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RECENSIONE: Il richiamo del dirupo (Mìcol Mei)

Il richiamo del dirupo - Micol Mei - Miraggi edizioni
RECENSIONE: Il richiamo del dirupo (Mìcol Mei)

Il richiamo del dirupo

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
15/12/2021

Pagine:
128
Genere:
ISBN:
9788833861593
ASIN:
B099MYGTGF
Acquista:

La trama

Il Pallido Rifugio è una grande casa vittoriana sospesa su una scogliera a picco sull'oceano, dove si ritrovano una ex tennista, un giovane scultore di successo, una madre che ha perso le tracce della figlia e un giovane affetto da una rara malattia che gli rende la pelle blu. Tutti hanno risposto a un annuncio sul giornale, accettando l'invito del fantomatico e irreperibile proprietario della casa, tal Felice Hernandez, a trascorrervi un periodo in cambio della redazione di un diario del loro soggiorno. Tutti hanno i loro motivi per fuggire, per isolarsi in un luogo letteralmente alla fine del mondo. Ma in quella casa persino il tempo sembra scorrere in modo diverso... Sembrano i perfetti ingredienti per una classica storia del mistero, ma qualcosa non torna. Ben presto l'intreccio dei racconti dei protagonisti si rivela un altro e più profondo viaggio, che trascina il lettore nella regione dei fantasmi della mente, nel pozzo delle ferite dell'anima, della sofferenza da cui soltanto può nascere la felicità. O la possibilità di essere almeno qualcosa. Qualcosa più di niente.

 – Frammenti –

Il richiamo del dirupo - Micol Mei - Miraggi edizioniIl richiamo del dirupo di Mìcol Mei è un libro breve, particolare e intenso. Difficile collocare in un genere un racconto così, composto da frammenti, suggestioni, emozioni e ricordi.

L’atmosfera è ammantata di mistero e io ho pensato subito, lo so anche se non c’entra quasi nulla, a Shirley Jackson e al suo L’incubo di Hill House. Anche ne Il richiamo del dirupo infatti la protagonista sembra essere una casa assai particolare, una casa che inghiotte e trasforma i suoi personaggi.

Raccontare Il richiamo del dirupo è difficilissimo perché il pericolo “spoiler” è sempre dietro l’angolo e io ovviamente non voglio rovinare la sorpresa a nessuno. Degno di nota è il modo di raccontare la storia. Il lettore si trova sempre di fronte a un registro diverso: ci sono descrizioni tradizionali, canzoni, diari… Il richiamo del dirupo è un racconto in costante movimento.

Il richiamo del dirupo - Micol Mei - Miraggi edizioniSe all’inizio crediamo di trovarci di fronte a un horror, con l’andare avanti delle pagine scopriamo che non è proprio così. La seconda metà del libro esplode e si trasforma in qualcosa di completamente diverso.

Il richiamo del dirupo racconta la storia di una casa in stile vittoriano a picco sul mare. Un giorno il proprietario, Felice Hernandez, decide di ingaggiare un agente immobiliare per affittare la casa. E fin qui direte: cosa c’è di strano? Gli inquilini dovranno avere particolari caratteristiche e infatti gli ospiti della casa di Hernandez saranno quattro persone diversissime e soprattutto tormentate da qualcosa.

Nell’inquietante casa prenderanno posto una donna che ha perso la figlia,  uno scultore, un’ ex tennista e un ragazzo affetto da una rara malattia.  Ed è qui che comincerà per loro un percorso attraverso ossessioni, vendette e ripicche.

(…) ciò che colpì maggiormente il giovane furono però delle vecchie foto appese con cornici d’epoca. Ritraevano quelli che avevano tutta l’apparenza d’essere vecchi attori d’inizio secolo, quando tradizionalmente ci si aspetterebbe di trovare fotografie di parenti e famigliari.

In questa casa nulla è lasciato al caso: le stanze degli ospiti sono arredate secondo un’intenzione precisa. Nessuna è uguale ad un altra, proprio come nessun dramma assomiglia a un altro.

Se ho imparato una cosa buona da lei, è che la tragedia col passare del tempo diventa farsa, perciò tocca sorridere quando grandina.


Il richiamo del dirupo è…

Frammenti. Mei compone un puzzle avvincente e spiazzante. All’inizio si può fare un pochino di fatica perché la narrazione non è tradizionale. Questo è sicuramente l’aspetto che ho apprezzato di più. Mi è piaciuta la tensione crescente quando entrano in scena i personaggi e l’idea di immergerli, come se fosse in un esperimento, in un ambiente pronto a far emergere le loro fragilità e addirittura di ribaltare le convinzioni che avevamo su di loro.

Quello che mi è piaciuto meno è stata la brevità. Avrei voluto rimanere ancora un po’ in loro compagnia e magari aggiungere qualche pagina mi avrebbe fatto innamorare di più. Ma lo sapete, io amo i mattoni e non faccio testo.  Ringrazio AldoStefano Marino e l’autrice per avermi mandato la copia. Miraggi ancora una volta si è distinta pubblicando un romanzo nuovo, insolito e godibilissimo.

Consigliato per gli amanti delle storie inclassificabili, per quelli che sono in cerca di storie particolari e mai banali, per chi non si accontenta e vuole essere stupito.

three-half-stars

Alcune note su Micol Mei

Micol mei

Mìcol Mei (1988), scrittrice, accanita cinefila e traduttrice, vive a Torino. Bilingue italiano/inglese (ma conosce anche diverse altre lingue), dopo anni di sperimentazioni artistiche con fotografia concettuale arricchita di interventi pittorici, che le sono valse differenti riconoscimenti e premi, si laurea in Relazioni Internazionali interessandosi per lo più di Antropologia e Cina. Per mantenersi gli studi lavora come libraia e posa come modella d’arte. Lavora nella comunicazione per l’arte contemporanea e come editor e traduttrice freelance. Scrive per anni articoli per differenti riviste specializzate di natura economico-sociopolitica, di tennis in rapporto alla cultura e di Asia in senso più ampio.

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