Cerca...
TOP

RECENSIONE: Tu l’hai detto (Connie Palmen)

Tu l'hai detto - Connie Palmen - Iperborea
RECENSIONE: Tu l’hai detto (Connie Palmen)

Tu l'hai detto

Valutazione:
three-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
2018

Pagine:
255
Genere:
ISBN:
9788870914917
ASIN:
B07C56XKKB
Acquista:

La trama

Ted Hughes e Sylvia Plath, la coppia «maledetta» della letteratura moderna, segnata dal suicidio di Sylvia a soli trentanni nel 1963, ha ispirato ogni sorta di speculazioni e mitizzazioni sulla fragile martire e il suo brutale carnefice. In questo romanzo Connie Palmen dà voce a Ted Hughes e fa raccontare a lui - il poeta, il marito, l'uomo che non può smettere di interrogarsi sulle proprie colpe ma che ha sempre mantenuto un religioso silenzio sulla moglie perduta - la sua verità. Una confessione intima, un incalzante viaggio emotivo che ci risucchia nella spirale di un amore tragico fra due scrittori uniti nel sacro fuoco dell'arte: dal primo folgorante incontro che sembra proiettarli in una sfera magica e rivelarli predestinati uno all'altra, al tempestivo matrimonio, il lungo viaggio nella natura americana, la mondanità letteraria di Londra e l'arrivo dei figli, la brillante carriera di lui e la lotta incessante di lei contro i propri demoni. Sylvia, l'irresistibile enfant prodige delle lettere americane, acuta, passionale, ma in realtà una bambina con l'anima di vetro che chiede aiuto, piena di incubi e paure, capace di vivere solo di assoluti, ossessionata dalle aspettative nei suoi confronti fino a includere anche la maternità nella sua ansia di successo, vittima di una mitologia personale che le impone il sacrificio sull'altare della poesia, il martirio come destino, liberazione e rinascita. Ted, l'intellettuale europeo affascinato dai reami dell'inconscio, che in lei trova una musa e una compagna di vita, che a lei dà tutto se stesso per cercare di salvarla dal suo lato oscuro, ritrovandosi intrappolato in un legame di mutua dipendenza sempre più viscerale, esigente, predatorio, e scoprendosi incapace di starle accanto.

 – Tormento – 

Tu l’hai detto di Connie Palmen (Iperborea) è un libro che racconta la storia d’amore, seppur romanzata, tra Sylvia Plath e Ted Hughes, la coppia maledetta della letteratura moderna

Ricordavo molto bene la storia della Plath, conoscevo, almeno superficialmente, le sue ossessioni e i suoi tormenti. Le inquietudini, la sofferenza e il tragico epilogo. Ma non conoscevo altrettanto bene la figura del marito. In Tu l’hai detto è proprio lui a parlare. La poetessa è già morta e Ted ripercorre gli anni trascorsi insieme partendo dal  primo incontro, avvenuto nel 1956.

Per la maggior parte delle persone esistiamo solo in un libro, la mia sposa e io. Negli ultimi trentacinque anni ho dovuto assistere con impotente ribrezzo a come le nostre vite reali sono state sommerse da un’onda fangosa di racconti apocrifi, false testimonianze, pettegolezzi, invenzioni, leggende; a come le nostre reali, complesse personalità sono state sostituite da stereotipi, ridotte a immagini banali tagliate su misura per un pubblico di lettori affamati di sensazionalismo.
E così lei era la fragile santa e io il brutale traditore.
Ho taciuto.
Fino ad ora.

E’ questo l’incipit del romanzo. Da subito capiamo che dovremo pendere dalle labbra di Ted, finalmente pronto a raccontarci la sua verità che è più complessa di quanto si possa credere. Tutti sembrano conoscere la vicenda ma forse analizzano solo l’epilogo. Plath mette la testa nel forno mentre i bambini sono ancora a letto, il marito è lontano, in un’altra casa perché la tradiva ripetutamente. Ma il mondo non si divide tra innocenti e colpevoli. Huges si porta dietro un senso di colpa enorme, una valigia di rimpianti e la certezza che ormai non potrà più rimediare.

Scopriamo così che il loro amore è stato subito esagerato, travolgente e passionale. Lei nativa di Boston, è una studentessa con un passato difficile alle spalle, mentre lui è  un giovanotto inglese fresco di laurea.  Entrambi amano follemente la letteratura e la poesia. Ma le passioni in comune si fermano qui.

La vita di Sylvia è stata condizionata dalla perdita del padre, diventata una bambina difficile, ha tentanto di suicidarsi, è stata così affidata alle cure di psichiatri e medici, che però non sono mai riusciti  ad estirpare il tormento che negli anni è cresciuto e cambiato con lei.

Le settimane e poi i mesi, passano. I due poeti decidono di sposarsi in gran segreto e continuano ad amarsi follemente, nonostante i dubbi di amici e parenti che non riescono a comprendere quell’amore così totalizzante. I baci che sembrano morsi, il sesso che assomiglia alla guerra e l’inquietante fusione di menti e sensazioni li rende unici e per questo incompresi.

Ma l’amore, specialmente quello che sfocia nel dolore e nell’ossessione ha un prezzo da pagare, Huges lo proverà sulla propria pelle.

