nulla per nasconderlo alle sue molte mogli, restava di guardia quando lei nuotava nella sua piscina: «Sei così sottile, Miss Slimsky, che sei vai troppo sotto rischi di passare attraverso i filtri e finire nell’oceano» le diceva.

Lee Miller (1907 – 1977) è la figura che sicuramente approfondirò prima delle altre. E’ la donna che mi ha incuriosito di più. Modella, musa, fotografa e reporter di guerra è una dei personaggi più tormentati.

E’ la prima donna fotografa ad entrare a Dachau. Fotografa tutto per ore, come fuori di sè: i morti coperti di sangue e di escrementi, i vivi con gli occhi così infossati da sembrare ciechi, i kapò e le SS che si sono suicidati. Di uno di loro scrive: Davanti ai cadaveri scheletrici quel bastardo ben nutrito sembrava terribilmente grasso. Fotografa senza mettere una distanza tra sè e le cose, ogni corpo è ritratto da vicino, quasi a voler cogliere ogni viso, e ridare così ai morti la loro personalità un’ultima volta.

La maggior parte delle foto non potrà essere pubblicata su Vogue, troppo forti, troppo crude. Anni dopo la sua morte, saranno i figli a riportare alla luce le sessantamila immagini scattate anni prima.

Sono rimasta rapita dalla figura di Margaret Sanger (1879 – 1966), che si è interessata per prima con coraggio, al mondo del sesso e della contraccezione. Le sue battaglie sono state condotte a colpi di volantini o per posta, sempre in modo manifesto. Le donne dovevano avere il diritto di non rimanere incinte. Alla figlia malata, in una lettera scriveva:

Adorata Peggy il mio cuore vola da te. Mi piacerebbe vederti, anche solo per accarezzarti i capelli, ma c’è del lavoro da fare, mio tesoro, del lavoro che renderà la tua vita più facile, e anche quella delle donne che verranno dopo di te.

E ancora la disperazione e la follia di Anne Sexton (1928 – 1974)  mi hanno ricordato quelle della poetessa Sylvia Plath,  le bambole e il mondo incantato di Tasha Tudor (1915 – 2008) mi hanno commosso e  ho riso per le battute di Mae West (1893 – 1980).

Americane avventurose è…

Un libro istruttivo e curato. Mi è piaciuta l’idea di raccogliere queste venti biografie e farne un libro ma ovviamente le vite di queste donne sono ridotte all’osso. De Stefano ci offre delle linee guida, riporta gli avvenimenti importanti di queste donne che in un certo senso coincidono con quelli della storia del Novecento. Ognuna di loro, in campi diversissimi, ha posto un tassello e De Stefano le sottrae all’oblio restituendo loro il posto che meritano.

Americane avventurose va usato come base per approfondire queste figure, una sorta di bignami da consultare e da cui partire per scoprire le storie di chi ha reso un po’ più semplice la nostra vita.

Consigliato per gli amanti delle biografie, per chi ha voglia di conoscere storie che sembrano romanzi. Sesso, sofferenza, colpi di scena e l’inevitabile avventura.

three-half-stars

Alcune note su Cristina De Stefano

Cristina De Stefano

Cristina De Stefano è giornalista e scrittrice. Vive e lavora a Parigi come scout letterario per case editrici di vari Paesi. Scrive di donne. Tra i suoi libri ricordiamo Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo (Adelphi 2002), Americane avventurose (Adelphi 2007) e Oriana. Una donna (2013), disponibile in BUR.

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