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RECENSIONE: Aracoeli (Elsa Morante)

Aracoeli - Elsa Morante - Einaudi
RECENSIONE: Aracoeli (Elsa Morante)

Aracoeli

Valutazione:
four-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
09/06/2015

Pagine:
382
Genere:
ISBN:
9788806227821
ASIN:
B00O87ZRE0
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La trama

"Mia madre era andalusa. Per caso, i suoi genitori portavano, di nascita, l'uno e l'altra, il medesimo cognome Munoz: così che lei, secondo l'uso spagnolo, portava il doppio cognome Munoz Munoz. Di suo nome di battesimo, si chiamava Aracoeli". Così ha inizio questo romanzo, in cui Manuele, quarantenne fallito e omosessuale infelice, rimpiange l'infanzia paradisiaca vissuta in simbiosi con la madre Aracoeli, una selvaggia ragazza andalusa sposata a un ufficiale della marina italiana. Per Manuele la fine dell'infanzia si configura come una cacciata senza colpa dall'Eden e il suo ricordo è prigione e sventura, poiché la madre, colpita da un morbo misterioso, è morta oltraggiando gli affetti famigliari con una furia demenziale e lussuriosa.

 – Strappo –

Aracoeli - Elsa Morante - EinaudiAracoeli è l’ultimo romanzo di Elsa Morante (Einaudi editore) ma questo non sarà l’ultimo titolo che leggerò con le compagne di viaggio de L’isola di Morante.

Sono contenta di aver seguito l’ordine cronologico e di aver conosciuto Elsa così, di essere cresciuta e cambiata con lei. Aracoeli è diverso da tutti gli altri romanzi scritti da Morante e ormai lo sappiamo, la sua capacità di trasformarsi non ci stupisce più ma ci affascina.

Mi sono avvicinata ad Aracoeli con un pizzico di timore, avevo paura che le atmosfere cupe e alcuni passaggi oscuri rendessero la lettura difficile, pesante. E invece Elsa ha creato una storia di dolore, amore, ossessione e mi ha intrappolato nella sua rete con facilità.

Questa è probabilmente la storia più malinconica e più poetica che leggerete sui rapporti familiari, sul legame tra genitore e figlio.

Mi sembra di sentirvi, allora perché non hai dato cinque stelle? Perché rispetto a Menzogna e Sortilegio o a La storia in questo romanzo avrei tagliato qualche parte (poche) mentre negli altri romanzi non avrei tolto nulla, mi pareva tutto necessario.

Quello di Manuele, il protagonista di Aracoeli, è  un viaggio alla ricerca delle proprie origini, è un disperato grido d’amore che forse troverà pace, o forse no, non è così importante. Viaggio figurato ed emotivo è un percorso fatto di dolorose scoperte e di rivelazioni importanti.

Manuele o Manuel a seconda dei casi, è un uomo di 43 anni che affoga i dispiaceri nell’alcool e nelle droghe. Ossessionato dalla figura di sua madre Aracoeli, ripercorre la loro vita insieme a partire dalla propria nascita.

Ossessionato dai corpi e dalla sessualità, il nostro protagonista racconta ogni minimo dettaglio, anche i più disturbanti.

Con un brivido, ho messo i piedi in terra, decidendomi a spogliarmi, per poi sprofondarmi nel buio. Ma quando i panni, che mi scollavo di dosso meccanicamente, sono caduti sparsi in terra d’intorno a me, d’un tratto mi ha sorpreso, nello specchio, l’apparizione del mio corpo nudo.

Si spoglia e denuda ogni membro della famiglia senza pietà. Ossessionato dai corpi che decadono fino alla decomposizione, Manuel indugia prima sulla bellezza di Aracoeli e poi sui suoi seni cadenti, i fianchi sempre più larghi…Ma ora sto correndo troppo:

Fra i vari, possibili beni, di cui la gente è ghiotta, io, per tutto il mio tempo, domandavo quest’unico: d’essere amato. Ma presto mi fu chiaro ch’io non posso piacere a nessuno, come non piaccio a me stesso; eppure non sapevo rinunciare alla mia ostinata illusione – o pretesa; mentre la mia domanda assillante ormai si legava inesorabilmente, per me, al tema della colpa e della vergogna.

Aracoeli - Elsa Morante - EinaudiManuele vuole solo essere amato ma al centro delle attenzioni della madre c’è Manuel, l’amatissimo fratello, e poi Carina, seconda figlia e sorella di Manuele. Dal piedistallo di unico figlio amato, Manuele scivola in secondo piano, almeno così crede, e comincia a lottare contro i fantasmi della vita precedente di Aracoeli e contro sé stesso.

