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RECENSIONE: La stanza dei lumini rossi (Domenico Conoscenti)

La stanza dei lumini rossi - Domenico Conoscenti - Il Palindromo
RECENSIONE: La stanza dei lumini rossi (Domenico Conoscenti)

La stanza dei lumini rossi

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
2015

Pagine:
256
Genere:
ISBN:
9788898447183
Acquista:

La trama

In una Palermo fantasmatica, assolata e sciroccosa, il giovane barman Saverio prende in affitto un appartamento da una vecchia e scontrosa signora, che manifesta sin da subito attenzioni morbose e inaspettate e sospette gentilezze. Sul luogo di lavoro, il ragazzo conosce un'attraente donna settentrionale, una femme fatale che pian piano lo inviluppa, approfittando della sua buona fede. Da un lato l'estate torrida di una città svuotata, dall'altro le viscere di un palazzo dove regnano oscurità e mistero, fino al precipitare turbinoso degli eventi.

– Inquietudine –

La stanza dei lumini rossi di Domenico Conoscenti (Il Palindromo) è un libro di cui non si può parlare senza rovinare la sorpresa al lettore. Proprio per questo motivo, tenderò a soffermarmi  di più su quello che ho provato piuttosto che su particolari episodi della trama.

Siamo a Palermo ed è il 1990 (il mio anno di nascita), il protagonista del libro è Saverio, barman 25enne che si trasferisce in città per lavoro. Alle spalle si lascia un rapporto difficile con il papà e una fidanzata docile, a tratti remissiva.

Saverio è pronto a cominciare una nuova vita, non è la prima volta che cambia lavoro ma l’allontanarsi dal proprio paese, per vivere a Palermo, lontano dai soliti sguardi, lo elettrizza. Eppure, sin dalle prime pagine, capiamo che qualcosa non torna in questa storia.

Palermo è caotica, gioiosa e infernale al tempo stesso. Sentiamo odori e rumori che colorano la città durante l’estate dei Mondiali  e arriviamo  davanti al portone di casa di Saverio. Vivrà lì durante i prossimi mesi. Suona immediatamente alla padrona di casa che, perentoria gli ordina di entrare, ma solo dopo una strana conversazione.

«A chi cerca? Chi è lei?» mi domandò. Al mio silenzio riprese: «È inutile che suona là, non ci sta nessuno». Premetti di nuovo e più a lungo il pulsante del campanello. Dovette passare ancora qualche minuto prima che dal citofono una voce stanca di donna ripetesse più volte e sempre più forte «Chi è?… Chi è?… Ma a chi cerca?… Insomma che vuole?», anche mentre tentavo di dire: «Guarneri, sono Saverio Guarneri, l’amico di Luigi». Risposta che fui costretto a ripetere a mia volta sempre più forte.
«Salga al primo piano» disse alla fine, facendo scattare l’apertura elettrica.

Il passaggio dalla luce al buio segna il vero inizio di una storia fatta di contrasti. Il protagonista segue questa vecchia donna vestita di nero, piegata dagli anni e della fatica, forse un tempo era stata una bella donna, con i capelli splendenti e l’andatura sicura, all’interno del buio che fa pulsare occhi e tempie.

Ci chiediamo subito chi  è Luigi (un collega, un amico?) e soprattutto chi è questa donna? La signorina Ninfa, che non esce di casa da venticinque anni e rifugge la luce del sole.

Quando Saverio entra nel suo appartamento si sente subito a disagio e non è una questione di arredamento. Ogni volta che il barman entra ed esce da casa si sente osservato, spiato, denudato.

Era lei. Non poteva che essere lei. Controllava ogni mia mossa cercando di non farsi notare, cosa che da quell’istante rilevai puntualmente. Per  quanto invisibile, mi sembrava che fosse lì a tenermi d’occhio in ogni momento della giornata. A tratti percepivo la sua presenza in maniera così forte, quasi tangibile, che sollevavo di scatto la testa o mi voltavo come se l’avessi alle spalle. Cominciai a portarmi addosso la sensazione di aggirarmi nell’orbita perenne del suo sguardo, di quegli occhi neri e inquisitori che spiccavano sulla carnagione pallida e molle della sua faccia.

Ma Saverio, nonostante le mie preghiere interiori, non se ne va da quella casa. Viene attratto e respinto da questa figura così enigmatica. Il protagonista, e l’autore stesso, non ha paura di immergersi nei meandri più oscuri della mente, e della storia. Nasce così un rapporto simile a un’amicizia stramba, il giovane e la vecchia (sempre per continuare il filone dei contrasti) cominceranno a trascorrere del tempo insieme, pranzando e cercando oggetti in quella casa carica di polvere e di rimpianti.

La signorina però, non è l’unica donna nella vita di Saverio. Durante un  turno di lavoro conosce Luisa, donna lombarda sulla quarantina ambigua e dagli scopi sconosciuti. Saverio ne rimane immediatamente affascinato.

