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RECENSIONE: Ottanta rose mezz’ora (Cristiano Cavina)

Ottanta rose mezz'ora - Cristiano Cavina - Macor Y Marcos
RECENSIONE: Ottanta rose mezz’ora (Cristiano Cavina)

Ottanta rose mezz'ora

Valutazione:
three-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
23/01/2019

Pagine:
197
Genere:
ISBN:
9788871688435
ASIN:
B07PPBJCXY
Acquista:

La trama

Si incontrano per caso. Due vite sospese per aria. Lui scrive, e tra libri e seminari ricava più o meno di che vivere; Sammi è una ballerina che insegna danza alle bambine. Si mandano messaggi, si cercano. Il desiderio sale dritto dalla pancia, li trascina nei vicoli bui, contro saracinesche arrugginite. Li fa vibrare come una corda sola. Lui con le sue zone oscure, la sua attrazione per i territori estremi. Sammi con il suo broncio, il passo che piega la superficie del mondo. Sammi che attira disastri, e si trova sommersa dai debiti. C'è una strada che sembra molto facile. Basta un annuncio. Aprire la porta a sconosciuti. Può assentarsi dal corpo e vendersi così, senza emozioni?

 – Odori –

Ottanta rose mezz'ora - Cristiano Cavina - Macor Y MarcosOttanta rose mezz’ora  di Cristiano Cavina (Marcos y Marcos) è la storia d’amore tra uno scrittore e un’insegnante di danza.  Quello che all’apparenza sembra grigio e scontato si trasformerà in un racconto piccante e insolito.   In linea di massima mi tengo alla larga dalle storie d’amore perché non mi piacciono, non riesco a sentirmi coinvolta e indovino quasi sempre il finale. Con Ottanta rose mezz’ora speravo fosse diverso… ma non è stato comunque il libro per me. Non dico che non lo consiglierei però non ho amato le scene piccanti e non ho conosciuto bene i protagonisti.

Dando a Cesare quello che è di Cesare, bisogna dire che Cavina ha un modo di scrivere coinvolgente e divertente. Preso in mano per leggere l’incipit mi sono ritrovata a pagina 45 senza accorgermene.  Ed è così che spinta dalla curiosità sono arrivata alla fine. Volevo proprio scoprire cosa sarebbe successo a Sammi e alla voce narrante e sono arrivata in fretta verso un finale inaspettato e originale (ed è anche  per questo che ho scelto di dare tre stelle).

Diego è uno scrittore che gira l’Italia (e non solo) per incontrare i lettori. Non è il premio Nobel per la lettura ma nemmeno l’ultimo dei fessi. Diego abita una zona grigia… senza alti né bassi. Ha conflitti irrisolti con l’ex compagna e una figlia che diventa grande troppo in fretta. La sua è una vita divisa in compartimenti stagni, è difficile che situazioni, impressioni e facce si mescolino. Sì, facce. Perché Diego ha una faccia da indossare quando fa lo scrittore e, grazie a Chantal, scopre di poterla togliere e non soltanto quando è buio.

Siete mai stati innamorati di una puttana?
Non una facile, come intendono i maschi frustrati: voglio dire, siete mai stati innamorati di una che va con gli uomini per soldi?
Una normalissima ragazza italiana con i capelli neri e le fossette in fondo alla schiena, che riceve fra un turno di lavoro e l’altro in un monolocale che sa di umido e dell’odore morente di un falso gelsomino?
Io sì.
Che Dio mi maledica, io sì.
Ed è stata la storia più pura e innocente di tutta la mia vita.

Ottanta rose mezz'ora - Cristiano Cavina - Macor Y MarcosL’incipit di Ottanta rose mezz’ora è folgorante e sembra raccontare praticamente tutto della storia che stiamo per leggere, ma non è così.

La storia d’amore tra Diego e Sammi (Chantal), è travolgente e divampa in un attimo. Lei è un’insegnante di danza alle prese con un fidanzato che non la merita. Il mutuo da pagare, l’insopportabile presenza della suocera e le classi di bambine che scompaiono la condannano ad un’esistenza ricca di preoccupazioni. Potrebbe essere anche lei un personaggio grigio, ma gli occhi di Diego ci restituiscono tutto il suo colore: un corpo fantastico, gli occhi profondissimi e quel sorriso un po’ distratto, un po’ canzonatorio.