Qui Morante è amareggiata, non è più la sognante Morante di Arturo, non vuole incontrare il favore della critica, non è in cerca di approvazione. Racconta una storia dura, senza pietà e lo fa con la solita struggente poesia, quella che sgorga dal dolore che esiste solo perché viene dall’amore.

Io sono un animale schiacciato sulla schiena da una grossa pietra. Con le zampe disperate raspo la terra, e scorgo al di sopra, mezzo cieco, degli azzurri vapori. Non so perché sono incollato alla terra. Non so quale sostanza siano quei vapori. Non so chi mi ha scaricato addosso la pietra. Non so che animale sono.

Per alcuni Aracoeli è il romanzo meno riuscito di Morante, io credo solo che sia diverso. Penso che la nostra abbia voluto scrivere qualcosa di diverso e a tratti estremo. Manuele è un uomo in cerca della verità ma nella vita vera non sempre si trovano le risposte che cerchiamo. E il mondo non si divide tra buoni e cattivi. Come ne La storia qui non si salva nessuno e sembra che Morante provi quasi piacere nello schiacciare i suoi personaggi ma d’altra parte non è questo a renderli veri?

Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio dei propri occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l’ultimo Altro, anzi l’unico e vero se stesso, il centro di ogni esistenza e della nostra, insomma quel punto che avrebbe nome Dio. Invece, nello stagno acquoso dei miei occhi, io non ho scorto altro che la piccola ombra diluita (quasi naufraga) di quel solito niño tardivo che vegeta segregato dentro di me. Sempre il medesimo, con la sua domanda d’amore ormai scaduta e inservibile, ma ostinata fino all’indecenza.


Aracoeli è…

Uno strappo. Tutta la lettura conserva l’intensità di un cerotto strappato (non so se rende l’idea). Manuele soffre, tutti gli idoli sono caduti e può solo contemplare la sua rovina mentre ripercorre quella dei genitori. Amara, disillusa, feroce… quanti aggettivi per una scrittrice che per me rimane la più grande del Novecento.

Non ha senso sottolineare che sì, sono tra quelli che hanno promosso Aracoeli, come avrei potuto non farlo? Visionaria e  malinconica, non posso che ammirare questa Morante e commuovermi di fronte a un finale che apre tutto ma non chiude nulla.

Consigliato per chi è in cerca di una storia potente, malinconia, meravigliosamente cruda. Elsa non vi deluderà.

four-stars

Alcune note su Elsa Morante

Elsa Morante

Elsa Morante nasce a Roma nel 1912. Inizia molto giovane a scrivere favole, filastrocche e racconti per ragazzi pubblicati su diversi giornali, fra i quali il «Corriere dei Piccoli» e «Oggi». Una serie di questi racconti giovanili confluisce nel suo primo libro, Il gioco segreto, uscito nel 1941 e seguito l’anno dopo da Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina. Nel 1936 conosce Alberto Moravia, che sposerà nel 1941. Il suo primo romanzo è del 1948, Menzogna e sortilegio; il successivo, L’isola di Arturo , del 1957. Nel 1958 pubblica un libro di poesie, Alibi (ripubblicata nei «Supercoralli classici» nel 2004 con in appendice Quaderno inedito di Narciso e nel 2012 negli «ET Poesia»). Nel 1961 si separa da Moravia. Del 1963 è la raccolta di racconti Lo scialle andaluso, del 1968 Il mondo salvato dai ragazzini (ripubblicato da Einaudi nel 2006 e nel 2012), del 1974 il suo ritorno al romanzo con La storia, libro che ha un enorme successo. È un romanzo anche il suo ultimo libro, Aracoeli, del 1982. Dopo un lungo periodo di malattia muore a Roma nel 1985. Postumi sono usciti, da Einaudi come quasi tutti i suoi libri, il Diario 1938 e i Racconti dimenticati. Nel 2012 è uscito, sempre per Einaudi, L’amata. Lettere di e a Elsa Morante (Fuori Collana), curato dal nipote Daniele Morante; nel 2013 La serata a Colono (Collezione di teatro), suo unico testo teatrale, e Aneddoti infantili (L’Arcipelago). Nel 1970 Carmelo Bene, che lo considerava «il capolavoro della Morante, vertice della poesia italiana del Novecento», progettò di farne una versione cinematografica con Eduardo De Filippo, ma il progetto non andò in porto. Non è stato rappresentato per più di quarant’anni, fino alla messa in scena del 2013 con la regia di Mario Martone, Carlo Cecchi nella parte di Edipo e Antonia Truppo in quella di Antigone.
L’opera complessiva dell’autrice è raccolta in due volumi nei Meridiani Mondadori, a cura di Cesare Garboli.

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