Le esigenze, i doveri e gli allettamenti della vita sociale non sono niente in confronto alle minacce dall’ interno, alle forze oscure che puntano a devastare ciò che vi è di sacro in noi. Il giorno in cui la incontrai, conobbi anche quelle. Credevo che fossero le sue – la mia dea bianca, la mia musa inquieta – e che avrei potuto proteggerla dal male, e invece avevo incontrato i miei propri demoni nelle sembianze di una donna.

Incapaci di stare fermi, e pronti a percorrere nuove strade, i due decidono di trasferirsi nel Nuovo Mondo. Peccato che Huges si senta spaesato e prigioniero. In Inghilterra alberi e cespugli gli cantavano le ballate antiche, case e fiumi gli raccontavano storie e tradizioni, in America oggetti e persone sembrano muti.

E’ lì che cominciano i primi problemi ed è lì che forse per la prima volta il poeta si rende conto del profondo disagio che prova Sylvia nei confronti della madre.

In parallelo, tra i problemi economici, viaggi e insoddisfazioni, seguiamo l’avanzare di entrambe le carriere letterarie.

Li guardiamo mentre diventano genitori, tra perplessità, timori e gioie, e osserviamo seppur da fuori, i tormenti della protagonista. Le notti con gli incubi, il senso di smarrimento e l’insoddisfazione per una vita che non sarebbe mai stata come la desiderava.

E’ vero, Huges tradisce la compagna, si invaghisce di altre donne e supera il limite, ma non dice mai di non amare più la Plath. L’amore è mutato o forse ha semplicemente bisogno di lontananza per non essere distrutto. Ma il gesto estremo della poetessa mette fine alle ipotesi.

Huges  dopo  quella terribile mattina, tornerà a casa  con una sola frase in testa: “Sono stato io”.

Come se non bastasse dovrà leggere nei giorni, mesi e anni seguenti, i commenti di colleghi e amici pronti a giudicare e a commentare episodi in cui Sylvia, si è resa ridicola o indisponente.

Chiunque abbia perso qualcuno, della morte conosce la pena del guardarsi a ritroso, la conta dei giorni e delle ore finali, il marcare nomi e stagioni con una croce nera, la consapevolezza quasi intollerabile del sopravvissuto che proprio quel lunedì, quel mese di maggio, quella primavera, quel Natale, siano stati gli ultimi vissuti dal proprio caro.

E che lui stesso non lo sapesse, che nessuno lo sapesse.

Tu l’hai detto di Connie Palmen è…

[amazon_link asins=’8870914917′ template=’ProductAdDESTRA’ store=’lalettricecon-21′ marketplace=’IT’ link_id=’e93e018e-67fa-11e8-87bd-a3b8e6dfc7a0′]Un libro che tormenta.  Consigliato per gli amanti delle storie d’amore travagliate, per chi ama la poesia, per chi adora perdersi in un’altra dimensione, quasi ossessiva. Io l’ho preso per saperne di più sulla poetessa Plath, ma ho sbagliato. La voce del marito la descrive ma in maniera troppo distaccata, quasi superficiale. Non c’è la profondità che mi sarei aspettata. Lui si è un uomo tormentato dai sensi di colpa, da rimorsi e rimpianti eppure sembra non riuscire a capire, e quindi a raccontarci, la vera sofferenza della moglie. Un elenco, poetico e pieno di orpelli, su disturbi e manie di Plath ma poco altro.
Lo promuovo perché la scrittura mi è piaciuta, il tema anche, ma non la voce narrante. Sicuramente è colpa mia che mi aspettavo un romanzo con un altro taglio.

three-stars

Alcune note su Connie Palmen

Connie Palmen

Connie Palmen (1955) è una nota scrittrice olandese. Ha avuto uno straordinario successo di critica e vendite con il suo primo libro, Le leggi (Feltrinelli, 1993) a cui sono seguiti numerosi romanzi e raccolte di saggi tradotti in venti lingue. Con Tu l’hai detto ha vinto il prestigioso Premio Libris nel 2016.

«

»

2 COMMENTI

  • natalina maio

    Leggere….questo libro perché?
    Volevo conoscere questa storia d’amore.,di poesia,cogliere la personalità di una coppia colta,contemporaneamente fragile.
    Ambedue sono stati complici i amore,instabili,travagliati sempre nei rapporti affettivi,nessun luogo era adatto a loro.
    L’Inghilterra con il verde della campagna nel Devon ,a Londra,sempre insoddisfatti…in America….
    Non hanno mai trovato stabilità e armonia,erano sempre alla ricerca e in lotta. con il loro vissuto,la depressione di Silvia,il ricordo delle prime cure psichiatriche….e dura prova:la perdita di un figlio (aborto)
    Le successive maternità non ne colmano il vuoto,altri dolori oscuri,che la porteranno la poetessa al suicidio.
    Hughes visse (altri amori) errori,inciampa,cade si rialza più volte per amore verso la “sua sposa”, che no è più.
    Egli per i figli trova soluzioni,queste non cancella il dolore di una madre assente,e suicida,tutti eventi che influenzeranno le loro scelte ed il loro futuro.
    Il poeta segnato nell’affetto, per le poche gioie (successi letterari) anche ,nulla cancella i grandi dispiaceri affettivi ,la salute sarà anche questa causa della sua morte…di :Una torre di forza e tenerezza..definizione del suo amico scrittore Seamus Heaney.

    hughes

    luoghi

  • claudia paoli

    Un libro stupendo, una scrittura asciutta, sincera, priva di orpelli. Magnifica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segui @lalettricecontrocorrente