Luisa frequenta l’hotel dove lavora il nostro protagonista e d è spesso accompagnata da altri soci. Insieme stanno cercando di portare avanti un progetto e per farlo dovranno ricorrere a mazzette e a metodi poco legali. I pregiudizi di Luisa nei confronti delle persone del Sud, non solo sono evidenti, ma persino ricorrenti, come se Nord e Sud d’Italia fossero nazioni diverse.

I due vengono travolti dalla passione e Saverio dimentica ben presto la fidanzata Elsa che lo aspetta a centinaia di chilometri di distanza, per Luisa è pronto a lasciare tutto, abbandonando mare e ritmi siciliani.

Mentre il ragazzo trascorre le notti con l’amante, nel suo appartamento succede qualcosa. La “vecchia” ha chiamato la ragazza delle pulizie, azione che si ripeterà quasi settimanalmente durante il proseguo della storia. Saverio rimane inizialmente turbato, successivamente si fanno strada pensieri paranoici e infine… il nulla. Saverio non mette in conto di andarsene da lì. Perché accetta queste inquietanti intromissioni? E perché la signorina, abituata da anni a non stringere rapporti con gli inquilini o meglio con le persone in generale, gli regala queste attenzioni?

La signorina rappresenta qualcosa, qualcosa di oscuro che ancora resta tale e Saverio non ha paura di tuffarsi in quell’abisso, anche in senso letterale. La casa della vecchia è una casa in cui si respira inquietudine e polvere. Oggetti d’infanzia, fotografie sbiadite, giocattoli inquietanti, misteri e mancanza d’aria  provocano quasi un attacco di panico a Saverio che per un attimo smette di respirare. Dove diavolo si trova?

La doppia sensazione di attrazione/repulsione si respira per tutto il libro. E’ un continuo porsi domande, cercare dettagli, sforzarsi di capire… sì, ma che cosa?

Anche Luisa è una figura complessa, ed esercita un forte ascendente su Saverio che si trova implicato in questa relazione famelica. Fanno l’amore cercando di ferirsi, provano a prendere il controllo l’uno sull’altro, ma la verità è che i fili verranno sempre manovrati dalla bella milanese.

Sulla scena si affacciano diversi  personaggi, gli altri inquilini della signorina, i colleghi di Saverio e quelli di Luisa, ma nessuno esercita il magnetismo di quelle due donne che arriveranno ad incontrarsi e scontrarsi.

Le domande ci accompagnano fino alle ultime pagine, e forse non riusciremo a liberarcene nemmeno dopo aver chiuso il libro, verso un finale che lascia a bocca aperta.

La stanza dei lumini rossi è…

[amazon_link asins=’8898447183′ template=’ProductAdDESTRA’ store=’lalettricecon-21′ marketplace=’IT’ link_id=’9106d65e-8d04-11e8-9c9b-437b16d021af’]Un libro che trasmette inquietudine dalla prima all’ultima pagina,  Conoscenti si addentra nei meandri della mente e ci ricorda che il pericolo si può trovare anche nella quotidianità. Non servono – e io da sempre sono sostenitrice di questa teoria – grandi e sconvolgenti (sanguinolenti) eventi per tenere un lettore ancorato a una storia. La penna di Conoscenti  seduce il lettore, lo spaventa e lo coccola,  scaraventandolo in un finale inaspettato.

Le parole che si susseguono sembrano legate da un filo invisibile e il lettore le raccoglie, simili a briciole seminate lungo la strada di casa, come indizi per trovare la soluzione, per trovare  finalmente le risposte che cerca.

Le pagine di spiegazione aggiunte alla fine (il libro era uscito diversi anni fa con la casa editrice E/0) spiegano la genesi curiosa del libro e tolgono qualche dubbio sulla trama.

La stanza dei lumini rossi è un libro adatto a chi ha voglia di indagare e non ha paura di cosa potrebbe trovare in uno scantinato buio senza aria, è un libro adatto ai riflessivi, a chi ama e odia  la sensazione di sentirsi sulle spine. Un libro dedicato a quelli che cercano nuovi modi per raccontare l’identità.

three-half-stars

Alcune note su Domenico Conoscenti

Nato a Palermo nel 1958, insegnante negli istituti superiori, ha pubblicato: Qui nessuno dice niente (Marietti, 1991), Meglio comandare che fottere, in «Luna nuova. Nuovi scrittori dal Sud» (Argo, 1997), e vari racconti sparsi in periodici o volumi collettivi, il più recente dei quali è Vampe di san Giuseppe, in Palermo criminale. Il grande romanzo della città (Laurana 2014); insieme a Dante G. Munafò, il romanzo Ombres jaunes, nuits mauves (Publibook, 2014).
Si è occupato dei Neoplatonici di Luigi Settembrini e di testi trecenteschi, articoli reperibili in https://independent.academia.edu/DomenicoConoscenti.
il Palindromo ha pubblicato la nuova edizione riveduta di La stanza dei lumini rossi (e/o, 1997) con un testo inedito ai margini del romanzo.

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