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RECENSIONE: Marino il mio cuor (Eugène Savitzkaya)

Marino il mio cuor - Eugene Savitzkaya - Prehistorica editore
RECENSIONE: Marino il mio cuor (Eugène Savitzkaya)

Marino il mio cuor

Valutazione:
four-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
23/01/2020

Pagine:
103
Genere:
ISBN:
9788831234047
Acquista:

La trama

«La prima volta che lo vidi, Marino non aveva ancora respirato, era pallido e livido come dopo uno sforzo sovrumano, un grosso spavento o un dispiacere. Mi dissero che aveva risolutamente, per aprirsi un varco verso la luce, rifiutato di guardare per terra, che, risolutamente, aveva rovesciato la testa in direzione della luce stessa, verso il cielo.» In questa cronaca libera e senza date, che l'autore compone in occasione della nascita del primogenito Marino, tutto succede per la prima volta. L'autore riesce ad abbandonare il punto di vista dell'adulto e del padre, per sposare quello di un osservatore terzo. Presta quindi un linguaggio inedito e meraviglioso a Marino, che inizia a scoprire il mondo; un mondo nuovo, profondamente cambiato, che si appresta ad accogliere Marino.

– Canto –

Marino il mio cuor di Eugène Savitzkaya (Prehistorica editore) è un libro commovente, ricercato, nuovo. Marino il mio cuor è una carezza e soprattutto una ricchezza.

Marino il mio cuor - Eugene Savitzkaya - Prehistorica editoreEugène Savitzkaya inventa una nuova lingua per raccontare l’inizio della vita, le prime scoperte e i primi dolori. I no, le sofferenze… difficile raccontare Marino il mio cuor perché l’autore racconta una storia personale ma che diventa universale.

Cosa succede quando nasciamo? Come si presenta il mondo di fronte agli occhi di un bambino? Savitzkaya lo sa e fa il grande dono di raccontarcelo attraverso l’amore e la meraviglia.

Queste sono le parole di un papà e di un grande scrittore che immortala attimi, gesti, espressioni, che altrimenti andrebbero perduti per sempre, o sbiaditi nella memoria.

Marino il mio cuor è quindi una macchina fotografica: fissati per sempre gli istanti in cui Marino piange per la prima volta, immortalati i momenti in cui stringe i pugni e quelli in cui viene a contatto con la natura.

Il libro, stampato in colore blu, può essere letto saltando di paragrafo in paragrafo, perché le frasi sono folgoranti, appassionanti, ricercate.

La prima volta che lo vidi, non aveva ancora espirato, era pallido e livido come dopo uno sforzo sovrumano, un grande spavento o un dispiacere; serrava nei pugni, malgrado la fatica, l’umidità vitale; aveva la stravaganza della salamandra axolotl a dispetto della forma innegabilmente familiare. Mi dissero che aveva risolutamente, per aprirsi un varco verso la luce, rifiutato di guardare per terra, che, risolutamente, aveva rovesciato la testa in direzione della luce stessa, verso il cielo.

Ironia, stupore e amore condiscono i primi due anni di Marino che sogna, viaggia, scopre.

Trasporta la sabbia del fiume sul pavimento di camera sua e i cuscini di camera sua e i cuscini di camera sua sulla riva del fiume. Mescola i luoghi e se li concilia. E vive due volte. In uno stesso bussolotto, risponde delle castagne dell’acqua di mare, dell’erba e la propria condensa. Mescola gli elementi e se li concilia. E vive eternamente.

Marino è alle prese con i problemi che hanno tutti i bambini: il mal di pancia, il singhiozzo…ma Eugène Savitzkaya  riesce a trasformarlo nel re dell’aria che combatte contro singulti del singhiozzo. Tutto è epico (un po’ come nei romanzi russi), tutto è fondamentale da quando Marino ha visto la luce.

Il mondo è cambiato, Marino lo cambia, lo trasforma e Eugène Savitzkaya lo celebra.


Marino il mio cuor è…

Un canto, una poesia, il sentimento travolgente della paternità. Bastano pochissime parole per comprendere che Marino il mio cuor è un libro curatissimo. L’apparenza da fiaba e la bellezza del linguaggio conferiscono una leggerezza e un piacere che dura per tutta la breve lettura. Sono un centinaio di pagine, poco più di un racconto per omaggiare il primogenito. L’autore è  belga ma  figlio due emigrati: padre russo e mamma polacca e ha dedicato un libro anche a sua figlia, Squisita Luisa (ve ne parlerò presto)

Ricordo anche che questo testo è stato nella cinquina di Modus Legendi, quindi sapevo che avrei letto un testo di qualità.

Consigliato per chi è in cerca di una lettura breve ma potente, semplice ma ricercata, per chi vuole diventare papà per un giorno, per chi ha bisogno di leggere qualcosa di nuovo, che non ricordi niente e nessuno.

 

four-stars

Alcune note su Eugène Savitzkaya

Eugène Savitzkaya

Eugène Savitzkaya (Saint-Nicolas-lès-Liège, 1955) è uno scrittore belga di lingua francese. Figlio di emigrati (padre polacco e madre russa) sfuggiti alla guerra, l’autore rivela presto una forte tempra poetica, che gli vale importanti riconoscimenti, sia in Belgio che in Francia. Ha quindi l’onore di soggiornare presso Villa Medici, dove incontra Hervé Guibert, cui sarà legato da un’affinità elettiva e una profonda amicizia. Nel corso degli anni, dà prova di estrema varietà di ispirazione, spaziando dalla poesia al teatro, per arrivare al romanzo. La sua novellistica, secondo alcuni critici intrisa di un collante surrealista, viene indicata all’unanimità come punto focale della storia della letteratura europea: incarna il trait d’union tra i moderni e i postmoderni. In Francia è pubblicato dalle raffinatissime Éditions de Minuit.

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