Tra scene di sesso spinto e romanticismo (perché quando si ama davvero è impossibile dividere gli ambiti) si insinua anche la disperazione. Ci sono i conti da pagare, i mesi d’affitto di arretrato, la fatica dei lavori saltuari faticosi e poco rassicuranti… e così Sammi compie una scelta che cambierà per sempre la sua vita e quella di Diego.

Quotidianamente, con dedizione, andavo dissipando il mio talento, per quanto mediocre fosse, e distruggendo il poco di carriera che in tanti anni avevo costruito.
Mi annullai nella vita non tanto di Sammi, ma di Commessa Birichina, riducendomi a essere l’occhio tra le fessure.
E lo facevo con un tale piacere che lasciava senza fiato.
Era una tragedia su scala ridotta, a misura d’uomo, che mi gustavo in ogni sua minima sfumatura.

Non è Sammi a scivolare sempre più in basso ma Diego e così strisceremo, nascosti dalle fessure fino al finale…inatteso e forse anche un po’ ingiusto.


Ottanta rose mezz’ora è…

Un mix di odori. C’è quello insopportabile del falso gelsomino che corrisponde anche al desiderio di Diego, ci sono gli odori degli uomini che si spogliano in quel monolocale…ma che portano con i loro soldi la felicità e la tranquillità desiderata. Ottanta rose mezz’ora  è un gioco di contrasti: amore puro e perversione, tristezza e felicità.

Senza fare spoiler però dico che non ho gradito il personaggio di Sammi, mi è sembrato troppo piatto. Diego racconta una “Cenerentola” estremamente moderna ma troppo superficiale per i miei gusti e che si riscatta (ai miei occhi) troppo tardi.  L’impressione è che l’autore abbia davvero vissuto un’esperienza simile, il che spiegherebbe perché, nonostante tutto, alcune zone di Sammy siano rimaste in ombra.

Se non siete bacchettoni come me apprezzerete anche le scene d’amore e vi ritroverete a sorridere in diversi punti. A volte riderete di gusto, altre volte con l’amaro in bocca.

Consigliato per chi ha voglia di leggere una storia d’amore originale e imprevedibile. Il libro si legge molto velocemente.

three-stars

Alcune note su Cristiano Cavina

cristiano cavina

Cristiano Cavina nato a Casola Valsenio, piccolo paese sulle colline dell’Appennino faentino e cresciuto insieme alla madre e ai nonni materni nelle case popolari, Cristiano Cavina si dedica sin da piccolo alle sue due grandi passioni: la letteratura (dall’avventura alla fantascienza, dai classici russi agli americani contemporanei) e il calcio (ha giocato dai pulcini fino all’under 18 per la squadra locale, l’A.C. Casola).

Ha svolto vari mestieri: muratore, portalettere, pizzaiolo e altri ancora.

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1 COMMENTO

  • Fulvia P.

    OTTANTA ROSE MEZZ’ORA: Leggo Cristiano Cavina da sempre: per me è uno scrittore i cui libri vanno letti in ordine cronologico, perché hanno la caratteristica che sono di una sincerità e autoironia che si trova raramente.
    Nei suoi libri Cavina si espone in prima persona ed è nudo, parla di se stesso e di quello che lo circonda con una simpatia che per me è unica. Li ho letti tutti, e, sia che parli della sua famiglia o del suo paese (ALLA GRANDE – NEL PAESE DI TOLINTESAC…) o del gioco del calcio nel campetto dell’oratorio (UN’ ULTIMA STAGIONE DA ESORDIENTI) o della Romagna ( ROMAGNA MIA!), parla in prima persona e si mostra sempre senza veli.
    Anche in questo ultimo libro in cui parla di questa storia erotico-sensuale, in realtà parla soprattutto del suo coinvolgimento, senza falsi pudori , anche quando è egoistico e interessato.
    Per trovare la stessa capacità di mettersi psicologicamente a nudo mi viene solo in mente ” IL MALE OSCURO ” di Giuseppe Berto, o da un punto di vista della propria sessualità messa a nudo, il famoso “il lamento di Portnoy” di Philip Roth, troppo divertente! Buona lettura!

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