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RECENSIONE: Quaranta nomi (Parwana Fayyaz)

Quaranta nomi - Parwana Fayyaz - Aguaplano editore
RECENSIONE: Quaranta nomi (Parwana Fayyaz)

Quaranta nomi

Valutazione:
four-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
15/02/2022

Pagine:
168
Genere:
ISBN:
9791280662064
Acquista:

La trama

Quaranta nomi, esordio in lingua inglese della scrittrice afghana Parwana Fayyaz, è una raccolta di componimenti in versi che forgia la sua materia prima - le storie narrate all'interno del microcosmo familiare e rurale negli anni dell'infanzia di Parwana stessa - in potenti ritratti di figure femminili al tempo stesso concretissime e leggendarie. La poesia diventa così un gesto simbolico in cui si intrecciano omaggio e sfida, compassione e ricerca di riparazione: restituire voce alle donne a cui è stata tolta, donne conosciute solo come figlie o madri o mogli di uomini, e il cui nome, a volte assente persino sulla tomba, è sradicato a forza dalla memoria collettiva. Tra il fuoco incrociato della guerra e dell'onore e contro questa violenza maschile perpetua, Parwana Fayyaz cerca di recuperare tutti i fili invisibili della rete di amore e coraggio che tiene insieme le donne della sua famiglia e del suo popolo, fra echi della mistica medievale persiana, miti ancestrali e cruda realtà storica.

 – Diario –

Quaranta nomi - Parwana Fayyaz - Aguaplano editoreQuaranta nomi di Parwana Fayyaz (Aguaplano libri) è una raccolta di poesie potente e appassionante. L’autrice afghana racconta episodi della sua infanzia. Quaranta sono i nomi che Fayyaz si sforza di dare alle donne presenti nel libro che sono memoria e testimoni di dolore e amore.

Questa raccolta è delicata e crudele allo stesso tempo. L’autrice è nata a Kabul ma si è trasferita in Pakistan a causa della guerra. E quando il libro si apre infatti tra colori e rumori, racconta episodi dell’esilio della sua famiglia.

Ogni punto del suo ago riportava in vita
gli stili eleganti della giovinezza e l’orgoglio
di una madre afghana, anche in esilio.

La mamma di Fayyaz cuciva abiti e giocattoli: la poetessa ci mostra colori e tessuti tutti inevitabilmente tinti dalla malinconia come in Tre bambole:

La mia, che aveva un a gonna color verde regale, era la maggiore e la più alta,
e la chiamai Duur. Perla
Shabnam scelse una gonna giallo splendente
e chiamo la sua bambola Pari. Angelo.
E la nostra sorellina, Gohar, prese una stola di un blu profondo
e chiamò la sua bambola Raan. Colore.

Vissero più a lungo della nostra infanzia.

Quaranta nomi - Parwana Fayyaz - Aguaplano editoreLe poesie sono tutte in inglese, il testo originale è a fronte e oltre ad essere musicali sono coinvolgenti. Io lo so cosa state pensando: “Non leggo poesia, è difficile”. E invece vi assicuro che il linguaggio di questa autrice non può non arrivare forte e chiaro. I suoi versi si avvicinano di più alla prosa e le poesie sono rapidi scorci su un mondo che non possiamo ignorare.

Fayyaz è riuscita a studiare, prima in Bangladesh e poi a Stanford, si è trasferita a Cambridge per un dottorato. Un destino che non tutte le donne del libro hanno potuto vivere. Fayyaz traduce i loro nomi per noi, affinché siano comprensibili e ci dona la memoria di queste donne che hanno fatto la storia della sua famiglia.

Commoventi i componimenti sulle nonne e i loro anelli preziosi, specialmente per il significato che racchiudono: se l’anello con il rubino era un pegno d’amore per una delle nonne, quello che porta al dito la poetessa assume un significato diverso:

Ogni giorno la luce che colpisce il mio anello di smeraldo
mi ricorda sia la gioia che la responsabilità della mia fortuna.

Zari capelli d’oro è forse la poesia che mi ha colpito di più, il componimento che rivela tutta l’ingiustizia, che smaschera le morali deformate delle storie che denuda un modo di pensare per la maggior parte di noi aberrante. Zari era una ragazza che aveva ricevuto troppo amore e che chiedeva troppo e per questo la sua famiglia è morta. Fayyaz racconta questa storia come la racconterebbe una bambina che ha appena scoperchiato il vaso di Pandora: Zari non era una ragazza viziata è stata uccisa da un modo di pensare abietto e terrificante.

Ma la versione di maschile di una storia non viene mai giudicata male o cancellata.
Perché un uomo non ha difetti, dicono.

Fayyaz smaschera la violenza e lo fa sussurrando.


Quaranta nomi è…

Un diario in versi. Tra episodi familiari e storici, Fayyaz ricostruisce un quadro a tratti malinconico e a tratti pieno di violenza.

Come ho scritto prima, lo so che la poesia spaventa ma questo può anche essere un bel modo per avvicinarsi perché il linguaggio è semplice e potente. Un romanzo, un’autobiografia o comunque un’altra forma non credo che avrebbe restituito così la voce a queste donne. Una denuncia rivestita di bellezza. Un contrasto che è difficile da spiegare, potrete solo leggerlo e stupirvene come me.

Ho comprato il libro al Book Pride di Milano e ho fatto bene a fidarmi dei ragazzi di Aguaplano.

four-stars

Alcune note su Parwana Fayyaz

Parwana Fayyaz

Parwana Fayyaz nasce a Kabul nel 1990. All’età di sette anni lo scoppio della guerra civile in Afghanistan costringe la sua famiglia ad emigrare in Pakistan. Tornata a Kabul all’età di sedici anni, termina lì gli studi superiori per poi iscriversi all’università di Chittagong, in Bangladesh, e successivamente a Stanford, in California, dove consegue la laurea in letterature comparate e un master in scienze religiose. Nel 2016 si trasferisce a Cambridge per un dottorato in letteratura persiana. Dal 2020 è ricercatrice presso la stessa università. La sua poesia Forty Names è stata premiata nel 2019 con il Forward Poetry Prize, tra i più prestigiosi premi di poesia in lingua inglese. La sua prima omonima raccolta poetica, Quaranta nomi, è stata pubblicata in UK da Carcanet Press nel luglio del 2021.

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